di Erman Dovis, Comitato Centrale PdCI, Federazione di Teramo
A Giulianova (TE), Convegno della Federazione di Teramo
Il tempo delle chiacchiere è ormai finito. La violenza terroristica con cui la borghesia monopolista sta scaricando la crisi economica sulle masse popolari di ogni continente, ha definitivamente cancellato ogni illusione riformista, ogni tentativo di conciliazione di classe tra capitale e lavoro.
Il terrorismo oligarchico manovra per dominare ogni aspetto della vita di tutti i paesi: ha già causato due guerre mondiali, e ora attacca e squarta le nazioni del terzo mondo, distrugge l’europa sociale, produce guerra, disoccupazione, povertà, fascismo. Il piano di sterminio di esseri umani in massa è stato ampiamente pianificato ed è in atto. Di fronte ad un processo ormai irreversibile di cosi devastante portata, a nulla servono gli appelli ,le raccolte firme, le preghierine delle anime belle. Con questa piena consapevolezza, sabato 28 Gennaio a Giulianova (TE), la Federazione di Teramo del PdCI, ha organizzato un convegno dal titolo “91′ PCD’I:UN CENTENARIO DA RICOSTRUIRE”. una iniziativa che non vuole assolutamente avere il sapore della celebrazione nostalgica, ma al contrario è prendendo spunto dalla drammaticità del presente che si rende necessario ricostruire il partito della classe operaia, la sola classe che possa opporsi alla distruzione in atto dell’intera umanità. proprio la classe operaia matura e consapevole è stata la protagonista dell’iniziativa di Giulianova, riuscitissima sotto il profilo della partecipazione ma soprattutto dal punto di vista politico. premesso che la qualità non si giudica dal consenso(e questo vale in tutti i campi della società, dall’arte alla letteratura alla musica) è bene sottolineare come il convegno abbia destato un grande interesse,raggiungendo un raggio di ampio respiro regionale. Politicamente, già la locandina del convegno mostra la riuscita dell’evento: l’unita’ politica dei comunisti, fondamentale nel processo di ricostruzione, può avvenire solo attraverso l’azione dirigente e consapevole della classe operaia, che irrompe sulla scena contrastando le burocrazie e i protagonismi piccolo borghesi . Aperto dall’introduzione del segretario regionale del Pdci Antonio Macera, il convegno si è sviluppato attraverso le interessantissime relazioni di Sergio Cararo (Rete dei Comunisti),Maurizio Nocera (Centro Gramsci di educazione e cultura),Bruno Steri (Rifondazione Comunista) e Ruggero Giacomini (Associazione Marx 21),che hanno saputo dimostrare come la ricostruzione comunista debba ancorarsi alla tradizione del partito leninista e gramsciano, strumento imprescindibile anche per una analisi concreta di classe, che nell’odierno mostra una situazione drammatica: si cerca di mascherare la natura sistemica della crisi economica, si tace sulla natura politica delle guerre scatenate dalle pulsioni imperialiste, sui decentramenti produttivi che rafforzano le concentrazioni oligarchiche e la conseguente disoccupazione di massa che essa genera. La denuncia di classe, tra l’altro, ha fatto emergere l’ipocrisia di un sistema che condanna la presenza del Magistrato Antonio Ingroia al congresso nazionale del Partito dei Comunisti Italiani, mentre tace sulla partecipazione di un altro magistrato, l’avvocato Paolo Ferraro, al congresso neofascista di Forza Nuova, e anzi la incoraggia neppure troppo velatamente .La forte partecipazione operaia al dibattito è stata la conferma della giustezza d’analisi della Federazione di Teramo. Gli operai intervenuti hanno mostrato, con consapevolezza, che alla crisi economica si accompagna sempre un obbiettivo politico ben preciso: quella del 1929 per esempio aveva tra le sue finalità la distruzione dell’Urss, questa odierna preme, tra le altre cose, per annientare tutto quanto resiste in Europa in tema di organizzazione operaia, tutele sociali, sistema del welfare. Il tutto è dimostrato dalle misure killer scaricate sulle masse popolari europee da Bce, FMI, dai predoni di Wall Street, dalle oligarchie industriali e finanziarie che hanno in mano il pianeta . Scendendo nell’analisi regionale, la situazione drammatica si ripercuote anche in Abruzzo, che ha vissuto sulla propria pelle il risultato dei decentramenti produttivi, della spoliazione del territorio, della svendita dei beni comuni. Attraverso la storia della lotta di classe nei nostri territori e della fase attuale, fatta di disoccupazione e di enormi difficoltà , la classe operaia abruzzese mostra però la sua tenacia e dignità, resistendo in ogni dove al criminale programma di restaurazione. Le conclusioni sono state affidate al compagno Fausto Sorini, responsabile Esteri del PdCI, che ha rimarcato l’utilità del convegno e degli interventi operai, ricalcando la necessità storica e politica della ricostruzione del Partito .Egli ha fatto leva naturalmente sul tema dell’unità, sia dei comunisti, sia delle forze di sinistra, e sul fondamentale lavoro culturale che dobbiamo portare avanti in ogni ambito della società. Da queste poche righe riassuntive quindi esce fuori un dato politico importantissimo: il convegno ha dimostrato che l’unità dei comunisti per la ricostruzione può essere raggiunta solo attraverso il ruolo attivo e dirigente della classe operaia: la borghesia monopolista divide, la classe operaia unisce. La Federazione del PdCI di Teramo, anche attraverso il successo di questa iniziativa, intende portare avanti in maniera determinata il suo modesto contributo per sconfiggere definitivamente le nere trame oscurantiste ed assassine del capitalismo, ed attraverso il comunismo umanizzare definitivamente l’intera società.
Vista l’importanza, gli atti del convegno saranno pubblicati.