Il pericolo del fascismo e delle forze reazionarie nell’era dell’imperialismo e delle guerre*

antros-kyprianoudi Andros Kyprianou, Segretario Generale del Comitato Centrale di Akel di Cipro

da www.akel.org.cy
Traduzione di Lorenzo Battisti per Marx21.it

4 Giugno 2015, Nicosia

A nome del Comitato Centrale di Akel (Partito Progressista del Popolo Lavoratore) vi dò il benvenuto a Cipro. Nell’ambito del 22° Congresso del nostro Partito abbiamo organizzato questa Conferenza Internazionale sul tema “Il pericolo del fascismo e delle forze reazionarie nell’era dell’imperialismo e delle guerre”. La vostra partecipazione è un onore per noi. Speriamo che le deliberazioni e il loro contenuto corrispondano alle aspirazioni di ciascuno e in particolare a quelle dei nostri popoli.

La vostra partecipazione e il vostro contributo oggi al nostro Congresso inviano un messaggio importante al popolo cipriota. Come sapete, Cipro e il suo popolo soffrono le conseguenze dell’aggressività dell’imperialismo della Nato, dell’espansionismo turco e del fascismo greco e cipriota.

Queste forze hanno portato all’occupazione di una larga parte del nostro paese da parte della Turchia. Il nostro piccolo paese non ha purtroppo mai vissuto la piena indipendenza e la libertà. Cipro è sempre stato vittima delle aggressioni portate dai potenti della terra, che hanno di volta in volta usato o cooperato con una sezione della classe dominante locale, i circoli nazionalisti o sciovinisti dell’isola per realizzare i loro orrendi piani. Vogliamo esprimervi la nostra gratitudine perché i comunisti e i partiti progressisti di tutto il mondo, come tutti i movimenti per la pace sono sempre al nostro fianco e aiutano, senza chiedere niente in cambio, la lotta del popolo cipriota per la liberazione e la riunificazione della nostra patria.

Oggi, come Akel, stiamo lavorando insieme con le altre forze di pace sulla nostra isola per costruire un movimento per la soluzione del problema di Cipro, ma non per una soluzione qualsiasi. Noi lottiamo per una soluzione che ci liberi dall’occupazione: una soluzioni che riunifichi la nostra isola sulle basi di una federazione bizonale, bicomunitaria e che porti a un singolo Stato, con una sola sovranità, con un’unica personalità internazionale e una sola cittadinanza. Lottiamo per una soluzione senza garanti, senza diritti di intervento e senza eserciti stranieri; per una soluzione che sia fondata sulle risoluzioni rilevanti delle Nazioni Unite, sugli accordi di alto livello, sul diritto europeo e internazionale; per una soluzione al servizio del popolo cipriota, dei greco ciprioti e dei turco ciprioti, così come della pace nella regione. Cerchiamo di sfruttare l’interesse internazionale a una soluzione, non perché ci facciamo illusioni che i circoli imperialisti siano interessati a una soluzione così come noi la pensiamo. Comunque è un nostro dovere non lasciare che il tempo scorra, consolidando e perpetuando un fatto compiuto. Un tale sviluppo renderebbe la colonizzazione permanente e ci avvicinerebbe alla divisione. Siamo ben coscienti delle difficoltà che incontreremo nel nostro sforzo per trovare una soluzione. In ogni caso, noi crediamo nella giusta causa della nostra lotta. Siamo ben coscienti della forza dei nostri argomenti. Dobbiamo quindi lavorare con coerenza sui nostri principi per affermarli, agire con serietà a in maniera collettiva per affermare la soluzione. In questo modo possiamo chiedere alla comunità internazionale di esercitare la propria influenza sulla Turchia per arrivare ad un accordo.

A 70 anni dalla Vittoria Antifascista dei Popoli, dove il ruolo dell’Unione Sovietica fu decisivo, gli sviluppi internazionali stanno creando condizioni simili a quelle prevalenti prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Per noi ci sono quattro elementi chiave che descrivono l’attuale realtà; una realtà che ricorda il periodo quando il guinzaglio del fascismo di Hitler fu tagliato.

Il primo elemento è la profonda crisi capitalistica. Tutti sappiamo che le crisi sono una caratteristica intrinseca del sistema capitalistico. Sono necessarie per piegare i lavoratori e i diritti del lavoro, così come per assicurare i profitti. Questo è quello che sta avvenendo ora. Le politiche più recenti promosse dalla classe dominante dell’Unione Europea mirano al restringimento dei diritti dei lavoratori, alla creazione di fatti compiuti sul lavoro, e alla salvaguardia dei profitti. Il processo che rende sempre più simili i partiti di destra e i socialdemocratici da qualche anno in qua va in questa direzione, e intensifica la denigrazione e il disprezzo per il sistema politico in generale. Queste due famiglie politiche danno in realtà le stesse risposte sui temi fondamentali, con poche differenze tra loro.

Entrambe e insieme hanno stabilito all’interno dell’UE meccanismi di dipendenza degli stati membri della periferia; nel mentre negli affari interni degli stati dove governano gestiscono il sistema in armonia con i monopoli.

Secondariamente, le forze reazionarie, e pure quelle apertamente neo fasciste come altre più coperte da una maschera razzista e anti-immigrazione, sono fortemente cresciute da quando la crisi è scoppiata, anche a causa dello sviluppo della gestione di essa da parte degli stati. Queste forze dell’estrema destra beneficiano del parziale o totale disprezzo del sistema politico e stanno provando, nascoste sotto maschere patriottiche, a presentarsi come opzioni alternative. Nascondono le cause dell’impoverimento delle masse popolari e sono soddisfatte di analisi superficiali e di slogan populisti. Per esempio per quanto concerne i milioni di migranti, queste forze nascondono le ragioni che li obbligano a cercare un futuro migliore altrove. Nascondono il fatto che questi flussi intensi di migranti sono frutto delle ineguaglianze, della dipendenza e della povertà. Prima di tutto sono il risultato delle guerre selvagge portate dall’imperialismo quando vuole creare delle colonie per estrarre materie prime o per controllare le vie dell’energia o di altre ricche risorse. Nascondendo queste verità continuano a utilizzare la loro retorica di odio, facendo appello ai bassi istinti delle masse. Accusano gli immigrati di essere i responsabili della disoccupazione. Però non dicono niente sul fatto che il grande capitale usa gli immigrati come esercito di riserva di lavoro a basso prezzo. Queste forze reazionarie si nutrono sia delle posizioni dei partiti borghesi che stanno in parte investendo nel populismo, così come dell’anticomunismo che i partiti al potere stanno coltivando.

L’ultimo esempio è la decisione presa dall’Unione Europea di condurre una guerra contro i trafficanti di migranti in nome della lotta contro le migrazioni illegali. Questo è il modo in cui contrastano il fenomeno della crescente migrazione che è radicato nel sistema stesso come ho prima mostrato. Stanno solamente aumentando la repressione e le missioni in paesi terzi. Allo stesso tempo riportano in vita politiche sul genere di Frontex, mentre rinforzano l’arsenale dei circoli reazionari, fascisti e di estrema destra che stanno cercando di combattere gli immigrati attraverso la violenza e l’odio.

Il terzo punto sono gli incagli che il sistema genera nella lotta delle classi dominanti per la divisione e ridivisione del mondo.

Le forze imperialiste nel loro sforzo di prevalere nella competizione per la ricchezza delle nazioni, hanno sostenuto forze settarie, estremiste nazional-fasciste, attraverso il loro intervento in Ucraina, Siria, Libia, Iraq e nella regione. Queste forze si basano sulla realizzazione di tattiche di terrore e di pulizia etnica. Lì il sostegno è stato dato con l’obiettivo di destabilizzare i regimi che stavano governando per imporre un nuovo ordine che serva meglio i loro propri interessi. Questa tattica non è estranea all’Ue e alla Nato. Come Hillary Clinton stessa ha ammesso gli Stati Uniti hanno finanziato e armato i talebani, le orde di Bin Laden nella guerra dell’Afghanistan del 1983 e dell’ISIS affinché potessero sfiancare le forze opposte dell’Unione Sovietica e vincere il gioco strategico dei loro obiettivi. Allo stesso momento, aprirono, noi crediamo deliberatamente, il vaso di Pandora delle forze reazionarie che proprio loro avevano creato per imporre le proprie posizioni ovunque avessero vinto. Mentre proprio loro le avevano supportate e rafforzate, ora le stanno elevando a nemici del mondo civilizzato. Infatti stanno facendo guerre durature per sterminare le forze che loro stessi hanno creato. Niente è casuale. I loro interventi presunti per la promozione della pace e della democrazia mirano a servire i più vasti interessi delle forze economiche dominanti.

In Medio Oriente hanno procurato fondi, armi, informazioni e altri mezzi agli elementi islamisti fanatici. Ora c’è prova di questo. Mi sto in particolare riferendo agli articoli pubblicati sul rispettabile giornale “Guardian” nel Maggio 2013. Questo sottolinea che la decisione dell’Unione Europea di togliere l’embargo contro i territori occupati dai fanatici islamisti in Siria ha portato al commercio di petrolio da parte di Al-Nusra e altre organizzazioni, quindi fornendoli con fondi significativi nella guerra che stanno facendo per creare uno Stato Islamico tra Siria e Iraq. Dobbiamo ricordare che un anno di supporto economico e politico ai fanatici islamisti è passato prima che gli Usa realizzassero che stavano supportando “l’organizzazione sbagliata”, con l’effetto di dividere l’opposizione siriana e con la creazione del cosiddetto Syrian Council. Fino a quel momento, il cosiddetto Esercito Libero della Siria includeva gli elementi più reazionari del mondo musulmano. Allo stesso momento, secondo una dichiarazione fatta dal Presidente del Parlamento Tedesco Claudia Roth (Verdi) il 12 Ottobre 2014 la Turchia ha ospitato sul suo territorio un campo militare della cosiddetta organizzazione dello Stato Islamico.

In Ucraina hanno usato “Settore Destro” e altre organizzazione fasciste come cavallo di Troia che attira, per via delle origini di costoro, i collaboratori dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Sia gli Usa che l’Unione Europea hanno operato sul terreno in Ucraina perché il colpo di stato avesse successo, contro il legittimo governo del paese e perché giungessero al potere forze che promuovessero l’adesione dell’Ucraina alla Nato e all’Unione Europea. Già dal 1997 Brzezinski, consigliere di diversi governi Usa, evidenziò l’obiettivo oggettivo della politica estera del suo paese per continuare nel lungo periodo ad essere la potenza economica e militare dominante nella trasformazione della Russia in una “debole formazione confederale che sarà composta della Russia Europea, della Repubblica di Serbia e della Repubblica dell’Estremo Oriente”. La ragione è che l’energia della regione è la forza trainante della potenza economica nella storia. Una Russia circondata e quindi divisa non può sfidare nessuna potenza egemonica superiore.

“Io penso”, disse Brzezinski “che se l’Ucraina non sarà portata in una posizione di soggiogamento verso la Russia, ma comincerà gradualmente ad avvicinarsi all’Unione Europea e alla Nato, questo aumenterà le possibilità che la Russia stessa segua questo percorso”. Per raggiungere il loro obiettivo questi stessi circoli, guidati dal braccio armato della Nato, stanno slegando e rafforzando le forze neofasciste. Il rafforzamento dei monopoli e del blocco militare-industriale dei potenti della terra avanza simultaneamente con con l’avanzamento delle forze più reazionarie elevate dalla spazzatura della storia ad elementi importanti dell’arena politica.

Il quarto punto che voglio avanzare è che la campagna antiscientifica per mettere sullo stesso piano il fascismo al comunismo non è casuale. La trasformazione della Storia in uno strumento dell’ideologia dominante ha due obiettivi specifici: indebolire la verità storica e la visione di un futuro diverso per le prossime generazioni. La teoria dei due estremismi che è stata promossa negli ultimi anni non può reggere ad un’analisi oggettiva e dialettica degli eventi. Qualsiasi persona di buon senso può vedere la differenza tra i due. E’ ovvio che l’equazione è avanzata perché l’ideologia borghese vuole prevalere, l’ideologia del neo liberismo e il cosiddetto nuovo ordine mondiale, che si presenta come polo in opposizione ai due estremismi. La realtà e la verità storica mostrano che c’è una differenza sia filosofica che pratica. Il fascismo e il nazismo hanno lasciato in eredità l’inferno di Auschwitz e la loro ideologia malata. Il Socialismo con tutti i suoi errori, le sue distorsioni e le sue debolezze, ci ha lasciato il progresso sociale, scientifico e culturale; ci ha lasciato principi, valori e ideali che hanno il popolo al centro. Il Socialismo ha lasciato la preziosa esperienza di una società qualitativamente differente e più avanzata, dalla quale il movimento comunista odierno riceve preziose lezioni per il futuro.

Cipro ha sofferto per le conseguenze del colpo di stato fascista del 1974. Ha sofferto per l’intervento nato, inclusa l’invasione e l’occupazione da parte della Turchia di metà della nostra Patria. Va detto quindi che esiste un retroterra storico e un’esperienza riguardo alle conseguenze di questa azione e della necessità di una lotta antifascista. Recentemente, attraverso manifestazioni ma anche tramite dibattiti e convegni, abbiamo guidato lo sforzo teso ad alzare l’allarme di tutte le forze democratiche riguardo al pericolo del fascismo. Akel, come i nostri partiti fratelli, ha ripetutamente sottolineato che gli sviluppi sono così pericolosi che possono colpire l’umanità stessa. E’ inconcepibile per una forza che si dice antifascista  non denunciare la politica delle forze imperialiste, le guerre che l’imperialismo sta facendo e la loro cooperazione con i fascisti e l’estrema destra. La lotta antifascista e antimperialista non deve vedere compromessi, senza distinzioni sulla rilevanza o l’influenza o il tipo dei nostri partiti. Inoltre il Consiglio Mondiale della Pace, così come le organizzazioni di massa per pace nel nostro paese, devono essere supportate così che il movimento diventi più largo e aumenti la sua influenza.

Noi pensiamo per quanto riguarda un’iniziativa sul piano antifascista, che il movimento internazionale dei comunisti e dei lavoratori possa esprimere con la massima efficacia e in maniera collettiva, internazionalmente, tutto ciò che avanza a livello nazionale. Per parte nostra, ci adopereremo per lavorare con la massima coerenza per questo obiettivo. Le nostre rivendicazioni e la nostra lotta per la dissoluzione della Nato rappresentano un contributo al progresso dell’umanità. La reazione internazionale e locale ai piani dell’imperialismo e alla loro realizzazione da parte dei potenti della terra può ispirare i nostri popoli.

Dobbiamo intensificare la lotta per la non partecipazione dei nostri paesi a guerre ingiuste, per mostrare un’educazione umanistica come bastione di resistenza alla fascistizzazione; per intensificare la lotta al razzismo, alla xenofobia, contro il sistema di sfruttamento stesso che genera povertà nella vita e nelle menti delle genti. Dobbiamo usare le nostre lotte parlamentari e ogni istituzione a cui partecipiamo per promuovere le nostre posizioni. Tutte queste sono, per noi, una priorità per i nostri partiti, così come per le forze veramente democratiche.

*Discorso tenuto alla Conferenza Internazionale organizzata da’Akel