Portogallo. I principi e la coerenza delle proposte della CDU

di Mauricio Miguel | da www.avante.pt

cdu elezioni bandiereTraduzione di Marx21.it

La candidatura patriottica e di sinistra che la CDU (la Coalizione Democratica Unitaria, guidata dai comunisti portoghesi, ndt) in queste elezioni per il Parlamento europeo corrisponde agli interessi e alle aspirazioni dei lavoratori e delle classi e ceti sociali vittime di 37 anni di politiche di destra del Partito Socialista (PS), del PSD e del CDS/PP e di 28 anni di integrazione capitalista nell’Unione Europea, aggravate negli anni recenti dai PEC e dal patto di aggressione. I lavoratori e il popolo sentono sulla pelle le conseguenze del corso del declino economico, della disoccupazione, del brutale arretramento dei loro diritti lavorativi e sociali e dell’aumento dello sfruttamento. Il processo di impoverimento, dipendenza e subordinazione del Paese, con la successiva rinuncia alla sovranità nazionale, non è separabile dai successivi passaggi nel processo di integrazione capitalista in Europa e di costruzione di una struttura sovranazionale e federalista dettata dagli interessi dei grandi gruppi economici e delle grandi potenze come la Germania. Una costruzione, i cui trattati e accordi sono incompatibili con la Costituzione della Repubblica Portoghese e con il diritto inalienabile del popolo portoghese a uno sviluppo sovrano.

Senza rotture di significato democratico e di affermazione della sovranità, popoli e paesi come il Portogallo sono condannati alla regressione economica e sociale permanente, al dominio coloniale dell’UE e alle conseguenze della subordinazione alla dittatura dell’euro. Ciò di cui il Paese ha bisogno è la rottura con il processo di integrazione capitalista che affermi il diritto del Portogallo a uno sviluppo sovrano, che assicuri il recupero della sovranità monetaria e di bilancio. Un percorso che, come abbiamo sostenuto, esige la preparazione immediata del nostro paese a una possibile riconfigurazione della zona euro, ad una espulsione, implosione o a una decisione di uscita assunta in modo sovrano. Ed esige la rinegoziazione del debito, liberando il paese da questo impedimento allo sviluppo economico e dal saccheggio dei redditi del popolo e delle risorse nazionali.

Il Paese necessita di un cambiamento e di un’alternativa seria. E’ una dimensione patriottica e di sinistra del cambiamento che la CDU presenta al popolo e al Paese. Un’alternativa che al di là dell’indispensabile rafforzamento della CDU esige la convergenza dei lavoratori, dei settori antimonopolisti e di tutti coloro che non si rassegnano né si adattano alla politica di distruzione delle loro vite e del Paese che PS, PSD e CDS/PP rappresentano e promuovono in piena identità di posizioni con tutto ciò che è maggiormente e sostanzialmente contrario agli interessi del Paese. Un comportamento di sottomissione al grande capitale e alle grandi potenze che hanno ben espresso nelle loro votazioni nel Parlamento Europeo e nell’Assemblea della Repubblica.

E’ un percorso che esige principi e coerenza di proposte e per questo è incompatibile con le pratiche di coloro che, come il Bloco de Esquerda (BE, la formazione della “Sinistra Europea” che presenta la candidatura alla presidenza europea di Alexis Tsipras, ndt), non solo appoggiano l’approfondimento del federalismo sulla base dell’idilliaca “UE democratica”, ma sparano anche bordate contro la CDU (come ha fatto João Teixeira Lopes in un articolo nel sito del BE in Internet), con menzogne e mistificazioni. Si percepisce il loro fastidio. Ma sferrare attacchi alla CDU, accusandola di ambiguità sull’euro e sulla rinegoziazione del debito, è come minimo mancanza di onestà politica, soprattutto quando tali critiche partono da quelli, come BE, che hanno un percorso incoerente. Al contrario del BE – che è arrivato tardi e all’ultimo momento all’esigenza di rinegoziazione del debito – la CDU l’ha assunta fin dalla prima ora come un’esigenza cruciale. Al contrario del BE, che ha in alcuni dei suoi più autorevoli dirigenti (a cominciare da Louçã) i difensori della permanenza nell’euro, la CDU individua nell’uscita una questione necessaria, esigendone la preparazione, perché essa non si faccia – sull’esempio di quanto si è fatto al momento dell’ingresso – d’accordo con gli interessi degli speculatori e del grande capitale, ma salvaguardando gli interessi dei lavoratori e del popolo. Perché è stato il Bloco de Esquerda, e non la CDU, che la tentazione federalista ha portato a votare favorevolmente all’Assemblea della Repubblica per l’imposizione del memorandum della troika alla Grecia e a votare favorevolmente nel Parlamento Europeo gli “eurobonds”, l’inganno federalista che comporta la distruzione sociale che viene attuata in Portogallo. E’ il BE che nel suo programma elettorale difende la sostituzione della troika con il governo economico dell’UE – processo convergente con il trattato di bilancio -, che prevede il ritiro dei poteri dai parlamenti nazionali e sanzioni per i paesi che non rispettano l’agenda neo-liberale e antisociale del grande capitale. Per tutto questo e per molte altre ragioni, occorre votare CDU il prossimo 25 maggio e dare forza all’unica candidatura patriottica che può contribuire a unire i portoghesi nella lotta per un’alternativa reale.

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