Proponiamo l’intervista a Vladimiro Giacché, pubblicata come editoriale nel n. 1/2013 di MarxVentuno rivista comunista
Vladimiro Giacché è autore di Titanic Europa e candidato alla Camera per Rivoluzione Civile nei collegi di Toscana, Campania 1, Lombardia 2
AC Se facciamo il punto sulla situazione economico-sociale del nostro paese a cinque anni dal manifestarsi della grande crisi e dopo un anno di “cura” Monti, osserviamo che l’Italia vive una crisi profondissima, avvitata in una spirale recessiva di cui non si vede per il momento alcun segnale di inversione. Come scrivevi amaramente qualche anno fa, c’è il buio in fondo al tunnel… Quali sono i tratti salienti della crisi, e quali, nel contesto generale, i caratteri specifici della crisi italiana?
VG Io credo che questa crisi sia realmente un passaggio d’epoca. È finito un modello di crescita che ha sostenuto per oltre 30 anni i profitti (e anche il relativo benessere) dell’Occidente capitalistico, ossia il modello di crescita basato sulla finanza e sul debito (privato e pubblico) . La fine di questo modello è stata evidente dapprima negli Stati Uniti, dove la crisi è iniziata di fatto nel 2005-2006 con l’arretramento e poi il crollo dei valori degli immobili (perché la finanza non era più in grado di sopperire alle scarse risorse di chi comprava casa, perlopiù lavoratori con un reddito in calo). Poi, anche se a seguito del crack finanziario su scala mondiale sfiorato tra fine 2008 e 2009, e conseguente congelamento della liquidità su scala mondiale, ha colpito pure l’Europa.