La drammatica situazione economica in Ucraina: le proposte dei comunisti

ukraine donetsk protests referendumdi Mauro Gemma per Marx21.it 

L’analista politico di Kiev Mikhail Pogrebinsky ha osservato che se il Fondo Monetario Internazionale non concederà un’altra tranche di crediti, il presidente dell’Ucraina Vladimir Zelensky si potrebbe trovare persino nella condizione di dover fuggire dal paese, in ragione delle prevedibili reazioni popolari. Secondo l’esperto, il bilancio ucraino si basa per oltre due terzi sui prestiti esteri, senza i quali il collasso dell’economia nazionale sarebbe inevitabile.

In una situazione così drammatica per il paese, il sempre più probabile mancato pagamento di stipendi e pensioni dovrebbe suggerire al presidente Zelensky “di imbarcarsi su un aereo” per scappare all’estero – ha affermato Pogrebinsky .


E se le autorità decidessero di stampare moneta, sempre ad avviso di Pogrebinsky, tra uno o, al massimo, due mesi, il dollaro verrebbe a costare circa 300 grivne (oggi viene cambiato a 27 grivne).

Intervenendo a proposito della tragica situazione economica e sociale in cui versa l’Ucraina, il leader del Partito Comunista di Ucraina (KPU), Petro Simonenko, ha avvertito che il ritorno di centinaia di migliaia di connazionali emigrati all’estero – a causa dell’epidemia di coronavirus che ha investito brutalmente l’Europa Occidentale e gli Stati Uniti, con conseguenze drammatiche sulla condizione dei lavoratori stranieri – farebbe schizzare alle stelle il tasso di disoccupazione, e costringerebbe il governo al varo di misure eccezionali di rigida austerità, tipiche dei tempi di guerra.

“Solo la concentrazione degli sforzi, la concentrazione delle finanze, delle risorse umane in determinati ambiti dell’economia sarebbero in grado di dare risultati”, sostiene il leader del KPU. “I comunisti – afferma Simonenko – propongono la creazione di quattro banche statali per stabilizzare il settore finanziario – Prombank, Agrobank, Venezhekonombank e Sberbank – al fine di sostenere il settore manifatturiero e i produttori agricoli attraverso prestiti speciali che contribuiscano a risolvere il problema dell’emergenza alimentare e per proteggere il mercato dalle forniture esterne e garantire la produzione dei beni necessari in Ucraina, in particolare i beni dell’industria leggera “.

“In caso contrario, la situazione economica in Ucraina potrà solo peggiorare”, – ha continuato Simonenko -.

Molti posti di lavoro vengono tagliati, le entrate si sono notevolmente ridotte rispetto al periodo che ha preceduto l’epidemia. Il potere d’acquisto della popolazione è in netto calo e continuerà a diminuire. Per questa ragione, ora sono necessari cambiamenti radicali nelle politiche pubbliche e nel governo. Occorre introdurre una regolamentazione rigorosa nel settore manifatturiero”, mettendo un freno ai profitti di coloro che operano esclusivamente a scopo di lucro. A questo proposito, Simonenko fa l’esempio della commercializzazione del grano, con uno scarto impressionante tra il prezzo di acquisto della materia prima e quello molto più alto della vendita al pubblico della farina. 

Il segretario del KPU ricorda che nel programma anti-crisi “Dalla guerra alla pace”, proposto dai comunisti, tutte queste iniziative sono state delineate già da tempo. Ciò che manca è la volontà politica dell’attuale governo, che è molto lontano dalle aspirazioni della gente e dai suoi reali bisogni ed è completamente subalterno ai diktat delle istituzioni economiche e politiche dell’imperialismo occidentale.

Nonostante le condizioni di quarantena anti-coronavirus e le restrizioni a cui è sottoposta per legge l’attività del Partito Comunista di Ucraina, continua a svilupparsi, spesso in condizioni di semi-clandestinità, la mobilitazione politica di molte organizzazioni del partito e della sua organizzazione giovanile, il Komsomol (che, tra l’altro, sta partecipando, con i propri volontari, anche a innumerevoli attività di sostegno alle popolazioni che devono fronteggiare l’epidemia di Covid-19).

Un esempio valga per tutti. E’ quello dei militanti della regione di Odessa, attivamente impegnati nei preparativi per la celebrazione del 75° anniversario della Vittoria del popolo sovietico nella Seconda Guerra Mondiale che, pur nell’assoluto rispetto delle normative relative alla quarantena imposta dalla pandemia, si stanno mobilitando per mettere in ordine tutti i monumenti dedicati al sacrificio dei soldati dell’Armata Rossa che ancora non sono stati abbattuti per decisione delle autorità fasciste della regione.

Nota:

Per maggiori informazioni sulla situazione economica e le proposte e le iniziative assunte dai comunisti per fronteggiarla, si consiglia (ovviamente, a chi padroneggia la lingua russa) la lettura dei materiali pubblicati nei siti del Partito Comunista di Ucraina (kpu.ua) e del Partito Comunista della Federazione Russa (kprf.ru)