Intervista esclusiva con il rappresentante del CC del Partito Comunista della Polonia (KPP)
International Communist Press (ICP) | sol.org.tr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
ICP: Le forze di destra in Polonia hanno recentemente tentato di modificare le norme sull’aborto, continuando a reprimere le donne, come han fatto fin dalla controrivoluzione. Quali erano i diritti delle donne quando in Polonia esisteva il socialismo, prima, quindi, della controrivoluzione?
KPP: Fino al 1989, nella Polonia del Popolo, le donne erano indipendenti, godevano di eguaglianza sociale ed economica, avevano un lavoro, una partecipazione attiva nella costruzione del Paese e l’accesso ad un’istruzione gratuita a tutti i livelli.
Il primo periodo dopo la Seconda Guerra Mondiale è stato difficile. A causa dell’arretratezza economica del Paese prima della guerra e dei disastri causati dalla medesima, si è registrato un aumento di offerta di lavoro femminile. La richiesta era così alta anche perché la maggior parte dei sei milioni di vittime di guerra erano uomini in età produttiva. Le donne, perciò, assunsero la maggior parte di responsabilità in molti settori, anche nelle industrie. In questo modo, le donne acquisirono nuove abilità nelle professioni da sempre considerate “appannaggio maschile”.
Grazie alla meccanizzazione dei vari rami produttivi, tipicamente basati sul lavoro fisico, poterono diventare addette macchina. In aree tradizionali come l’agricoltura, il lavoro delle donne è stato promosso con slogan in loro favore, rappresentando donne su trattori. In queste condizioni la famiglia era solo una delle tante attività e le donne erano più libere di scegliere quale tipo di famiglia preferire.
L’aborto era legale secondo la legge dell’aprile 1956. Questa affermava che, per proteggere le donne dalle conseguenze di aborti effettuati in condizioni non sicure e da persone senza conoscenze mediche, solo ai medici qualificati era permesso eseguire un aborto. L’aborto era legale in caso di pericoli di salute durante la gravidanza, se la gravidanza fosse stata una conseguenza di uno stupro o se la donna incinta vivesse in difficili condizioni economiche.
Dopo il 1989 le donne divennero le prime vittime della trasformazione. Sono state le prime ad essere licenziate in seguito alla riduzione del lavoro, soprattutto per eludere i diritti legati al congedo per maternità e altri diritti associati all’infanzia. Allo stesso tempo, la chiesa cattolica ha iniziato a promuovere un modello sociale conservatore, aiutata dal concordato tra la Polonia e il Vaticano, dando alla chiesa molti privilegi.
ICP: Il rigetto da parte del Parlamento della legge anti-aborto sembra essere il risultato di un fallimento dei tentativi repressivi nutriti, da sempre, dalla Chiesa cattolica. Questa reazione sociale potrebbe anche evolversi in una lotta per limitare le politiche repressive della Chiesa su altre questioni sociali?
KPP: L’attuale legge sull’aborto è stata emanata nel 1993. Consente l’aborto in caso di stupro, deformazioni genetiche del feto e minaccia per la salute della madre. Fu presentata come un “compromesso”, ma in realtà venne dettata dalla chiesa. Ora i conservatori hanno cercato di imporre la nuova legge, liquidando anche queste eccezioni. E’ stato utilizzato un meccanismo che consente alla Chiesa di presentare proposte di legge a partire da iniziative sociali.
Tale proposta ha provocato una protesta ampia e massiccia, con la partecipazione di oltre 100mila persone. Per la prima volta, migliaia di persone hanno manifestato non solo nelle grandi città, ma anche nelle piccole. La manifestazione è stata chiamata “protesta nera”, perché i partecipanti si sono vestiti di nero.
Il partito “Legge e Giustizia” (partito nazional-conservatore polacco) ha quindi abbandonato il sostegno al divieto totale dell’aborto, ma appena una settimana dopo il suo leader, Jarosław Kaczyński, ha rilasciato una dichiarazione secondo cui le donne dovrebbero dare alla luce anche un neonato deforme, senza possibilità di sopravvivenza, al solo fine di battezzarlo e seppellirlo. Questa dichiarazione ha determinato le proteste del giorno successivo: stavolta le persone hanno contestato anche l’imposizione di riti cattolici come il battesimo. Nuove manifestazioni sono previste per il 24 ottobre.
Le parti coinvolte nella contesa si danno da fare, ma le persone si stanno facendo convinte che solo l’azione radicale e di massa porti risultati. Su questa base possiamo prevedere che la coscienza delle masse crescerà. Tuttavia è difficile dire se questo movimento durerà e si estenderà anche ad altre questioni.
ICP: I dati mostrano che l’attuale legge costringe le donne ad andare all’estero per abortire e le donne povere della classe operaia, che non hanno i mezzi finanziari necessari, abortiscono in condizioni insicure. In quale misura è diffusa la coscienza di classe nelle donne?
KPP: Il livello della coscienza di classe è basso. La protesta aiuta a diffondere e insegnare alla gente che può opporsi all’elite politica, ma decenni di propaganda capitalista hanno notevolmente diminuito la consapevolezza di classe. La mobilitazione ha confermato che la donna è più a sinistra di quanto lo è l’uomo; è soprattutto il caso delle giovani.
Ci sono molti problemi sociali che colpiscono soprattutto le donne. Pochi anni fa l’età pensionabile per le donne è stata innalzata di 7 anni; di 2 anni per gli uomini. Simile è la questione per quanto riguarda l’accesso all’istruzione e all’assistenza pediatrica. Le donne della classe operaia devono assentarsi dal lavoro a causa della mancanza di asili pubblici e della mancanza di fondi per pagare le strutture private. Inoltre le donne di solito guadagnano molto meno degli uomini a parità di lavoro. Ciò significa che l’oppressione economica è per lo più orientata verso le donne della classe operaia. Dovranno imparare che protestare solo contro il divieto di abortire non è sufficiente.
ICP: Durante le proteste, centinaia di migliaia di donne hanno partecipato ad uno sciopero contro la legge. Quali organizzazioni attualmente hanno organizzato e guidato lo sciopero? I comunisti hanno un ruolo nello sciopero e nelle proteste? Qual è stato l’appello politico del partito comunista della Polonia?
KPP: E’ stato organizzato principalmente dai gruppi femministi. La maggior parte dei partecipanti non erano militanti, alcuni erano liberali e socialdemocratici. Erano anche presenti membri del KPP alle dimostrazioni.
Il nostro approccio generale alle questioni sociali è associato a una prospettiva di classe. I comunisti devono ricordare che il divieto all’aborto ha i suoi legami diretti con gli antagonismi di classe, nonché con gli aspetti sociali. La lotta per il diritto all’aborto deve essere collegata con la lotta per l’istruzione, l’assistenza sanitaria o l’aiuto alle persone disabili. Ci opponiamo alle tesi dei media liberali sulla necessità di una “coalizione democratica” di tutte le forze che si oppongono al conservatorismo. Molti liberali sono anche responsabili dell’attuale situazione, dando privilegi alla Chiesa cattolica e sostenendo “il compromesso sull’aborto”. Hanno creato situazioni in cui le donne vengono sfruttate e maltrattate.
ICP: Dopo il rigetto del Parlamento, si vocifera che il partito “Legge e Giustizia” abbia annunciato un’altra norma simile a quella respinta. Pensate che i politici di destra forzeranno ulteriormente la mano nella campagna anti-aborto? Questo potrebbe innescare un inasprimento del sistema giudiziario e delle politiche controrivoluzionarie?
KPP: Questa è la prima sconfitta del partito di governo, che ha dovuto ritirarsi a causa delle proteste di massa. Ora il partito “Legge e Giustizia” sta cercando di attuare i suoi giochi politici per soddisfare entrambe le parti in conflitto: da un lato la maggioranza della popolazione che si oppone al divieto all’aborto e dall’altro, la Chiesa cattolica e il suo tradizionale elettorato di destra. Cercheranno di imporre il divieto di abortire in modi diversi o almeno di renderlo più difficile e meno accessibile. Ciò potrebbe causare la perdita di sostegno al partito “Legge e Giustizia”, ma le elezioni si terranno fra 3 anni, molte cose possono cambiare fino a tale data. Le nuove proteste sembrano riuscire nel loro intento, tuttavia molto dipende dal modo con cui verranno organizzate.