Il Partito Comunista Tedesco (DKP) all’Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

dkp logoda solidnet.org

Traduzione di Marx21.it

Cari compagni,

Innanzitutto, vorrei ringraziare il Partito Comunista della Federazione Russa per l’organizzazione e l’invito a questo importante incontro che ha luogo nella storica città che per noi deve ancora essere chiamata Leningrado! Cento anni dopo la Gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, ci riuniamo qui in un momento in cui la pace è ancora una volta minacciata, e in cui esiste la necessità di una rivoluzione, anche se attualmente non sembrano esserci le condizioni per attuarla.

Cari compagni,

Su alcune questioni riguardanti le recenti elezioni federali in Germania.

Rispetto alle elezioni federali precedenti e alle elezioni per il parlamento europeo, la partecipazione al voto è stata maggiore.

Entrambi i partiti della coalizione di governo, il conservatore reazionario CDU e il vecchio partito socialdemocratico SPD, hanno perso molti voti.

I risultati del partito dei “Verdi” e del partito “La Sinistra” sono stati relativamente stabili. “La Sinistra” ha perso voti nell’ex RDT e ha guadagnato voti all’ovest. Il Partito Liberale, che è un partito considerevolmente reazionario sul piano sociale, ha guadagnato molti voti. Il relativamente nuovo partito AFD, un partito razzista e nazionalista aperto a tendenze fasciste, ha conquistato il tredici percento dei voti.

Come ricorderete, il nostro ultimo congresso ha analizzato che l’imperialismo tedesco sta diventando sempre più aggressivo sia in politica estera che in quella interna – verso i settori non monopolistici del popolo e specialmente contro la classe lavoratrice. Per noi i risultati delle elezioni federali rappresentano questa tendenza.

Dove stanno le ragioni di questo risultato elettorale, specialmente in relazione alla coscienza della classe lavoratrice?

Parti della classe operaia considerano esse stesse beneficiarie della crisi. Soprattutto se si mettono a confronto con la classe operaia che vive in stati economicamente più deboli dentro e fuori l’UE. Hanno ragione, ma sulla base di un’analisi sbagliata.

Si rendono conto, e hanno ragione, che l’arrivo degli immigrati in Germania è utilizzato per intensificare la competizione tra gli sfruttati, Essa riguarda, tra l’altro, il mercato del lavoro, il mercato immobiliare, e sta anche prosciugando i bilanci dei governi locali.

La rabbia di questi settori non è rivolta contro coloro che usano i rifugiati per intensificare lo sfruttamento della classe lavoratrice, a cui appartengono in larga parte i rifugiati. Tale rabbia non è diretta contro coloro che traggono profitto dalle varie forme di divisione degli sfruttati, ad esempio, rifugiati, migranti, classe lavoratrice locale. Purtroppo, la rabbia di costoro è diretta solo contro i rifugiati. Si fanno convincere dalle spiegazioni dei razzisti e dei nazionalisti, il cui proposito è quello di dividere gli sfruttati e integrarli nella strategia del capitale monopolistico. Queste tendenze si sono materializzate nei risultati delle elezioni federali.

Un’altra tendenza che dobbiamo analizzare è che il movimento di sinistra – compreso noi, il Partito Comunista Tedesco – non è attualmente in grado di convincere le masse e l’intera classe lavoratrice che le nostre risposte corrispondono alla loro ansia per il futuro, alle loro reali preoccupazioni.

Perché? Noi pensiamo che lo slogan “Benvenuti rifugiati” sia corretto. Ma non rappresenta una risposta sufficiente all’ansia per il futuro. L’ansia per il futuro è giustificata. La convinzione che i rifugiati saranno sfruttati per intensificare la competizione tra le diverse parti della classe lavoratrice è corretta.

Dal nostro punto di vista è necessario spiegare quali sono le ragioni delle guerre, della fuga di massa e della povertà. E dobbiamo spiegare chi trae beneficio dalla guerra, dalla fuga di massa e dalla povertà.

Se osserviamo il nostro risultato elettorale, abbiamo ottenuto circa 12.000 voti. Questo risultato è davvero scadente. Ma era la prima volta dal 1989 che prendevamo parte ad elezioni federali. Questa è parte della spiegazione. La seconda ragione è che le leggi tedesche costringono i piccoli partiti a presentare circa 2.000 firme in ciascuno dei diciassette stati federale per potere partecipare alle elezioni. E noi non siamo riusciti a farlo in sette.

Ma partecipando a queste elezioni, il nostro principale obiettivo era riorganizzare il partito stesso, avere “più bandiere rosse nelle strade”, come abbiamo dichiarato. Questo obiettivo è stato raggiunto. Certo non siamo contenti per il numero dei voti, ma siamo soddisfatti per l’aumento delle iniziative del partito.

Nel marzo del 2018 si terrà il nostro prossimo congresso: il 22° congresso. Sapete che con il 20° congresso si sono registrati dei cambiamenti, che hanno avuto compimento nel 21° congresso, attraverso la definizione del partito nuovamente come “marxista-leninista”. Il nostro proposito per il prossimo congresso è quello di definire quale argomento principale che cosa ciò significhi per la strategia del partito.

Il documento principale sostiene che la classe lavoratrice nei principali paesi imperialisti e anche in Germania è sulla difensiva dagli anni 70/80 del secolo scorso, a cominciare dalla Reaganomics e dal Thatcherismo negli USA e nel Regno Unito, è un po’ più tardi con Helmut Kohl in Germania. Tale processo si è ulteriormente rafforzato con la controrivoluzione nei paesi socialisti europei. In Germania si è ancor più rafforzato con l’annessione della RDT e la politica di guerra e la cosiddetta “Agenda” del socialdemocratico Schröder in coalizione con il Partito Verde.

Riteniamo che il primo passo della nostra strategia sia di combattere per porre fine a questo stato difensivo. Ciò significa che la classe lavoratrice deve apprendere che è possibile guadagnare terreno nella lotta contro le controriforme. Dobbiamo infondere consapevolezza tra la classe lavoratrice e gli altri settori non monopolisti del popolo, che non solo è necessario combattere contro gli assalti della classe dominante, ma combattere contro il capitale monopolista.

Cari compagni,

Permetteteci alcune parole sulla nostra valutazione delle complicate relazioni tra Partiti Comunisti e Operai.

Con la creazione delle strutture SolidNet nel 1999, è stato fatto un tentativo di comprendere le questioni politiche e strategiche e di compiere sforzi per iniziative comuni. I nostri incontri contribuiscono all’analisi delle principali tendenze della lotta di classe internazionale e degli orientamenti strategici del movimento comunista.

Una crescente unità politica e ideologica del movimento comunista significherebbe conquistare condizioni migliori per resistere all’imperialismo. Tuttavia, registriamo differenze su questioni come le alleanze, la strada per la rivoluzione socialista, la valutazione degli stati con orientamento socialista e le alleanze di stati come i BRICS.

Come Partito Comunista Tedesco operiamo in base al presupposto che “ogni Partito Comunista elabora la propria politica autonomamente. Ogni PC è responsabile verso la propria classe operaia e società, e, allo stesso tempo, verso i lavoratori di tutte le nazioni”.

Noi siamo contro ogni esagerazione di destra o di sinistra. Con dispiacere, constatiamo che nel nostro movimento ci sono tendenze che coltivano semplificazioni e impazienza. Occorre contrastarle.

Siamo favorevoli a scambi di vedute aperti, sulla base dell’autonomia, dell’indipendenza, dell’uguaglianza e della collaborazione volontaria: è così che avremo buone possibilità di accrescere la nostra ideologia scientifica. In tutti gli scambi di opinione, consideriamo tutti i partiti fratelli come uguali, indipendentemente dalle loro dimensioni e dalla loro influenza nella società. Questo approccio lo aspettiamo anche da loro. Siamo convinti che le controversie tra partiti fratelli non possono essere risolte in pubblico.

Tra un anno, il Partito Comunista della Germania (KPD), illegale dal 1956, celebrerà un secolo di esistenza dalla sua fondazione da parte di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht nel 1918. Come suo successore, il DKP vorrebbe davvero ospitare il nostro prossimo incontro. Potremmo curare gli aspetti organizzativi, ma purtroppo le nostre condizioni economiche non lo consentono.