Intervista a Claudio Grassi | da www.esserecomunisti.it
E’ stato definito lo “straordinario” congresso. Risultati dei documenti alla mano, tuttavia, il messaggio che passa è che Rifondazione riconferma ampiamente la linea della maggioranza e il relativo gruppo dirigente. Va tutto bene e non avete mai commesso un errore?
Parto dalla fine. Credo sia evidente a tutte e tutti che nessuno possa anche soltanto ipotizzare o pensare che tutto vada bene e che il gruppo dirigente uscente non abbia mai commesso errori. Su questo, e cioè sulla straordinarietà della situazione attuale e sull’aver commesso errori c’è una larga condivisione all’interno del Partito. Il problema nasce semmai quando si vuole identificare una strada per uscirne. Qui in effetti si produce una differenziazione netta, che anche al Congresso è emersa, e che a me richiama molto quanto insegnava Gramsci e cioè che se batti la testa contro il muro è più facile che alla fine sia proprio la testa e non il muro a rompersi. Io credo che noi non possiamo essere artefici e giudici del nostro operato allo stesso tempo. Credo invece che si sarebbe dovuto impiegare tutti i mesi dello straordinario congresso per affrontare i molti nodi, mettersi a verifica e produrre un vero processo di rinnovamento. Non solo non è stato fatto, ma anzi è stata favorita una sorta di radicalizzazione delle posizioni di partenza e di contrasto frontale contro chi avanzava perplessità.