La farsa mistificante della nomina delle cariche istituzionali dell’UE

vonderleyen lagarde collagedi Pedro Guerreiro, Segreteria del Partito Comunista Portoghese (PCP)

da avante.pt

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

Se le decisioni adottate dal Consiglio Europeo in merito alle nomine delle diverse cariche al vertice delle istituzioni dell’UE avevano già rappresentato l’affermazione del “nucleo duro” (in termini di rappresentanza politica sia nazionale che, fondamentalmente, degli interessi economici e finanziari) dell’integrazione capitalista europea, il voto al Parlamento Europeo per Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea ne è stato il corollario.

Nonostante la capacità dimostrata dalla convergenza di diversi paesi – in particolare dell’Europa orientale, ma non solo – per respingere i “diktat” e condizionare (ma non determinare) queste decisioni, è l’affermazione inequivocabile del potere dell’asse franco-tedesco – con Lagarde alla Banca Centrale Europea e Ursula alla Commissione Europea – con l’associazione ora necessaria dei cosiddetti liberali nella coalizione logora con i cosiddetti socialisti o socialdemocratici (al fine di garantire una maggioranza stabile nel PE), che segna in modo significativo l’avvio del periodo che ci aspetta.

Un altro aspetto importante da tenere presente è che il risicato voto per Ursula nel Parlamento Europeo è espressione delle contraddizioni del processo di integrazione capitalista stesso, che tenderanno ad essere esacerbate dall’approfondimento della sua crisi.

Come al solito, gli araldi dell’Unione Europea hanno sprecato fiumi di inchiostro per esaltare le doti di Ursula, in particolare quando si è presentata al Parlamento Europeo – sicura dell’accordo raggiunto – adempiendo al ruolo assegnatole, attraverso un esercizio mistificante volto a facilitare la “giustificazione” del voto dei cosiddetti liberali e degli stessi socialisti e socialdemocratici.

Sotto la copertura di false preoccupazioni sull’ambiente, i diritti sociali, i diritti della gioventù e delle donne, la democrazia, ha naturalmente omesso le politiche (i suoi responsabili e gli interessi che servono) che sono alla base di crescenti disuguaglianze e ingiustizie e ha riconfermato l’intero programma volto ad approfondire l’UE.

Dalla visione neoliberista del cittadino che inquina e paga alla prosecuzione dell’Unione Bancaria e del Mercato dei Capitali; dall’adempimento del Patto di Stabilità al Semestre Europeo; dalle cosiddette “frontiere” dell’UE all’estensione della decisione a maggioranza qualificata nella cosiddetta “politica estera dell’UE” e alla militarizzazione dell’UE nel quadro della NATO in modo complementare a questo blocco politico-militare; o all’approfondimento del carattere sovranazionale delle istituzioni dell’UE, con quello che rappresentano per attaccare la sovranità nazionale – tra gli altri esempi significativi – non è mancato nulla dell’armamentario neoliberista, federalista e militarista.

Se la nomina delle cariche istituzionali dell’Unione Europea ha evidenziato le sue contraddizioni, ha comunque confermato l’intenzione del “nucleo duro” dell’UE – le grandi potenze e il grande capitale – di continuare la sua offensiva contro i diritti dei lavoratori e la sovranità dei popoli.