Il Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldova sull’attuale situazione nel paese

pc moldavia logotraduzione di Lorenzo Battisti per Marx21.it

Dalla fine di Ottobre del 2015 e per molti mesi, la Moldavia non ha avuto un governo. Questo è quello che è successo dopo che il Partito Comunista, il Partito Socialista e il Partito Democratico hanno votato per le dimissioni del governo diretto dal Primo Ministro Liberal Democratico. Bisogna ricordare che negli ultimi 6 anni il paese è stato governato principalmente da due partiti – I Democratici e I Liberal-Democratici. Dopo che il leader Liberal Democratico Vladimir Filat è stato imprigionato per corruzione, il solo oligarca che rimaneva era Vladimir Plahotniuc (del Partito Democratico). Così questi hanno cominciato a preparare il terreno per essere nominato Primo Ministro.

Il primo e più importante ostacolo verso questo obiettivo era la mancanza di voti necessari in Parlamento. Ma questo problema è stato superato corrompendo i deputati. Così il 21 Dicembre  14 deputati del Partito Comunista hanno dichiarato di non essere più comunisti e hanno creato la Piattaforma Socialdemocratica in Parlamento per poter superare la crisi politica.

In seguito diversi deputati Liberal Democratici hanno anche loro dichiarato che erano pronti a votare per un nuovo governo allo scopo di impedire elezioni anticipate e “per continuare nel percorso pro-europeo della Moldavia”.

Il Presidente Moldavo Nicolae Timofti ha la possibilità secondo la Costituzione di nominare due candidati (in caso che il primo fallisca). Così il 4 Gennaio c’è stato il primo tentativo in Parlamento di approvare il nuovo Governo. Il primo candidato era Ion Sturza che era già stato Primo ministro alla fine del 1999. Ma non si è raggiunto il quorum in Parlamento e il tentativo è fallito. Il Partito Comunista ha dichiarato che non avrebbe partecipato alla votazione perché il candidato non era un buon amministratore, cosa confermata più di 10 anni fa.

Dopo questo, è cominciata la battaglia per la nomina del secondo candidato. L’oligarca Plahotniuc ha fatto pressioni sul Presidente per essere lui il candidato. Ad un certo momento lo stesso Presidente ha parlato ufficialmente di queste pressioni su di lui e sulla sua famiglia. Infine il Presidente ha rifiutato di nominarlo. Se si considera che negli ultimi 4 anni il Presidente è stato piuttosto silenzioso ed è stato una figura utilizzata dalle forze politiche di governo, questo coraggio dell’ultimo minuto non rappresentava solo il proprio punto di vista, ma era soprattutto il punto di vista dei paesi occidentali (Usa, Unione Europea, Romania).

Dopo questo inatteso rifiuto del Presidente di nominarlo candidato, il Partito Democratico ha deciso di trovare un altro compromesso e ha proposto al Presidente di nominare un’altra persona del PD. Il Presidente (e gli stessi paesi occidentali) hanno accettato e Pavel Filip (ex Ministro dell’Informatica) è stato nominato.

Mentre si discuteva delle procedure di nomina, è cresciuto un movimento di protesta. Questo è avvenuto prima di tutto perché tutta la società è in collera per la terribile situazione socioeconomica e per il fatto che i principali oligarchi controllano tutto.

Per evitare proteste di massa vicino ai palazzi del Parlamento, il Partito Democratico ha usato le proprie risorse amministrative (il Presidente della Camera è del PD) per convocare in fretta una seduta parlamentare (noi abbiamo appreso all’una del pomeriggio che tre ore dopo ci sarebbe stata la seduta parlamentare).

Il Comitato Centrale del Partito Comunista della Repubblica di Moldova ha pubblicato una dichiarazione spiegando perché i comunisti non avrebbero votato per la proposta di nuovo governo. Una delle ragioni era che il PD è uno di quei partiti che con l’uso del denaro e delle pressioni ha creato una nuova maggioranza parlamentare (che in realtà non può essere considerata tale per legge, perché i traditori che provengono dal PC e dai liberal democratici sono singoli parlamentari e non appartengono a un gruppo parlamentare).

Inoltre nella sua dichiarazione il Partito Comunista ha affermato che da quel momento il Parlamento non rappresentava più la società e che non aveva alcun diritto di agire per conto dei cittadini.

Infine dopo solo 35 minuti di discussione, 57 deputati hanno votato per il nuovo Governo. Nello stesso momento, nonostante il poco tempo per l’organizzazione, migliaia di persone si erano riunite vicino al palazzo del Parlamento. Il gruppo di manifestanti era molto eterogeneo : c’erano cittadini di diversi gruppi etnici e politici, con visioni geopolitiche differenti. Una parte di manifestanti ha provato anche a entrare e a bloccare con la forza il Parlamento, ma non ci sono riusciti. Va sottolineato che i leader politici di opposizione non erano presenti durante i tentativi di entrare nel palazzo.

È stato un grosso problema uscire dal Parlamento per i deputati che hanno votato per il Governo. La maggior parte di loro sono stati obbligati a vestire uniformi della polizia per poter uscire incolumi. Ciononostante alcuni deputati hanno rimediato qualche piccola ferita mentre uscivano dal Parlamento e venivano riconosciuti dai manifestanti più aggressivi.  

Per evitare grandi proteste, le autorità hanno deciso di mentire e di dire al pubblico che le procedure ufficiali di giuramento del nuovo Governo sarebbero avvenute il giorno seguente. Ma di fatto la procedura si è svolta la notte stessa nella residenza presidenziale, da qualche parte nella foresta (!).

La sera stessa 3 leader dell’opposizione hanno preso parte a un dibattito in TV dove sono stati concordi a manifestare assieme nei prossimi tempi. Uno di loro – Andrei Nastase – rappresenta la destra filo europea extra parlamentare che ha organizzato l’accampamento di tende di fronte al palazzo del Governo che dura ormai da 9 mesi. Sembra che questo movimento sia finanziato da alcuni oligarchi che ora vivono a Francoforte e che non hanno la possibilità di tornare in Moldavia poiché sarebbero imprigionati. Questi oligarchi sono i rivali personali di Plahotniuc e probabilmente è per questo che stanno finanziando la lotta contro il Partito Democratico.

Il secondo leader dell’opposizione è Igor Dodon, il leader del Partito Socialista. Dal 2003 era in gruppo con Vladimir Voronin (attuale segretario del Pcrm ndt) e nel 2010 diventò membro del Pcrm. Ma l’anno successivo, nel 2011, Dodon è stato anche lui comprato dalle autorità e così ha dato il suo voto per il Presidente, salvando in questo modo il governo. Il suo partito si proclama pro-russo.

Il terzo leader dell’opposizione è Renato Usatii, che lo scorso anno è diventato popolare nel paese. Il suo partito non ha alcuna ideologia chiara, spesso nega fermamente che il suo partito sia di sinistra. Ha lavorato a lungo in Russia e finge di avere molti contatti. Molti articoli russi mostrano che ha relazioni con la criminalità organizzata russa. Usatii vuole stabilire relazioni con Vladimir Zhirinovsky, che è un liberal democratico alquanto eccentrico. 

Questi sono gli organizzatori ufficiali delle proteste di massa degli ultimi giorni in Moldavia. La principale conquista per il momento è il fatto che per la prima volta nella storia della Moldavia,i rappresentanti con punti di vista geopolitici diversi hanno unito le loro lotte. Probabilmente è successo come conseguenza delle azioni impopolari del Partito Democratico e del suo leader. Dal un altro punto di vista ci sono voci sempre più insistenti che i leader della protesta non  risultino abbastanza credibili agli occhi dei manifestanti.

Al momento gli organizzatori della protesta chiedono di cancellare il voto per il governo così da ottenere elezioni anticipate. Il paradosso è che in caso di elezioni anticipate, il risultato sarà esattamente quello che Plahotniuc e il Partito Democratico vogliono. Questo perché controllano le più importanti istituzioni come la Commissione Elettorale, la Corte Costituzionale, la Corte Suprema di Giustizia, il Procuratore Generale…

Per il momento il Partito Comunista usa i metodi parlamentari per lottare contro quelli che hanno rapito le istituzioni statali.

25 Gennaio 2016, Chisinau.