La “Pravda” intervista Egon Krenz, ultimo leader della RDT

egonkrenzda kprf.ru

Traduzione dal russo di Mauro Gemma per Marx21.it

Egon Krenz è stato l’ultimo leader nella storia della RDT. Dopo l’annessione della Germania socialista da parte della RFG (sull’argomento, rimandiamo al pregevole volume “Anschluss l’annessione” di Vladimiro Giacché, NdT) sono iniziate le persecuzioni nei suoi confronti. Sotto stretta sorveglianza della polizia all’inizio degli anni ’90, dal 1997 al 2001 fu incarcerato con l’accusa di “attività anti-statale” nel periodo che aveva preceduto la caduta del muro di Berlino. Dopo il suo rilascio, Egon Krenz, a differenza di molti ex “compagni di partito”, è rimasto fedele alle sue convinzioni comuniste e ora condivide con passione la sua esperienza di dirigente e combattente con i rappresentanti della più giovane generazione di comunisti tedeschi, in stretta collaborazione con il coraggioso e tuttora discriminato Partito Comunista Tedesco (DKP).


Di seguito, l’intervista da lui concessa alla “Pravda”, organo del Partito Comunista della Federazione Russa. (MG)

Come è stato possibile, nonostante tutti i colpi del destino alla fine degli anni ’80, all’inizio degli anni ’90, rimanere un combattente inflessibile nonostante l’età fosse già abbastanza rispettabile già in quel momento?

Già nella prima infanzia, avevo assistito all’agonia del fascismo tedesco, seguita dal suo totale collasso. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la nostra famiglia viveva nel territorio in cui la DDR si sarebbe formata pochi anni dopo. Nella mia giovinezza, sono giunto alla conclusione che solo una via era possibile per la Germania: la demilitarizzazione, la costruzione di una nuova società socialista, il vivere in pace e il buon vicinato con altri paesi. All’età di 18 anni, sono diventato un membro del SED. Da allora, sono rimasto fedele alle convinzioni della mia gioventù, e la correttezza della mia scelta è stata ripetutamente confermata e continua a essere confermata dalla vita stessa.

Sono del tutto convinto che la vera essenza di ogni persona sia rappresentata dalle sue convinzioni. E se si rimane fedele alle convinzioni consolidate da lungo tempo e non si oscilla da una parte all’altra, a seconda della situazione o delle varie circostanze personali, allora possiamo tranquillamente dire: una tale persona non ha vissuto invano.

A questo proposito, la domanda è: quante volte avete avuto occasione di discutere con gli oppositori politici sul tema riguardante dove la vita era migliore – nella RDT o nella RFG?

Questa domanda viene sollevata anche oggi,pur essendo trascorsi quasi 30 anni da quando la RDT, purtroppo, ha cessato di esistere. Cerco sempre di rispondere a una domanda del genere, basata sulla mia principale convinzione su questo punto: è sbagliato immaginare la RDT peggiore di quanto non fosse, e la RFG migliore di quello che è.

Se giudichi questa domanda dal punto di vista storico e politico, devi notare che fin dal momento della sua formazione come stato unico, la Germania ha sempre perseguito una politica aggressiva nei confronti dei suoi vicini. Non basta ricordare che è stata la Germania a essere l’iniziatore principale di entrambe le guerre mondiali, e in alcuni conflitti regionali, anche lontano dal suo territorio, hanno partecipato le forze armate tedesche? Ce ne sono statie molte in tutta la storia tedesca, ma queste guerre sono risultate alla fine benefiche per il popolo tedesco? No, è stato esattamente il contrario.

Per quanto riguarda la RDT, è stata l’unica eccezione alla suddetta “regola” della politica tedesca. Per tutti i 40 anni dell’esistenza di questa repubblica, il territorio della RDT non ha mai rappresentato una minaccia per gli altri paesi, ha rappresentato uno stato pacifico che ha costruito il socialismo. Nonostante la sua stretta vicinanza alla NATO, l’Esercito popolare nazionale della RDT non è mai stato in allerta e le sue unità non hanno mai lasciato il paese per partecipare a guerre a livello regionale o interregionale. La RDT è stata coinvolta solo in esercitazioni militari insieme ad altri stati del Patto di Varsavia, l’unione dei paesi democratici dell’Europa guidata dall’URSS.

Nello stesso periodo la RFG divenne la roccaforte principale della NATO in Europa. Le basi militari americane si trovano ancora sul suo territorio e, a giudicare dalle ultime intenzioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il loro contingente aumenterà a causa della presunta minaccia dalla Russia. Nelle condizioni attuali tutto ciò sembra assolutamente ridicolo.

Può descrivere maggiormente questa situazione?

La situazione è comprensibile a qualsiasi persona imparziale. Quando sul territorio della RDT, e in conformità con gli accordi di Potsdam, si trovavano truppe sovietiche, l’intero mondo occidentale gridava continuamente all’ “‘occupazione”. Allo stesso tempo, per qualche ragione, era dato per scontato che i contingenti americani, inglesi e francesi venissero contemporaneamente collocati sul territorio della Repubblica Federale di Germania. Ora, tuttavia, non solo gli americani sono rimasti nella Repubblica Federale di Germania, ma sono diventati persino più numerosi che negli anni del dopoguerra. Mentre le truppe sovietiche presenti nel territorio dell’ex RDT, che è divenuta parte della Repubblica Federale di Germania, furono ritirate molto rapidamente e completamente. Così, se oggi vogliamo parlare di “occupazione”, questa è l’occupazione americana della Repubblica Federale di Germania! Ma, a differenza della situazione con le truppe sovietiche nella RDT, questa situazione in Occidente è considerata normale e naturale. Inoltre, le attuali autorità della Repubblica Federale di Germania non resistono particolarmente alla pressione degli Stati Uniti sull’aumento dei contributi al budget e alle spese militari della NATO nel suo complesso, condividono l’opinione che “dobbiamo parlare da una posizione di forza con Mosca”, non si oppongono alla partecipazione della Bundeswehr in varie esercitazioni e manovre della NATO, fuori dalla Germania.

Inoltre, i soldati tedeschi sono stati recentemente coinvolti in modo crescente nella composizione delle unità della NATO di stanza in prossimità dei confini della Russia. Ad esempio, contingenti della Bundeswehr sono già nel territorio dei paesi baltici. E questo nonostante il fatto che nel 1990 i leader della NATO avessero solennemente assicurato all’URSS che dopo l’unificazione della Germania, il blocco non si sarebbe espanso verso est, verso i confini sovietici. Quindi da chi proviene la vera minaccia – dalla Russia o dalla NATO?

Il suo intervento al meeting anti-NATO nel corso del festival di Dortmund non è stata solo emozionante, ma anche molto combattivo.

Dobbiamo offrire alle persone un’immagine reale di ciò che la NATO è oggi. Questa è un’organizzazione militare aggressiva in cui la Germania svolge un ruolo importante. Dobbiamo spiegare alla gente nel nostro paese e ovunque che la NATO è un male che deve essere combattuto, e il compito dei tedeschi è di intensificare la lotta per l’uscita del loro paese da questo blocco. Hai notato quanti erano i giovani alla manifestazione? Sono loro che prima di tutto devono conoscere la verità.

Lo status di paese non allineato andrebbe a beneficio della Germania sotto tutti gli aspetti: militare, politico, economico. L’iniziativa di massa “Disarmo anziché la corsa agli armamenti”, che i comunisti e tutte le forze di sinistra della Repubblica Federale di Germania hanno iniziato quest’anno e continuerà per molto tempo, è finalizzata a questo. Con questo appello alle autorità federali tedesche, solo i comunisti hanno già raccolto quasi 35 mila firme. La campagna continuerà e sono certo che non passerà inosservata al governo.