Una delegazione comunista ucraina al Parlamento Europeo

a cura di Flavio Pettinari per Marx21.it

Gli europarlamentari del GUE appoggiano i compagni ucraini e denunciano il nuovo potere di Kiev

La visita in Belgio di una delegazione speciale del Partito Comunista d’Ucraina , guidata dal suo leader Petro Simonenko, può essere considerata come un evento davvero rivoluzionario. In meno di un giorno, i comunisti ucraini hanno dimostrato all’Unione Europea che il Partito Comunista è l’unica forza politica ucraina capace di resistere sotto la forte pressione degli avversari, di difendere i diritti dei propri elettori. E allo stesso tempo, è capace di potare avanti gli ideali dell’internazionalismo, del rispetto della libertà di parola e degli altri valori democratici che oggi la stessa Europa professa. Come sottolineano gli analisti europei progressisti, Simonenko “ha aperto gli occhi all’UE nei confronti degli attuali governanti di Kiev, ai quali l’Occidente si era appellato in precedenza”.


“Dobbiamo rendere omaggio alla capacità di Petro Simonenko di affascinare il suo pubblico e di far ascoltare le proprie tesi anche agli avversari” – questa frase è stata pronunciata alla radio da un commentatore, discutendo dell’appello del leader del Partito Comunista al Parlamento Europeo.

Lo scopo del viaggio di Simonenko e della sua squadra non è stato quello di “corteggiare” con la retorica i parlamentari europei – come ha scritto qualcuno. Anzi, al contrario, i comunisti ucraini hanno provato in maniera molto semplice e il più possibile comprensibile ai cittadini europei di raccontare di ciò che sta accadendo in Ucraina. Come il fatto che l’attuale direzione di Kiev viola i diritti umani fondamentali, che le strade delle città ucraine sono attraversate da bande armate di estremisti, o che chi non condivide le idee “arancioni” può cadere vittima di attentati compiuti da “sconosciuti” per motivi politici – come già accaduto a molti.

Nell’incontro con i deputati di sinistra del Parlamento Europeo, Simonenko ha avvertito i compagni occidentali circa la minaccia di falsificazione delle principali disposizioni politiche comprese nell’accordo di associazione tra l’Unione Europea dell’Ucraina. Simonenko ha inoltre affermato che i cittadini ucraini dovrebbero avere il diritto di decidere direttamente questioni così complesse attraverso un referendum nazionale, come proposto dai comunisti molto tempo prima che scoppiasse il cosiddetto Euromajdan. Altrimenti, secondo Simonenko, si può arrivare ad una ulteriore divisione dell’Ucraina, un tempo paese prospero e forte. “Io, personalmente e pubblicamente, li ho più volte avvertiti”, ha detto il capo del Partito Comunista d’Ucraina, riferendosi agli attivisti del Partito delle Regioni e ai membri dell’attuale maggioranza parlamentare.

Simonenko ha anche chiarito la posizione del Partito Comunista d’Ucraina a proposito dell’adesione della Repubblica Autonoma di Crimea e a proposito delle regioni “filorusse”: ad esempio, la stampa belga di destra aveva scritto che “tutti i comunisti sono favorevoli all’intervento militare russo”. Il leader comunista ucraino, parlando della Crimea, ha detto che l’adesione della penisola alla Russia è stato il risultato del lavorìo costante dei nazionalisti ucraini e di alcuni settori dei tatari di Crimea, che hanno seminato paura tra la popolazione che alla fine ha deciso di indire il referendum per tutelare i propri interessi.

Simonenko ha dichiarato che bisogna assolutamente risolvere il problema del nazionalismo radicale presente in Ucraina e che bisogna ripristinare lo status della lingua russa.

Durante il breve soggiorno a Bruxelles, Simonenko ha avuto un incontro con il gruppo della Sinistra Unita Europea / Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL), e successivamente con il capo del gruppo stesso Gabriele Zimmer, con la direzione del Partito del Lavoro del Belgio, con Ines Christine Zuber (europarlamentare del Partito Comunista Portoghese), Alfred Rubiks (europarlamentare del Partito Socialista della Lettonia) e rappresentanti del Partito Comunista Francese e del Partito Comunista di Grecia (KKE).

Nei colloqui, la delegazione ucraina ha descritto la situazione in cui il Partito Comunista sta lavorando e sta iniziando la campagna elettorale: decine di sedi occupate dai nazionalisti-fascisti (anche quella del Comitato Centrale), minacce continue ai parlamentari ed eletti a ogni livello, danneggiamenti alle loro proprietà, assalti armati dei fascisti durante le attività di propaganda dei militanti del partito. Nonostante questo, però, nessun membro del gruppo comunista al parlamento ha lasciato il Partito e sta crescendo il numero degli iscritti.

Tutti gli europarlamentari del GUE/NGL hanno garantito il pieno sostegno al Partito Comunista d’Ucraina e hanno espresso opinioni estremamente negative verso il governo illegittimo di Kiev, impegnandosi a far riconsiderare la posizione dell’UE nei confronti della giunta.

Fonti:

Ufficio Stampa del Partito Comunista d’Ucraina, www.kpu.ua
Agenzia GolosUA, http://ru.golos.ua/

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