Nota dell’Ufficio stampa del Partito Comunista Portoghese (PCP)
da pcp.pt
Traduzione di Mauro Gemma
L’internamento degli immigrati in campi di detenzione negli Stati Uniti, e in particolare la detenzione dei bambini separati dai loro genitori, è un atto barbaro che viola i più elementari diritti umani ed è espressione concreta di una politica xenofoba e razzista, che merita la condanna più viva del PCP, dimostrata dalla sua azione coerente e determinata nella difesa e affermazione dei valori di libertà e democrazia.
Avendo acquisito maggiore visibilità, dimensioni e gravità in conseguenza della “politica di tolleranza zero” della attuale amministrazione statunitense, la politica di detenzione e la separazione delle famiglie non è esclusiva all’amministrazione Trump, ma costituisce una pratica adottata dalle precedenti amministrazioni Sono noti campi e strutture di detenzione in cui sono stati internati migliaia di immigrati, oltre ai numerosi rapporti che confermano la natura sistematica della politica di immigrazione degli Stati Uniti profondamente sfruttatrice, discriminatoria e inumana, progettata in accordo con gli interessi dei grandi gruppi economici degli USA.
Il trattamento disumano di migliaia di immigrati negli Stati Uniti è lontano dall’essere l’unica espressione di una politica che viola sistematicamente i più elementari diritti umani in questo paese, come evidenziano le profonde discriminazioni e violazioni dei diritti delle diverse minoranze negli Stati Uniti, in particolare degli afro-americani, e il mantenimento di campi di detenzione al di fuori del territorio degli Stati Uniti.
Le pratiche che ora causano giustificata commozione e ripudio, in particolare nel continente europeo, non sono esclusive dell’amministrazione statunitense. Le politiche dell’Unione europea – che l’asse franco-tedesco intende ora approfondire con lo sviluppo del concetto di “fortezza europea” – sono ugualmente disumane, selettive e sfruttatrici, come è evidente nella scelta di finanziare il ritorno / dei campi di detenzione, in particolare in paesi terzi, come la Turchia; nella militarizzazione della questione migratoria; nell’usurpazione di elementi fondamentali della sovranità nazionale, con la creazione di una “polizia” e l’imposizione di una politica di asilo a livello dell’UE; e nella politica di selezione degli immigrati (la nota carta blu) in base alle esigenze del grande capitale.
Il PCP ribadisce che i movimenti migratori che segnano l’inizio del XXI secolo sono una conseguenza diretta della natura sfruttatrice, oppressiva e aggressiva del capitalismo. I milioni di migranti e rifugiati, che sono erroneamente “indicati” come una minaccia e un pericolo, sono le principali vittime delle politiche di sfruttamento, guerra e rapina delle potenze imperialiste in varie parti del mondo.