La bandiera del maggio in Ucraina

joaoferreira kievda “Avante!”, settimanale del Partito Comunista Portoghese | Traduzione di Marx21.it

Il Partito Comunista di Ucraina (PCU) ha promosso, a Kiev il concentramento e il comizio di commemorazione del 1° Maggio. All’iniziativa, che la Giunta fascista ha cercato di impedire, hanno partecipato diversi partiti comunisti e operai, tra i quali il PCP, rappresentato da João Ferreira.

Secondo quanto ha riferito ad Avante! il membro del Comitato Centrale e deputato del Partito al Parlamento Europeo, le autorità golpiste hanno cercato di impedire che fosse celebrata la Giornata Internazionale dei Lavoratori, proibendo la manifestazione centrale programmata dal PCU e dall’Associazione dei Veterani della Grande Guerra Patriottica nel centro della capitale ucraina. In seguito hanno cercato di far confermare la proibizione da un tribunale, ma il tentativo non è riuscito sebbene fino al 30 aprile sia rimasta in sospeso la decisione giudiziaria.

La commemorazione del 1° Maggio promossa dal PCU e dall’organizzazione che riunisce gli ex combattenti sovietici della Seconda Guerra Mondiale è riuscita a concretizzarsi in un parco di Kiev dove si trova il memoriale della vittoria sulle orde hitleriane, nonostante il forte dispositivo repressivo predisposto dalla Giunta fascista ucraina.

Poliziotti e militari hanno presidiato il luogo e gruppi vicini al gruppo fascista Svoboda hanno accerchiato la manifestazione e tentato di dissuadere la partecipazione popolare e persino di provocare scontri, senza essere bloccati dalla polizia, ha testimoniato João Ferreira, che ha anche rilevato la poco numerosa presenza nella contromanifestazione con bandiere dell’Unione Europea e di alcuni dei paesi i cui partiti comunisti e operai hanno inviato delegazioni, e che fa supporre una mobilitazione organizzata per la messa in scena.

La presenza di diversi partiti comunisti e operai nelle commemorazioni del 1° Maggio a Kiev ha avuto ampia ripercussione negli organi di comunicazione sociale ucraini, facendo si che la convocazione annunciata dal PCU e dall’Associazione dei Veterani abbia ricevuto, negli ultimi giorni di aprile, un’ampia copertura accompagnata da una forte campagna intimidatoria, compresa la diffusione di notizie in merito a una presunta minaccia di attentati. Tutto ciò a dimostrare che, come ha sottolineato il PCU, questo è il momento della resistenza.

In tal senso, il PCU ha valorizzato molto la presenza di diverse delegazioni comuniste e lo sforzo di denuncia della situazione politica, sociale ed economica dell’Ucraina, ed anche il contenuto dei saluti pronunciati dai rappresentanti dei partiti stranieri, tra cui quello del PCP, che si sono concentrati sul ripudio della scalata antidemocratica e anticomunista in particolare, sul rigetto della manipolazione della storia e della riabilitazione delle forze e dei personaggi che avevano collaborato con l’invasione e l’occupazione nazi-fascista, e nella denuncia della criminalizzazione del comunismo e del periodo in cui l’Ucraina è stata una delle 15 repubbliche sovietiche, ha raccontato ad Avante! João Ferreira.

Per João Ferreira, l’accanimento, in forma sempre più aspra negli ultimi tempi, nell’azione di  criminalizzazione dell’ideologia, si pone anche il proposito di mettere ai margini e screditare i comunisti, la loro organizzazione e i loro alleati. Mentre il processo di messa fuori legge dei comunisti si trova in una fase di stallo, attaccare i fondamenti storici, le realizzazioni e le conquiste dei comunisti e del movimento operaio è un altro modo per imporre al PCU “che si può anche esistere, ma non come comunisti”, ha concluso.

Resistenza di classe

Iniziative di commemorazione della Giornata Internazionale dei Lavoratori si sono svolte un po’ in tutta l’Ucraina. Secondo le informazioni pubblicate nella pagina del PCU, le manifestazioni in cui sono stati in prima linea i comunisti e i veterani della Grande Guerra Patriottica, ma anche il movimento sindacale, hanno assunto diverse forme: concentramenti, marce, riunioni pubbliche, comizi, omaggi ai monumenti di Lenin o dedicati ai combattenti antifascisti della Seconda Guerra Mondiale.

Provocazioni (a Nikolaev, per esempio), impedimenti allo svolgimento di cortei da parte delle forze di polizia e militari – a Odessa, dove solo l’ostinazione del dirigente locale del PCU e la presenza di osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ha bloccato i tentativi violenti (si ricordi che circa un anno fa, la Casa dei Sindacati di Odessa fu incendiata provocando decine di vittime e dando luogo al grado più elevato in assoluto di crimine e impunità in Ucraina) –  e le perquisizioni illegali da parte della polizia e dei servizi segreti (a Krasnoarmeisk hanno avuto come obiettivo dirigenti comunisti locali), hanno finito di non avere l’effetto desiderato. Migliaia di ucraini sono scesi nelle strade, non solo in quelle città ma in decine di altre località, sfidando l’ondata repressiva e dimostrando che la lotta continua, per quanto aspro sia il cammino e il giogo imposto dall’oligarchia autoctona vassalla dell’imperialismo.

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