Per il compagno Roberto Perasso

bandiera rossaIl compagno Roberto Perasso ci ha lasciati. Per tutta la sua vita è stato, coerentemente, un comunista. Aveva viaggiato molto, conosceva il mondo, era colto, aveva una grande finezza d’animo e – insieme – una vivace ironia. La sua vita lavorativa gli ha permesso di stare lontano dagli stenti ed è partire da ciò che ancor più abbiamo potuto apprezzare il suo modo d’essere: era un comunista per coscienza politica, teorica, ideale e per tutta la vita non hai mai smesso di schierarsi: dalla parte dei lavoratori, aiutando in ogni modo – generosamente – le lotte dei comunisti, i partiti comunisti ai quali è stato iscritto.

Primo, il Partito Comunista Italiano, il PCI di Torino, nel quale militò sin da giovane e per difendere il quale si batté contro il progetto di cancellazione insito nella “Bolognina”. Lottò contro la svolta di Occhetto, impegnandosi poi per la costruzione del Partito della Rifondazione Comunista. All’interno del PRC si schierò contro il “corso bertinottiano” e si legò fortemente all’area politica de l’ernesto, all’omonima rivista.

Antidogmatico, certo dell’esigenza di dotare il partito comunista di un pensiero politico e teorico forte, all’altezza dei tempi e del contemporaneo scontro di classe, Roberto accolse con entusiasmo la nascita dell’Associazione politica e culturale “ Marx 21”, di cui è stato il tesserato numero 1, la prima tessera. Com’ è stato orgogliosamente, sino all’ultimo giorno della sua vita, uno dei 10 soci nazionali della Cooperativa “Filo Rosso”, editrice e proprietaria prima de l’ernesto e, quindi, di “Marx 21” cartaceo. Convinto dell’esigenza e del progetto dell’unità dei comunisti, condivise la scelta dell’area politica de l’ernesto, iscrivendosi nel partito che più di ogni altro questa linea ha perseguito: il Partito dei Comunisti Italiani.

La sua vita è stata lunga e ricca di storia personale. Un solo fatto, qui, vogliamo ricordare: eravamo nella sua casa, a Torino, ove, a volte, andavamo a trovarlo. Era con la moglie amatissima, “Carlotta”, come la chiamavano i compagni, scomparsa un po’ prima di Roberto. Roberto e Carla si stringevano la mano, raccontavano, a due voci, di viaggi lontani, delle meraviglie del mondo viste e vissute, di Mosca, del Bolscioi. Improvvisamente, quasi avvertendo un piccolo senso di colpa, come se esagerassero a rievocare cose che chi ascoltava non aveva visto mai , cambiarono registro e dissero: “ Ma l’ernesto come va? Il progetto dell’unità dei comunisti a che punto è? Come possiamo aiutarvi? ”.

Ecco, vogliamo ricordarti così, Roberto, in un tuo momento di felicità, vicino alla tua cara Carla, mentre rivivi la tua densa vita e parli di comunismo con i comunisti. Ricordandoti, ne siamo certi, come vuoi esserlo : compagno con i compagni. A te e a Carla: vi sia lieve la terra.

A nome di tutte le compagne e i compagni, 
Fosco Giannini, già direttore de l’ernesto; membro della segreteria nazionale del PdCI.