di Giacomo Serini
Partecipare alla Festa do Avante 2012, storica festa del che il PCP dal 1976 organizza tutti gli anni, è stata una opportunità: la festa do Avante è allo stesso tempo un grande momento di formazione per noi comunisti che operiamo nel contesto italiano e un evento culturale e politico con pochi eguali nel panorama europeo.
Respirare per tre giorni l’aria di questa festa, profondamente diversa da quella che si respira da noi, non solo ci dà la cifra delle profonde diversità che esistono tra il movimento comunista portoghese ed il nostro, ma osservare il lavoro e lo sforzo dei compagni portoghesi mi suggerisce alcune riflessioni sulla nostra azione politica.
Mettendo da parte la diversità del contesto storico, politico ed economico tra il Portogallo e l’Italia, un’osservazione anche solo superficiale, del PCP è utile al nostro ambizioso progetto congressuale di Ricostruzione del Partito Comunista.
Il primo cardine dell’azione dei compagni portoghesi, ed è quello che si avverte appena si entra nella Festa è il valore e la concezione della militanza. È da ricordare che l’intera area in cui si svolge la festa è di proprietà del partito, questo fatto che può apparire marginale in realtà la dice lunga su come il PCP intende l’autonomia del progetto comunista.
Già da alcuni mesi prima dell’inizio della festa i militanti si muovono da tutto il Portogallo per montare le strutture. Giovani, anziani, donne e uomini si concentrano in giornate di lavoro volontario che rinsaldano l’unione tra i compagni, la volontà di stare insieme per costruire un evento dall’enorme significato culturale e politico per tutto il paese.
Uno spirito di abnegazione che coinvolge chiunque, dal militante che ogni giorno lavora per rafforzare il partito, ai dirigenti più in vista. Uno spirito che noi abbiamo, certo, ma che dobbiamo rinsaldare se davvero vogliamo vincere l’ambiziosa sfida che ci siamo dati.
Seppur fiaccati nel morale dalle sconfitte, dalla non facile situazione del partito e dal contesto nazionale non certo benevolo, dobbiamo riuscire a moltiplicare i nostri sforzi, sorretti dalla nostra infinita passione politica e dalla giustezza delle nostre idee.
Da non tralasciare è la questione dell’autofinanziamento del partito, a cui la festa dà un contributo determinante. I vari stand locali, animati dal lavoro dei militanti, non servono solamente a mostrare il lavoro politico delle federazioni locali del PCP, ma anche ad autofinanziare le attività politiche del partito. Un partito che riesce a finanziarsi autonomamente, senza doversi necessariamente legare alla presenza di membri nelle assemblee elettive, pure decisive nel complesso di qualsiasi partito comunista, perlomeno in occidente.
L’autofinanziamento è una questione determinante e decisiva, che rimanda all’autonomia di un progetto politico rivoluzionario, e che in Italia assume una forma particolare: da un lato la nostra uscita/estromissione dal parlamento e dall’altro il vento dell’antipolitica che pone sotto forte attacco il principio dei finanziamento pubblico. Tuttavia è bene ricordare che non mancano affatto i tentativi di attaccare il PCP sul versante dell’autofinanziamento, per questo la Festa do Avante si configura come uno dei migliori esempi della volontà di un Partito Comunista dell’Europa occidentale di garantirsi l’autonomia, l’esistenza e, dunque la possibilità di essere presenti ed agire capillarmente nel contesto nazionale.
Il secondo elemento che deve farci riflettere è la volontà con cui il PCP riesce a tenere ben salda la barra ideologica e la coesione del Partito. La preparazione culturale ed ideologica è qualcosa che si avverte fin dalle prime parole scambiate con qualsiasi militante del PCP. Anche grazie alla sua autonomia pressoché totale, il PCP è in grado di lanciare slogan e parole d’ordine forti, dalla valenza politica significativa, capaci di radunare e mobilitare grandi settori della popolazione portoghese, riuscendo a raggiungere e coinvolgere, compito che in Italia sembra rivelarsi più difficile, una grande fetta della gioventù portoghese anche in età pre-elettorale, e tutto questo mantenendo sempre aperta la questione del cambiamento, della trasformazione sociale, del socialismo.
Ma questa coerenza e questa indipendenza così come la tenacia e la forza evocata degli slogan non sono assolutamente un elemento che marginalizza il PCP, segno che è importante costruire un pensiero forte e alternativo, in barba ai teorici dell’”innovazione”. Il PCP, e la su Festa do Avante, sono un punto di riferimento nel panorama politico e culturale portoghese, anche per chi non si definisce comunista o di sinistra. Un evento ed un’organizzazione riconosciuti ed apprezzati da chiunque (come abbiamo avuto modo di constatare durante la festa): dall’impiegato aeroportuale al conducente di bus. Ed è probabilmente questo il secondo grande compito che spetta a chi ha l’intenzione di ricostruire un partito comunista in Italia: far tornare i comunisti, un po’ come è stato anche per il P.C.I, in alcuni momenti della sua lunga storia, un soggetto politico riconosciuto ed apprezzato nel panorama politico nazionale, punto di riferimento politico, culturale ed organizzativo, che opera in un contesto sociale e che allo stesso tempo tiene aperta la prospettiva del suo cambiamento.
Il terzo tratto distintivo del PCP, osservato nei giorni della Festa, è l’ingente investimento fatto dal partito sui propri giovani. Tantissimi giovani, tutti ben preparati ideologicamente e culturalmente (Anche grazie alla scuola di partito che si trova nell’area della festa), che in un futuro non troppo lontano, data la grande attenzione che il PCP pone sui giovani, ricopriranno nel partito gli incarichi più svariati. Giovani a cui il PCP non ha timore di affidare l’organizzazione di ampi settori di una festa che accoglie 300.000 visitatori all’anno. Giovani che festosamente partecipano alle giornate di lavoro volontario volte all’allestimento degli stand e al loro abbellimento attraverso splendide e colorate raffigurazioni di lotta che animano il Portogallo durante l’anno.
Giovani che, non rinnegando la propria tradizione e le categorie proprie di noi comunisti riescono ad adeguarsi al cambiare dei tempi riuscendo a raggiungere, coinvolgere e far passare alla militanza altri giovani. Anche in Italia, proprio noi comunisti abbiamo giovani bravi, preparati, disposti al sacrificio della militanza in così dure condizioni di lotta e in un così difficile contesto. Ecco, sono questi giovani l’investimento migliore da spendere nel processo di Ricostruzione del Partito Comunista.