La lotta per la difesa del PCI

comunistidi Norberto Natali

“DAI LAVORATORI E DALLE LAVORATRICI HO IMPARATO ASSAI PIÙ CHE NON DAI LIBRI”. (Ambrogio Donini, 1988)

I Benetton hanno tutto l’interesse (forse una disperata necessità) di dimostrare “storicamente” che il ponte Morandi di Genova non poteva che essere costruito e gestito nel modo in cui è effettivamente avvenuto. Soprattutto se vogliamo fantasiosamente supporre che essi ne fossero stati, appunto, anche i costruttori.

Se, per esempio, in passato fosse esistito un ingegnere che avesse potuto progettare quel ponte in un modo diverso, più sicuro, ciò deve essere assolutamente nascosto. O meglio, se possibile, conviene fare carte false per dimostrare che quell’ipotetico ingegnere, invece, avrebbe costruito il ponte (o provveduto alla sua manutenzione) proprio come ha poi fatto quella famiglia di imperialisti. Sono in gioco la reputazione e tanti soldi.

Qualcosa del genere avviene per la nostra situazione politica: il disastro della sinistra, del movimento operaio italiano, si potrebbe definire unico al mondo.

È facile comprendere che enormi interessi premano affinché, “storicamente”, sia certo che la vicenda della nostra sinistra non doveva e non poteva avere alternative. Come per la metafora di sopra, è necessario convincere oggi che tutti i mezzi e le conoscenze di un tempo, convergevano (senza alternative) verso la costruzione e la manutenzione del ponte Morandi nel modo in cui è poi avvenuto, allo stesso tempo è necessario, per la borghesia oggi (per scopi presenti e futuri), convincere che “tutta” la storia del PCI convergeva verso l’esito effettivo che conosciamo ed i suoi sviluppi successivi.

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