La Festa de l’Humanité 2013: memoria, pace e pensioni

di Lorenzo Battisti, Comitato Centrale Pdci

fetehumanite2013Poco più di un anno fa Hollande veniva eletto Presidente in un tripudio di piazza che evidenziava le tante speranze che il popolo francese aveva riposto in lui, dopo mesi di scioperi contro la riforma delle pensioni di Sarkozy. Ad appena un anno di distanza l’atmosfera sembra completamente cambiata e il sentimento che si respira in Francia è molto diverso da quello del Maggio 2012.

Il 10 settembre è stato indetto nuovamente uno sciopero dalla Cgt e da altri sindacati contro la riforma delle pensioni di Hollande, incredibilmente simile a quella di Sarkozy, contro la quale gli stessi socialisti si erano opposti.

Come tutti gli anni, la Festa de l’Humanité rappresenta un grande momento di dibattito, di confronto e di organizzazione per i comunisti e per i lavoratori francesi. Proprio l’attuale situazione ha reso questo appuntamento particolarmente importante.


La Festa de l’Humanité: contro la guerra in Siria

Come ha sottolineato il Segretario del Pcf Pierre Laurent, i media cercano ogni anno di ignorare la Festa e i tantissimi eventi e dibattiti che vi svolgono. Ma ogni anno sono obbligati a spostare l’obiettivo su questo grande evento organizzato dai comunisti francesi.

La Festa de l’Humanité infatti si impone per la sua grandiosità (si sviluppa su 70 ettari) e la sua partecipazione (470’000 persone hanno partecipato nei 3 giorni, sfidando la pioggia battente) e testimonia la capacità di organizzazione e di mobilitazione dei comunisti francesi.

La Festa è stata attraversata da tre grandi temi. Il primo è il no alla guerra in Siria e l’opposizione all’interventismo quasi solitario di Hollande. Tutti i dirigenti del Pcf, a partire dal Segretario e dal direttore de l’Humanité, hanno colto ogni occasione per sottolineare la follia di queste minacce di guerra e per invitare i lavoratori francesi a far sentire la propria voce contro l’intervento armato. Il Pcf chiede un cessate il fuoco alle due parti e la ricerca ostinata di una soluzione politica per il conflitto. Evidenzia inoltre come esista il rischio che la sconfitta di Assad porti al potere forze tutt’altro che democratiche.

Inoltre è stata l’occasione per rilanciare l’iniziativa contro la riforma delle pensioni di Hollande, che come Sarkozy, vuole portare l’età pensionabile a 67 anni con 43 anni di versamenti. E per pubblicizzare l’iniziativa, il governo ha anche aperto un sito internet in cui ciascuno può calcolare quanto gli manca alla pensione e quanto sarà l’ammontare della stessa. Molti giovani francesi hanno consultato il sito e si sono resi conto di qual è il futuro a cui i socialisti li vogliono condannare. Per questa ragione in prima fila contro questa riforma c’è la Gioventù Comunista Francese, che ha promosso il comitato “Le pensioni, un problema dei giovani” a cui partecipano molte associazioni dei giovani e il Sindacato degli studenti: questo collettivo ha già indetto manifestazioni nei giorni di discussione del provvedimento e invita i francesi di ogni età, a partire dai tanti delusi da Hollande, a unirsi alle manifestazioni e alle lotte.

Infine in tutta la Festa ci sono stati momenti di solidarietà con i 5 sindacalisti di Roannes, perseguitati e arrestati dalla giustizia francese in seguito alle lotte del 2010 contro la riforma delle pensioni. Questi militanti della Cgt, pur non avendo fatto violenza contro alcuno, sono stati mandati sotto processo per aver scritto slogan contro Sarkozy sui muri. Questo gli è costato anche la prigione, quando, con un vero accanimento persecutorio, è stato chiesto loro un prelievo del proprio Dna. Il Pcf aveva proposto una legge di amnistia per le lotto sociali del 2010-2011 che mettesse fine alla repressione sindacale. Per venire incontro ai socialisti, si erano esclusi dall’amnistia quanti si erano resi colpevoli di atti contro le forze dell’ordine. Ma neanche questo è bastato ai socialisti e così oggi la repressione continua.

La Festa è stata anche l’occasione per ricordare la figura di Salvador Allende a 40 anni dall’attacco alla Moneda e per chiedere ancora la liberazione di Barghouti, detenuto nelle prigioni israeliane.

A un anno dalle elezioni: il dibattito tra il Pcf e il Pg

Alla Festa si è molto discusso anche delle prossime elezioni locali che si svolgeranno nel Marzo 2014: tutte le amministrazioni francesi verranno rinnovate e nel Front de Gauche si sono evidenziate divergenze sulla tattica da adottare in quell’occasione.

Mélenchon, l’ex candidato alle presidenziali e presidente del Parti de Gauche, ha cercato di imporre a tutti i partiti del Fdg la scelta di non allearsi in alcun comune con il Partito Socialista. E se gli altri non lo seguissero, ha dichiarato che presenterà da solo delle liste del Fdg. In sostanza un’imposizione che rompe con il metodo che finora aveva caratterizzato il Fdg. Il Pcf infatti rifiuta una strategia imposta nazionalmente e preferisce valutare nei vari contesti locali l’esistenza o meno delle condizioni per un’alleanza: c’è la possibilità concreta di riconquistare 30-40 comuni tradizionalmente rossi, che sono passati negli anni ai socialisti o alla destra.

Il Parti de Gauche sembra ignorare due fatti importanti. Il primo è che una parte importante dello Stato Sociale francese è amministrato dai comuni: il rischio, senza un’alleanza con i socialisti dove ve ne siano le condizioni, è che il comune passi a destra con pesanti conseguenze per i ceti popolari. Inoltre nel 2014 con tutta probabilità si assisterà alle prime forme di alleanza tra la destra gaullista dell’Ump e il Fronte Nazionale dei Marine Le Pen, con il rischio molto serio di vedere l’elezione di sindaci del Fn. Questo, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe aprire loro anche la strada del Senato, dove la base elettorale è composta dagli eletti nelle istituzioni francesi.

La forza del Front de Gauche è stata quella di essere un’opposizione radicale che al contempo evitava tutti i tipi di settarismo ed estremismo. Questo infatti ha sempre rifiutato l’etichetta di estrema sinistra, ritenendosi parte integrante della sinistra, di cui fanno parte tradizionalmente i socialisti e i comunisti. Questo ha permesso di raggiungere i risultati degli anni passati e di avvicinare tantissimi lavoratori stanchi delle politiche della destra. Anche in questa occasione prevarrà di sicuro questa linea e la coalizione saprà giudicare a quali coalizioni locali partecipare e utilizzare queste come strumento di lotta contro gli effetti dell’austerità socialista.

I Comunisti Italiani alla Fete de l’Humanité

La Festa de l’Humanité non è solamente un grande momento di fraternizzazione, accompagnata dalle specialità culinarie francesi, ma rappresenta anche un importante momento di dibattito, di confronto e di scambio di esperienze.

Il Partito dei Comunisti Italiani ha partecipato come ogni anno alla Fete de l’Humanité e ha colto questo grande momento per stringere i rapporti con il Pcf e per confrontarsi con gli altri partiti presenti alla festa.

Quest’anno il Pdci è stato accompagnato da due sindacalisti italiani che hanno utilizzato l’occasione della Festa per conoscere e confrontarsi con i loro colleghi francesi. E i militanti della Cgt sono stati molto curiosi di conoscere le esperienze italiane di lotta e si sono resi disponibili a organizzare in futuro momenti di confronto e di lotta comuni.

Un altro momento importate a cui i Comunisti Italiani hanno partecipato è stata il dibattito sul libro “La Chine et le Monde”, che raccoglie gli interventi dei relatori che hanno partecipato all’incontro sulla Cina organizzato lo scorso giugno a Bruxelles, in cui tra gli altri è contenuto un contributo di Francesco Maringiò del Dipartimento Esteri. Al dibattito ha partecipato anche Samir Amin, insieme a importanti relatori venuti dal Brasile, dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti. Questo libro, così come la discussione che lo ha accompagnato, rappresenta un importante momento di riflessione sulla Cina e sul ruolo che questa sta giocando nel mondo odierno. Ci troviamo spesso confrontati a una campagna di disinformazione contro la Cina e questi libri permettono di fornire ai militanti importanti strumenti per combattere questa campagna orchestrata dai maggiori media.

I prossimi mesi: pace e pensioni

I lavoratori francesi dovranno affrontare dure sfide nei prossimi mesi. La Francia sembra più decisa che mai a perseguire i propri interessi a discapito dei popoli del medio oriente e Hollande continua a minacciare un impegno militare in Siria. Inoltre la riforma delle pensioni non è stata ritirata e sembra essere sostenuta da una parte di quei sindacati che nel 2010 furono costretti dai propri iscritti a combattere quella di Sarkozy.

Il Pcf ha già annunciato altri momenti di partecipazione in tutta la Francia per evitare l’impegno francese in Siria, cercando il sostegno di tanti militanti pacifisti e di sinistra. Al contempo esso rappresenta, insieme alla Cgt, l’opposizione più decisa contro la promessa di austerità e di taglio delle pensioni di Hollande. La Francia è già stata colpita l’anno scorso da uno dei più forti tagli al bilancio della propria storia (20 Miliardi) e Hollande ne ha promessi altri 15 per quest’anno. E le imprese francesi chiedono di ridurre il costo del lavoro per diventare competitive. A tutto questo il Pcf si oppone, facendo osservare che decine di miliardi di euro vengono pagati ogni anno in dividendi e ponendo lui solo una questione ai lavoratori francesi, al governo e alle imprese: cominciamo a parlare del costo del capitale invece del costo del lavoro; riduciamo la finanza invece delle pensioni.