Sunto della relazione del segretario Procaccini al Cc del PdCI del 16 marzo 2014

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La riunione odierna del Cc è molto impegnativa e delicata per le decisioni che il Partito dovrà assumere a seguito della nostra totale esclusione dalla lista Tsipras. Certo sapevamo dall’inizio delle caratteristiche ostili ai partiti della lista stessa, ma abbiamo lo stesso ritenuto, che venuta meno la possibilità di avere una lista comunista per il rifiuto del Prc, questa possibilità di unità a sinistra per l’Europa, sponsorizzata da Alexis Tsipras, potesse rappresentare un punto avanzato per il nostro Partito. Sapevamo difficoltà e incognite, tuttavia il Cc precedente del 9 Febbraio, giustamente, aveva dato mandato pieno (con un unico voto contrario, di una compagna poi uscita dal Partito) di adesione alla lista Tsipras con una duplice valutazione: in primo luogo dopo molto tempo tutta la sinistra affrontava unita una battaglia per le europee – seppure ancora una volta mimetizzata sotto simboli strani (non va dimenticato che Sel era entrata al suo congresso per Schultz presidente ed è uscita con Tsipras) – ; in secondo luogo non possiamo nasconderci che c’era nella scelta anche uno stato di necessità a causa dei problemi economici ed organizzativi in cui da tempo versa il Pdci.

Il mandato politico è vero che è stato formalizzato il 9 Febbraio ma di fatto già al congresso di Rifondazione del dicembre 2013 la Segreteria nazionale del nostro Partito aveva aderito all’appello fatto in videoconferenza da Tsipras per una lista alternativa alle politiche ultraliberiste dell’Ue. La nostra esclusione dunque non attiene ad un presunto ritardo nell’adesione, che ripeto non c’è stato, ma come vedremo è esclusivamente politica. Non dico questo per una mia autoassoluzione da responsabilità che pure ho avuto.

Ma vediamo come si sono svolti i fatti per capire insieme il nuovo e peggiore contesto in cui ci troviamo, e decidere le iniziative che dovrà intraprendere il Partito.

All’indomani del Cc del 9 Febbaio incontro, alla riunione internazionale della Sinistra europea tenutasi proprio in questo Hotel, con il compagno Sorini responsabile Esteri del Pdci, Alexis Tsipras al quale formuliamo oltre ad alcune proposte politiche anche una proposta numerica di presenza di candidati espressione del Pdci: 5, uno per circoscrizione. Proposta che Tsipras ritenne del tutto ragionevole. In quella occasione ebbi anche un incontro con Ferrero che non mi ha voluto ascoltare rispetto l’alalrme che gli lanciai in merito al pericolo rappresentato dai “professori”, che stavano scippando l’operazione Tsipras. La settimana successiva partecipiamo alla riunione (unica) di Roma tenuta dai garanti, convocata appena il giorno prima. Alla riunione, vista la tempestività non mi fu possibile partecipare di persona e delegai il compagno Vincenzo Calò, vice presidente della Cng e il compagno Ugo Moro della Direzione nazionale che in quella occasione espressero sia l’impegno di partecipazione che i rilievi del nostro Partito rispetto al ripetersi della solita divisione tra società civile e partiti. Non solo quindi non siamo partiti tardi, ma siamo stati in molte regioni i primi ad organizzare i comitati pro lista Tsipras con Prc e Sel, ed insieme all’impostazione politica abbiamo informato Barbara Spinelli di tutti i recapiti della nostra organizzazione.

Come è noto appena formalizzata la nostra partecipazione politica ed organizzativa in tutta Italia, ripeto con noi alla testa dei comitati, tranne eccezioni di rifiuto verso la lista di nostre singole federazioni, abbiamo avviato il percorso interno ed esterno al Partito per la definizione delle candidature con una consultazione per gruppi di regioni che compongono le 5 circoscrizioni per le elezioni europee. L’esito della consultazione: Nordovest, Il compagno Lombardi; Nordest, il compagno Spetic; Centro, Il compagno Pasquinelli; Sud, il compagno Galiero. Dalle Isole non ci furono proposte. Definito tutto ciò inviamo, con relativi curricula, il nostro elenco di candidati alla segreteria dei garanti della lista Tsipras. Contestualmente abbiamo cercato di svolgere un lavoro unitario con Rifondazione per proporre candidature esterne caratterizzate per una politica italiana e internazionale alternativa. Il Prc propose Brancaccio, poi ritiratosi, noi Alleva, giurista del lavoro e sostenitore dei diritti con una visione anche internazionalista che oggi è in lista, per chiarezza va detto che per noi resta una personalità ottima anche nel momento della chiusura ai Comunisti italiani della lista. Ma è ovvio non risolve la presenza del Pdci che è stato completamente estromesso. Nel frattempo il 22 Febbraio la Direzione del Pdci sostituisce nella circoscrizione Centro il compagno Pasquinelli con la compagna Mango della Segreteria nazionale, e comunichiamo subito il cambio alla segreteria della lista. Come si vede abbiamo svolto la trattativa sia dal punto di vista politico sia da quello organizzativo senza mai perdere di vista la relazione con Rifondazione. Chiedo scusa al Cc di questa ricostruzione forse noiosa ma ci serve per capire meglio la natura della nostra esclusione. Di fatto tra Domenica 2 e Lunedì 3 Marzo vengono chiuse le liste con l’esclusione totale dei candidati iscritti al Pdci. In tempo reale alla chiusura delle liste incontro il professor Alleva (motivo per il quale non partecipo alla riunione di sinistra del lavoro) il quale fa una dichiarazione che stigmatizza l’esclusione del Pdci, ma le cose non cambiano. Dicevo della riunione del coordinamento provvisorio della sinistra del lavoro alla quale hanno partecipato per il nostro Partito una delegazione della Segreteria nazionale e la compagna Manuela Palermi. Al di la di una solidarietà di facciata nessuno ha fatto un gesto concreto, né quel giorno né successivamente. Apro una parentesi: dobbiamo evitare involuzioni settarie e risposte emotive. Il fronte di sinistra è una necessità per i lavoratori oltre che una scelta congressuale del Partito che per me può prescindere anche dalle scadenze elettorali, tuttavia dobbiamo studiare meglio il percorso per realizzare il fronte della sinistra perché alla prima prova i nostri “alleati” di “sdl” non sono stati leali. L’autocritica sta più in questo che per il resto. Ho verificato che tranne noi li dentro ognuno cercava un proprio posizionamento per un nuovo partito della sinistra, magari con Sel o altro. L’interesse non era al fronte di sinitra. Al contrario noi dobbiamo continuare ad interloquire con il movimento delle rsu contro le leggi Fornero. Nessuna solidarietà neanche dal Prc che è si nella lista Tsipras ma senza l’originaria paternità politica assunta dai “professori”. Sabato 8 marzo la Direzione nazionale del Partito chiede a quello che era rimasto del comitato dei garanti la riapertura delle liste per recuperare a pieno la presenza del Pdci in seno alla lista con la riproposizione delle nostre proposte iniziali. Al temine della riunione della Direzione nazionale, dell’8 c.m., chiamo il segretario della Spinelli per un incontro urgentissimo. che verrà, mi dice, comunicato Domenica 9. Nel frattempo il comitato della lista Tsipras si spacca, lasciano prima Camilleri e poi Flores, una candidata della circoscrizione sud esce dalla lista per protesta contro la politica di Sel sull’Ilva di Taranto, prima ancora c’era stato il caso siciliano con una candidata vicina alla destra, poi fortunatamente sostituita. C’erano tutte le condizioni, pensavo, per ricomporre l’unità col Pdci e con il progetto iniziale. Domenica 9 verso le 8,30 senza attendere chiamo Torelli, non tanto e non solo per l’incontro con Barbara Spinelli ma per chiedere una riunione politica con Prc Sel e professori a seguito del caos che si era creato e dove noi potevamo agire nell’interesse del Partito. Torelli mi dice che non è possibile e che non è previsto nessun tavolo e comunque fissa l’incontro con Barbara Spinelli per martedi 11. Sempre Domenica 9 poco dopo mi chiama Patta che era stato fuori dall’Italia e voleva informarsi sulla nostra posizione e mi dice che alle ore 12 della stessa Domenica 9 doveva andare ad una riunione in sostituzione di Rinaldini con Sel e Prc per discutere dei “casini”in seno alla lista Tsipras. Il famoso “tavolo”, di cui ignoravo l’esistenza,, che si era a detta di Patta riunito una sola volta prima di quel giorno!

Alcuni compagni criticano la nostra entrata tardiva nella lista, una critica infondata come è evidente dalla ricostruzione che ho fatto, ma nessuno si scandalizza del fatto che in maniera scientifica ci sono state 2 riunioni decisive “segrete” di partiti e movimenti con i quali avevamo iniziato una strada per una politica alternativa. In definitiva riunioni contro il Pdci, per emarginarci. Terminata la telefonata con Patta mi richiama Torelli per dirmi che l’incontro con Barbara Spinelli è spostato a Mercoledì 12. Di fronte alla protesta mia per non essere stato informato e invitato alla riunione del “tavolo” mi dice che quella riunione era una scelta autonoma dei partiti e movimenti che non coinvolgeva la Spinelli. Di fronte a queste scorrettezze, ambiguità e opportunismi, ero li per annullare l’incontro con la Spinelli, per la dignità e rispetto verso il Partito, ma questo sarebbe stato frainteso e abbiamo fatto l’incontro. Sono andato insieme alla compagna Palermi. Barbara Spinelli si è schernita della situazione ma ha confermato l’impossibilita di riaprire la lista, a meno che ci ha detto non chiedete voi a Rifondazione di rinunciare a qualche loro candidato. Cose assurde, come la profferta di Torelli di far partecipare Tsipras a nostre iniziative. Tutto ciò dimostra in che mani si sono messi i disobbedienti ai trattati dell’Ue. Un incontro inutile dal punto di vista della trattativa. Confermata in pieno l’esclusione del Pdci, ma utilissimo per capire che il motivo della chiusura era politica e non numerica! Non credo al motivo del complotto internazionale, ci sopravaluteremo, tuttavia è innegabile che la scalata della crisi ucraina ha messo in evidenza, in particolare dopo il colpo di stato di destra, posizioni molto diverse ed in particolare la nostra poco compatibili con il gruppo che ha assunto la paternità della lista Tsipras. Non sopravalutiamoci ma neanche dobbiamo svalutare il nostro ruolo e analisi internazionale e internazionalista. Il Pdci a differenza di altri nella crisi ucraina non è neutrale e indica proprio nel colpo di stato una convergenza di interessi imperialisti Usa e Ue contro la Russia. La stessa Spinelli al termine dell’incontro di mercoledì scorso ha detto che dopo le europee se la lista Tsipras eleggerà si porrà dopo l’Ucraina un chiarimento nel Gue.

Una novità che all’inizio non c’era, quindi lo scenario internazionale ha influito e come nella composizione politica della lista. Si dice: sono scuse del Pdci perché con 2 presenze in lista tutto si sarebbe risolto. Dico ai nostri critici: se il problema era cosi semplice perché non è stato risolto? Le responsabilità le assumo tutte, in particolare quella di aver sottovalutato la mutazione in atto dell’indirizzo politico della lista, ma colpa più grave è stata quella di aver creduto in un rapporto di solidarietà di altri soggetti che da alleati iniziali si sono trasformati in complici della nostra esclusione. Non vuol dire che pretendevo che i nostri problemi li risolvessero altri, ma a parti invertite noi avremmo ritirato i nostri candidati dalla lista!

Siamo, allo stato attuale, messi peggio delle elezioni politiche del 2013 dove rispetto al voltafaccia di Bersani contestualmente ci fu Rivoluzione civile, anche se andò male. Realisticamente non siamo in grado di raccogliere le firme per una lista di Partito, ma attenzione agli sviluppi immediati. Il Partito deve evitare settarismi e rassegnazione, abbiamo subito una schiaffo ma non siamo isolati come dimostra l’appello di solidarietà al Pdci di diverse personalità, alcune delle quali fanno persino parte della lista. Dobbiamo dunque sviluppare una nostra campagna elettorale utilizzando anche i comitati della lista come luogo di critica, denunciare l’esclusione e parlare dei nostri temi dal lavoro alla lotta per la pace contro l’involuzione imperialista della Ue. In definitiva il partito deve reagire non con atti di ripicca ma con intelligenza, unità e autonomia ed è per questo che avanzo al Cc a nome della Segreteria nazionale del Partito (con un astenuto) la proposta di verificare la possibilità di presentare una lista comunista di sinistra e per la pace con il simbolo della falce e martello. Siccome i tempi di verifica politica e normativa sono strettissimi propongo di dare mandato alla Segreteria Nazionale di gestire tutta la fase operativa.