Altre adesioni operaie alla Costituente Comunista: Pistoia e Cantieri Navali di Fano

Ritengo che i peggiori mali della nostra epoca non vengono dalla natura o dal destino, dipendono dall’organizzazione sociale, dalla società divisa in classi in cui viviamo, rinunciare a combatterli significa esserne complici , consapevoli o inconsapevoli della classe dominante.

La classe dominante ci prepara un futuro di guerra e di barbarie, sappiamo bene che è necessario un immenso lavoro preparatorio, lavoro che per sua natura è invisibile, ma se si hanno chiari gli obbiettivi, le persone non si faranno certo spaventare dal lavoro, dall’impegno costante, dalla prospettiva della lotta.

Il comunismo ci indica la possibilità concreta di un mondo in cui “dopo che è scomparsa la subordinazione servile degli individui alla divisione del lavoro, e quindi anche il contrasto di lavoro manuale e intellettuale, dopo che il lavoro non è divenuto soltanto mezzo di vita, ma anche il primo bisogno della vita, dopo che con lo sviluppo generale degli individui sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti delle ricchezze sociali scorrono in tutta la loro pienezza, solo allora l’angusto orizzonte giuridico borghese può essere superato, e la società può scrivere sulle sue bandiere : ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni”.

Luca Corsini Margheri*
* operaio 5 livello rifinizione Paultex, iscritto alla CGIL e RSA aziendale e rappresentante lavoratori sicurezza (RLS), iscritto al PRC , componente del comitato federale di Pistoia e vice segretario della sezione PRC di Agliana.


Non è per nostalgia o per ideologismo che avverto il bisogno di ricostituire in Italia un Partito Comunista, ma dalla constatazione delle sconfitte che, senza di esso, il mondo operaio e il mondo del lavoro hanno subito negli ultimi decenni. Sconfitte che si traducono nel concreto in una miriade di vite umane strozzate.

È meditando su queste sconfitte che – in questo periodo di crisi che sembra non volgere mai al termine – dobbiamo ripartire per la ricostruzione di un autentico Partito Comunista, ma anche facendo tesoro della nostra storia e delle conquiste che nel passato abbiamo ottenuto per mezzo delle nostre lotte.

I comunisti dirigono le battaglie della classe operaia non soltanto per ottenere migliori condizioni di vita della forza-lavoro, per far crollare l’idea capitalistica di sfruttamento della classe operaia e dei lavoratori in genere, ma anche per combattere l’aumento dell’analfabetismo, dell’ignoranza, della sottomissione culturale, a cui la mentalità produttivistica dà luogo. In questo senso, i recenti attacchi sferrati dal governo all’articolo 18 e alla scuola vanno nella stessa direzione.

Forte è il desiderio di cambiare. Ma per rendere possibile questo cambiamento, è necessario operare sulla nostra stessa vita. Non vogliamo semplicemente far cadere questo governo, ma anche estendere l’interesse e la partecipazione dei lavoratori alla politica. Dobbiamo dare alle leggi una maggiore apertura democratica, ma per far questo è necessario che anche gli interessi degli operai e dei lavoratori penetrino in esse (che esse non siano solo l’espressione degli interessi delle grandi forze economiche e finanziarie) il che è possibile soltanto ricostruendo un Partito Comunista che ne rifletta i bisogni e le volontà.

Giovanni Aigotti – Operaio in mobilità dei Cantieri Navali di Fano