“Riunire i movimenti per la pace e del lavoro”

kobele dkpIntervista a Patrik Köbele, Segretario del Partito Comunista Tedesco (DKP)

da icp.sol.org.tr 

Traduzione di Lorenzo Battisti per Marx21.it

La Germania ha aumentato gli armamenti. L’Esercito Federale si è rafforzato. Contro tutte le proteste, la Germania continua ad esportare armi verso paesi quali l’Arabia Saudita. Cosa ne pensi della politica della Repubblica Federale di Germania verso l’Africa e il Medio Oriente (cioè dell’imperialismo tedesco)?

Patrik Köbele: Dovremmo cominciare prima con la politica degli armamenti in generale. Il Ministro della Guerra* Con der Leyen chiede 130 Miliardi per i prossimi 14 anni oltre all’attuale budget per gli armamenti. Quello che è interessante riguardo a questa richiesta è che l’aumento programmato del numero di carri armati gioca un ruolo importante. Questo indica una politica degli armamenti in linea con un atteggiamento esterno più aggressivo dell’Esercito Federale.

Infatti affermiamo che siamo in un periodo nel quale l’imperialismo tedesco sarà più aggressivo sia internamente che esternamente; questo è ovviamente collegato con le politiche dell’imperialismo tedesco in Africa e in Medio Oriente.

Partiamo dall’idea che l’imperialismo tedesco ha deciso di partecipare alla guerra in Siria con la paura di essere superato dagli eventi dopo l’intervento della Russia, che era in accordo con la legge internazionale e pienamente legittimo. Ma allo stesso tempo si dovrebbe anche considerare che ci sono anche attività militari programmate in Libia. La Germania ha anche attività militari in essere in Mali e in Africa Centrale da molto tempo.

Questo significa chiaramente una cosa: l’imperialismo tedesco, sebbene non sia in competizione con quello americano, ma in competizione con quello francese, cerca di rafforzare i propri interessi e realizzare le proprie ambizioni piuttosto forti in Africa e nel Medio Oriente.

E riguardo alla Gran Bretagna?

Prima di tutto, i britannici cercano di guadagnare potere all’interno dell’Unione Europea giocando la carta americana. Ma di fatto sono in una posizione piuttosto debole rispetto all’imperialismo francese e tedesco. Comunque, come ha dimostrato l’attacco alla Libia condotto insieme all’imperialismo francese, non sono meno pericolosi. Penso che c’è una relazione competitiva tra questi tre e penso che gli imperialismi francese e tedesco sono un po’ meglio posizionati in essa.

Questa competizione non colpisce l’Unione Europea?

Fondamentalmente il funzionamento dell’Unione Europea è quello di rappresentare gli interessi delle principali potenze imperialiste. D’altra parte l’Unione Europea cerca di bilanciare la competizione e lo sviluppo ineguale che crea continuamente situazioni difficili. Alla fine dei conti, hanno bisogno di continuare a sostenere l’Ue per continuare a bere il sangue dei paesi europei periferici.  In ogni caso si trovano a dover affrontare dei problemi poiché non possono controllare le loro stesse ineguaglianze e disparità di sviluppo. Quindi la loro competizione diventa una minaccia potenzialmente esplosiva per l’Ue.

Una “guerra imperialista” è spesso evocata negli ultimi tempi. Come alleato degli Stati Uniti, il capitale tedesco andrebbe in guerra contro la Russia?

Non penso sia probabile al momento. Il processo piuttosto continuerà per interposta persona come nel caso dell’Ucraina. Non penso che un confronto diretto sia desiderato o ricercato. Comunque, a causa dell’irrazionalità c’è una rischio relativamente alto che si sviluppi questo pericolo. Un esempio di ciò è l’abbattimento del caccia russo da parte della Turchia. Questo ovviamente può avere conseguenze che nessuno può controllare. Questa è stata una provocazione di Erdogan. Ha naturalmente e deliberatamente perseguito i propri interessi come fa Israele. E questo, ovviamente, può determinare in un aggravamento del caos. Penso che siamo nella situazione più pericolosa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma non penso che la dirigenza del capitale monopolistico tedesco miri a portare la Germania in guerra. Ciononostante il pericolo di un’escalation della guerra e delle attuali zone di guerra è grande nonostante tutto.

Il Partito Comunista Tedesco ha un concreto programma di azione contro l’aggressione dell’imperialismo tedesco?

Pensiamo che il vero punto è prima di tutto di rafforzare e di diffondere il movimento per la pace stesso. Secondo la nostra analisi, su questo tema della guerra e della pace, siamo in una posizione simile alla posizione della 7a Conferenza mondiale del movimento comunista contro il fascismo. Quindi c’è necessità di alleanze larghe.

In secondo luogo pensiamo che la cosa principale sia di riunire il movimento per la pace con il movimento dei lavoratori e questo è un grande problema oggi in Germania. Perché, purtroppo, il dibattito su questi temi è in declino all’interno dei sindacati. Inoltre le posizioni che sostengono la produzione di armi, che sostengono l’Esercito Federale, e che sostengono l’esportazione di armi prendono forza nei sindacati, e, secondo la mia opinione, questo è un enorme problema su cui dobbiamo lavorare. Quindi allo stesso tempo dobbiamo affrontare i conflitti che paralizzano il movimento per la pace e dobbiamo superarli.

Questa è, nei fatti, una discussione sulle varietà dell’imperialismo, una valutazione delle sue caratteristiche comuni e sulla competizione. Il punto è strategicamente molto importante. Comunque questo dibattito non dovrebbe paralizzare il movimento. Perché il vero problema è che la consapevolezza contro la guerra non può essere trasformata in azione, nonostante l’esistenza di una massiccia coscienza contro la guerra. Questo rende facile alla classe dominante ratificare il proprio percorso aggressivo. Che è ancora una volta aggravato dal problema dei rifugiati, perché è utilizzato per dividere e sfruttare.

Erdogan è occupato con il traffico degli esseri umani recentemente. E la Cancelliera Merkel?

Si, è traffico di esseri umani, è chiaro. Quello che fa il governo federale è anche traffico di esseri umani. Ma il vero problema è che è chiaro che la radice del problema di questa fuga è l’imperialismo con le sue guerre, con la devastazione della natura e con la devastazione delle radici di vita nel Medio Oriente, in Africa e altrove. Chiaramente infame è che l’imperialismo usa il disastro che ha creato per dividere la classe nei centri imperialisti. Per portare i rifugiati contro i residenti, immigrati contro non immigrati è chiaramente razzismo. Inoltre non si deve pensare che il governo della Merkel sia meglio del resto. Assurdo. Stanno solo seguendo una via lievemente diversa per imporre i propri interessi.

L’ondata di rifugiati ha creato grossi problemi nella Repubblica Federale di Germania. Questo riguarda anche l’Unione Europea già in crisi. Cosa pensa il DKP sulla soluzione del “problema rifugiati”? Può la classe dominante prenderne il controllo?

Cosa significa controllo in questo contesto? Se possono dividere il movimento dei lavoratori, se possono ottenere divisioni più profonde, questo significa che hanno raggiunto l’obiettivo. Se possono usare i rifugiati per eliminare il salario minimo, hanno raggiunto il loro obiettivo. Se possono installare un clima razzista, che non è altro che la divisione degli sfruttati, hanno raggiunto il proprio obiettivo. Infatti se parlano di una crisi – è anche una crisi ovviamente. Il tema dell’immigrazione non è altro che la prova di quanto sia marcio l’imperialismo. Ma è abbastanza forte da usare la propria stessa decadenza per consolidare il proprio potere.

Il DKP nel suo terzo giorno di congresso ha preso decisioni che cambieranno profondamente la strategia del partito. Cosa significano per il futuro del partito?

Vorrei prendere in considerazione l’intero congresso, e non solo il terzo giorno. Con l’approvazione della bozza di risoluzione principale ***, penso che abbiamo approfondito la nostra analisi e la nostra strategia. Abbiamo sciolto tre nodi. L’imperialismo tedesco diventerà più aggressivo sia internamente che esternamente, e la classe lavoratrice di questo paese non ha una preparazione adeguata per tutto questo. Quindi, concludiamo che dobbiamo concentrare i nostri sforzi per rafforzare il movimento per la pace e la lotta antimilitarista e antifascista. Il nostro ruolo speciale è nel dirigere questi movimenti contro il capitale monopolistico.

Su queste basi, abbiamo deciso una direzione che include punti che peseranno nel nostro lavoro negli anni a venire e abbiamo prese decisioni che riguardano le elezioni federali in cui il DKP è ora in posizione di partecipare. Abbiamo preso decisioni relative al 100° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. Abbiamo deciso di terminare la nostra posizione di osservatori nel Partito della Sinistra Europea per poter rafforzare il nostro Partito. Questa decisione ovviamente ha un carattere strategico. Perché indica chiaramente che vogliamo dare priorità all’intensificazione alla cooperazione con i partiti comunisti.

Sulla lotta di classe nei prossimi anni, pensiamo che un’intensa collaborazione con le forze comuniste sarà decisiva come precondizione di politiche di blocco con gli altri. Questo ovviamente necessita di una politica di alleanze; ovviamente dovremmo rivolgerci al movimento dei lavoratori che ha una coscienza socialdemocratica e ai nostri compagni lavoratori. Ma se riusciamo a creare un solido nocciolo di collaborazione comunista, possiamo farlo molto più facilmente.

NOTE:

* Köbele usa intenzionalmente Ministero della Guerra invece che Ministero della Difesa.

** VII conferenza internazionale comunista, che si riunì a Mosca nell’estate del 1935 e il cui punto principale era la lotta contro il fascismo.

*** il DKP si è riunito per il suo 21° Congresso il 14 e il 15 Novembre 2015 nella Città di Francoforte. La decisione che ha segnato la prima parte del Congresso che è durata 2 giorni è stata la definizione del DKP come “Partito Marxista-Leninista” e l’elezione della nuova dirigenza. Patrick Köbele è stato largamente eletto alla presidenza, la decisione di dichiarare il carattere Marxista-Leninista del Partito è stata presa con un voto a maggioranza di circa i 2/3. La bozza di risoluzione per terminare lo stato di osservatore del DKP nella Sinistra Europea è stato rinviato a un’altra data. Il Congresso è stato completato il 27 Febbraio 2016 con il terzo giorno che si è tenuto a Kassel.

Patrik Köbele è nato nel 1961 a Weil sul Reno, un paese vicino al confine svizzero. È entrato molto giovane nelle fila della “Gioventù lavoratrice socialista tedesca” (SDAJ), che è stato un forte movimento comunista giovanile negli anni ’70. È stato presidente dell’associazione dal 1989 al 1994. Secondo la sua testimonianza, è entrato nel DKP “perché voleva stare dalla parte dei lavoratori” nel 1978.

Al 20° congresso del Partito nel 2013, i delegati che perseguivano una politica comunista indipendente sono stati eletti dirigenti contro gli allora dirigenti che erano pro-Sinistra Europea. Köbele fu eletto alla presidenza con un voto a maggioranza. La presidenza di Köbele è stata rinnovata con una larga maggioranza dai delegati del 21° Congresso.