Patriottismo e internazionalismo

pcp bandiera closeupdi Albano Nunes | da “Avante!”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese (PCP)

Riproponiamo per la rubrica “I comunisti e la questione nazionale” un articolo di Albano Nunes, figura storica del Partito Comunista Portoghese e tra i protagonisti della lotta antifascista del suo popolo contro il sanguinario regime di Salazar e Caetano.

Traduzione di Marx21.it

Patriottismo e internazionalismo sono inseparabili. Un partito comunista che sottovaluti il quadro internazionale della sua lotta e dimentichi i suoi doveri di solidarietà con gli altri popoli, cade in un ristretto nazionalismo e si condanna all’isolamento e alla sconfitta. Un partito comunista che non ritenga che il suo primo dovere internazionalista è la lotta nel proprio paese, perde il legame con le masse e cade nell’agitazione parolaia inconseguente.

In Portogallo viviamo una situazione politica particolarmente originale, in controcorrente rispetto a quanto sta accadendo all’esterno, in questa Europa. La sconfitta e il ritiro del governo di coalizione PSD/CDS ha avuto risultati che, per quanto è possibile e necessario, è giusto valorizzare. Tuttavia, senza una rottura con decenni di politica di destra e con i vincoli esterni, non sarà possibile assicurare lo sviluppo economico, il progresso sociale e la sovranità del Paese. La politica patriottica e di sinistra che il PCP promuove, è indispensabile per un Portogallo con futuro.

Naturalmente, non è indifferente il contesto mondiale in cui si sviluppa la nostra lotta. Nel 1974 il rapporto di forze sul piano internazionale, il processo di distensione in Europa promosso dall’Unione Sovietica e l’alleanza con la lotta dei popoli africani contro il colonialismo portoghese, avevano favorito la Rivoluzione di Aprile. Oggi, al contrario, viviamo le conseguenze della scomparsa dell’URSS e del campo socialista e i tempi sono quelli della resistenza e dell’accumulazione delle forze. Ma attenzione. L’attendismo e la rinuncia alimentati dalla classe dominante per neutralizzare e distruggere le forze rivoluzionarie raccoglierà frutti solo tra coloro che hanno dimenticato le lezioni del passato – il cammino della rivoluzione è fatto di avanzate e ritirate, di vittorie e sconfitte, ma segue sempre una linea ascendente – e hanno smarrito la prospettiva del socialismo.

Nel celebrare il Centenario della Rivoluzione d’Ottobre con la parola d’ordine “Socialismo, necessità di oggi e del futuro”, il PCP combatte le falsificazioni anticomuniste della Storia e riafferma con convinzione i suoi ideale e progetto comunisti. E non lo fa per volontarismo, ma basandosi sull’analisi delle contraddizioni e dei limiti storici del capitalismo e della necessità del suo superamento rivoluzionario. E sottolineando che, nonostante tutte le apparenze pessimistiche,  i grandi pericoli dell’offensiva dell’imperialismo coesistono con reali potenzialità di sviluppi progressisti e rivoluzionari.

Difendere la sovranità nazionale affrontando le ingerenze dell’imperialismo, siano esse dell’Unione Europea, della NATO, del FMI o di qualsiasi altra istanza sovranazionale, è un dovere fondamentale. L’idea alimentata dalla comunicazione sociale dominante e dalla narrazione governativa secondo cui il Portogallo sarebbe condannato all’impotenza di fronte alle dinamica della globalizzazione imperialista deve essere combattuta con fermezza. Rappresentando un compito patriottico irrinunciabile, la difesa della sovranità nazionale è anche il migliore contributo alla lotta antimperialista e alla causa universale della liberazione dei lavoratori e dei popoli. E’ il modo migliore di celebrare il significato internazionale e il valore internazionalista della Rivoluzione d’Ottobre.