Per un’unica lista della sinistra italiana

di Bruno Steri, redazionale | www.esserecomunisti.it

rosso-353x210La lettera inviata da Alexis Tsipras ai promotori italiani di una lista per le elezioni di maggio prossimo, che indichi il leader di Syriza quale candidato alla presidenza della Commissione europea, viene a fissare (per tutti) le condizioni di tale investitura. Si tratta di un documento importante e non aggirabile, data l’autorevolezza della fonte: il candidato medesimo.

E’ utile quindi ribadire il cuore della sua proposta, che è compendiabile nell’intento di assicurare il massimo di inclusività, per conseguire l’obiettivo di un’unica lista della sinistra italiana che ponga con nettezza sulla scena elettorale il rifiuto delle politiche di questa Europa e la possibilità di un’altra Europa.

Nessuna primazia e nessun veto, dunque: in particolare, nessuna primazia delle forze politiche organizzate e, all’opposto, nessun veto nei loro confronti; il massimo di accoglienza nei confronti di movimenti, intellettuali e società civile e il massimo di accoglienza sotto il profilo delle collocazioni ideologiche a sinistra.

Tsipras non esplicita nemmeno il vincolo di appartenenza al Gue, il raggruppamento che nel Parlamento europeo riunisce le diverse forze della sinistra di alternativa, cui peraltro lui stesso, leader di Syriza, appartiene in quanto membro del Partito della Sinistra Europea: eventualmente, sarebbe un problema di coerenza lasciato a chi, avendo votato Tsipras quale candidato alla presidenza della Commissione europea, dovesse poi ritrovarsi in un raggruppamento (ad esempio il Pse) che dia indicazione per un diverso candidato (ad esempio il socialdemocratico Schulz).

Chi aderisse alla lista di Tsipras non sarebbe sottoposto nemmeno a questo vincolo, essendo l’unico vincolo quello di “cambiare gli equilibri in Europa a favore delle forze del lavoro contro le forze del capitale e dei mercati”, “di mettere freno all’austerità che distrugge la coesione sociale”, “di rivendicare di nuovo la democrazia”.

E’ questa un’apertura tanto significativa quanto saggia; un’apertura su cui tutti sono chiamati urgentemente a meditare, a cominciare dalle forze politiche della sinistra italiana (quelle che hanno appena fatto il loro congresso come quelle che il congresso lo stanno facendo). Posto che non ci si accontenti del troppo remissivo motto decoubertiniano “l’importante è partecipare!”.