di Giuseppe Agrello, segretario federazione PCdI Bologna
Sibili e deflagrazioni, raffiche di mitragliatrici, aerei che sganciano bombe. Con questi effetti sonori si è aperta la manifestazione bolognese contro la guerra. Effetti che vogliono provare a far riflettere su cosa significa vedere il proprio Paese invaso da eserciti stranieri che lasciano alle loro spalle morte e distruzione e, spesso, impongono come unica possibilità la fuga e l’abbandono delle proprie case, della propria terra, dalla propria stessa vita.
Chi è il responsabile di ciò?
Nel 1991 il Consiglio Atlantico approvò il Nuovo Concetto Strategico che impegna i paesi membri a condurre operazioni militari in “risposta alle crisi non previste dall’articolo 5, al di fuori del territorio dell’Alleanza”, per ragioni di sicurezza globale, economica, energetica, e migratoria.
Da alleanza che impegna i paesi membri ad assistere anche con la forza armata il paese membro che sia attaccato nell’area nord-atlantica, la Nato viene trasformata in alleanza che prevede l’aggressione militare. Ecco, dunque, il nemico principale, il responsabile.
Sotto il comando degli USA, che la usano per i loro fini economici, politici e militari, la nuova strategia NATO è stata messa in atto dalla Jugoslavia alla Siria, passando per l’Afghanistan, la Libia e le azioni di destabilizzazione in Ucraina in alleanza con forze fasciste locali.
L’Italia, suddita silente della Nato, assume integralmente le spinte belliche imperialiste e si pone anch’essa, con moto automatico, sui fronti tragici del riarmo totale e della guerra, come evidenzia la spesa di circa 80 milioni al giorno (che secondo le stime dovrà essere portata a 100 milioni al giorni): una spesa militare impressionante, una ricchezza immensa sottratta ai diritti e al welfare, un tributo di dolore sociale quotidiano pagato dal popolo italiano alle spinte imperialiste belliche degli USA e della NATO.
In breve: attraverso la violazione continua dell’art. 11 della Costituzione si è accentuato il processo di costruzione di un nuovo ordine autoritario e liberista nel nostro Paese e le immense spese militari hanno contribuito notevolmente al manifestarsi di una miseria sociale di massa.
Come se non bastasse, l’Italia, dopo aver occupato, depredato e massacrato la Libia dall’invasione del 1911 allo sterminio del 2011, si appresta a una nuova guerra contro il paese africano.
Si può restare indifferenti di fronte a tutto ciò? Si può essere silenti, macchiandosi di un’implicita complicità? La risposta appare essere scontata.
Ecco perché abbiamo sfilato per le strade di Bologna, lo abbiamo fatto per urlare il nostro no alla guerra, il nostro no alla Nato sostenendo convintamente la piattaforma politica #NoGuerra #NoNato, come recitato anche dallo striscione sorretto dai compagni. Una bella giornata di lotta, che ha visto la presenza numerosa e generosa di tanti compagni che con fierezza sventolavano le bandiere comuniste.