Trasformare la società italiana

di Luca Servodio, direzione nazionale PdCi

prospettivepericomunisti bannerLa necessità di delineare un progetto di trasformazione della società italiana nasce dalle reali contraddizioni e squilibri che impediscono un nuovo sviluppo del Paese, minano le istituzioni democratiche, richiedono uno sforzo eccezionale nel risanamento e rinnovamento.

La crisi in cui da anni si dibatte l’Italia, è entrata in una fase di estrema acutezza sociale e politica. Questa crisi complessiva dell’economia, della società e dello Stato si esprime anche in una preoccupante crisi di valori, segnalata da diverse forme di sbandamento ideale e morale; e non può che aggravarsi fino a quando non si scelga e non si porti avanti con coerenza un indirizzo diverso, un programma di trasformazione.


Il superamento della crisi del paese è affidato, in misura decisa, all’acquisizione e alla piena consapevolezza della profondità della crisi stessa e quindi della qualità e della portata della trasformazione che sono necessarie per uscirne in modo positivo e duraturo. 

Una consapevolezza, innanzitutto, delle esigenze di dare effettiva priorità ai problemi dell’occupazione e del Mezzogiorno, ai bisogni dei ceti più poveri e meno protetti. Per questo scopo è essenziale il risanamento e il rafforzamento dell’apparato produttivo e delle strutture pubbliche. La salvezza e il progresso dell’Italia possono scaturire soltanto da un forte impegno civile e morale, dall’unità tra il movimento dei lavoratori e delle larghe masse popolari, che vivono un impoverimento sociale e culturale.

Soltanto la guerra alle ingiustizie e agli sprechi veri (consulenze, spese militare, opere inutili) è possibile far sì che la crisi non sia soltanto un duro peso che il popolo italiano è chiamato a sopportare per effetto delle contraddizioni del sistema capitalistico e delle distorsioni di cui sono responsabili le forze che rappresentato i poteri forti (economici, finanziari e illegali).

Una proposta rivolta a cambiare, secondo un preciso programma, il modo di funzionare e le finalità sociali del meccanismo economico, l’orientamento degli investimenti, la produzione e la spesa pubblica, la qualità stessa del consumo, e incidere quindi sui modelli di cultura e di comportamento d’interi strati della società italiana.

Senza introdurre mutamenti profondi nell’uso delle risorse, senza spostare ingenti mezzi dal consumo all’investimento, senza un risanamento severo dell’amministrazione pubblica, senza far pagare a chi le deve pagare le tasse, senza un nuovo costume, non possiamo spingere a ripensare criticamente determinate abitudini di vita.

Nello stesso tempo è anche l’unica via per affermare nuovi valori collettivi e sociali nelle masse e nei giovani, attraverso il processo produttivo e lo sviluppo della scienza e della tecnologia verso il soddisfacimento di bisogni più elevati.

Non proporre un ideale di povertà, né un ritorno a forme di vita arcaica, bensì un modo diverso di rispondere alle richieste dei singoli e della collettività, combattendo ogni forma di distorsione dei consumi e di spreco di risorse. Uno sviluppo delle forze produttive che sia capace di contrastare non solo la miseria che nasce dall’ingiustizia, dalla disoccupazione e inoccupazione, ma anche da forme d’impoverimento umano e dello squallore, la povertà ideale e morale dei modelli di vita finora prevalsi. 

Una direzione consapevole del processo di crescita economica che permette risolvere in modo equilibrato il rapporto tra città e periferie, tra nord e sud, senza saccheggiare e distruggere la natura, il territorio, le risorse del Paese.

Solo alla luce di questi valori sarà possibile il rilancio economico e civile dell’Italia, attraverso la messa in moto e la valorizzazione delle energie vitali e di tutte le risorse del Paese. Il ruolo dei comunisti deve nascere da questa consapevolezza di legame stretto che è stabilito in questa idea di trasformazione, tra finalità e gli indirizzi da affermare sul piano generale e le politiche a medio termine, tra valori storicamente espressi e gli strumenti atti alla loro realizzazione. 

Rinnovamento e progresso della società non potranno aversi senza un deciso impegno nel campo dell’educazione e della cultura intese come valori autonomi, senza uno straordinario sviluppo della ricerca scientifica e culturale e senza che si creino le condizioni per una crescente partecipazione dei cittadini alla vita culturale. Occorre affermare pienamente il ruolo fondamentale della scuola nella formazione culturale e civile del cittadino, elevando il livello di serietà e di qualificazione degli studi e garantendo un impegno crescente del sistema scolastico nell’educazione dei giovani ai valori e alla pratica della democrazia. In particolare, all’università spetta un compito centrale nella ricerca e nella produzione culturale e scientifica. A questi criteri devono ispirarsi le riforme da anni rinviate e ormai divenute drammaticamente urgenti.

Una lotta per la difesa e il rinnovamento dello Stato Repubblicano sono leva fondamentale della trasformazione del nostro paese, attraverso una partecipazione democratica di massa.

Il nostro compito è risaldare il rapporto di fiducia delle masse con le istituzioni, attraverso la valorizzazione della matrice antifascista. Bisogna eliminare l’inefficienza, l’impotenza delle istituzioni, la disorganicità delle scelte, la burocratizzazione e la subordinazione a interessi privati e a spinte clientelari e corporative. Questi fenomeni sono degenerativi sono venuti emergendo nel corso di quest’ultimo trentennio, dalla mancata o ritardata attuazione di fondamentali principi costituzionali e dalla conseguente distorsione nei rapporti tra Stato e Popolo.

Risanare e riformare lo Stato significano: il governo democratico dell’economia, il riordinamento delle strutture dello Stato, un’organica politica industriale, una coerente politica del lavoro e sviluppo nazionale e cooperazione internazionale.

Solo attraverso questa necessità oggettiva e la definizione di una linea di cambiamento, con un aperto e ricco confronto, non in ragione di alleanze precluse o di scelte d’isolamento, i comunisti saranno capaci di articolare una proposta ampia di trasformazione della società italiana.