Il Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM) in merito all’anniversario del novembre 1989

Dichiarazione del Comitato Centrale | traduzione a cura di Marx21.it

 

kscm logoNella società ceca si avverte attualmente un’insoddisfazione crescente per le condizioni economiche e per la critica situazione economica e sociale di un numero crescente di famiglie e individui. E la paura legata al tasso elevato di delinquenza, criminalità e corruzione in costante crescita.

 

I valori umani fondamentali vengono considerati sempre più come semplici merci scambiabili a qualsiasi prezzo. Povertà, isolamento sociale e paura di perdere il lavoro sono diventati fenomeni abituali e quotidiani. E’ in questo clima che riflettiamo sull’anniversario del 17 novembre (1989), una data scritta in modo indelebile nella storia della nostra nazione.

 

Mentre l’anniversario del novembre 1939, in quanto simbolo della resistenza degli studenti cechi all’occupazione nazista, unisce il nostro paese, l’anniversario del 1989 divide sempre di più la nostra società. In quell’anno, la Cecoslovacchia disponeva di immense ricchezze e non aveva alcun debito.

 

Ciò che la maggioranza del popolo voleva allora, era semplicemente più spazio per i propri progetti creativi, meno spirito di partito e controllo burocratico. Essa voleva conservare anche il sistema socialista, i posti di lavoro e la sicurezza sociale.

 

I “leaders” politici degli avvenimenti del 1989, in particolare Vaclav Havel e la sua cerchia di pseudo-dissidenti, hanno mentito al popolo fin dall’inizio – come ha fatto la maggioranza dei governi del dopo Novembre. Esattamente come l’attuale governo di destra di Peter Nečas sta mentendo al popolo ceco.

 

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Le riforme del governo, adottate in modo autocratico al Parlamento dalla coalizione dei tre partiti al potere (ODS,TOP 09 e VV) eroderanno seriamente le condizioni di vita della grande maggioranza della popolazione.

 

Le presunte “riforme” governative non sono nient’altro che la porta aperta alla vendita di ciò che resta del patrimonio pubblico che fino ad ora era sfuggito alle privatizzazioni – i fondi accumulati dai nostri cittadini per le pensioni e la sicurezza sociale.

 

Il governo attuale sta dunque realizzando quello che era l’obiettivo di coloro che avevano preso il potere con il colpo di Stato: che una piccolissima parte della popolazione si arricchisse a spese di tutte le altre.

 

La sola cosa che l’élite al potere non ha preso in considerazione la persecuzione politica diretta (se non vogliamo prendere in considerazione le leggi di selezione e le purghe nelle università e nella funzione pubblica).

 

Il segnale che non si possa escludere che voglia abusare del proprio potere politico, tuttavia, è rappresentato dagli sforzi costanti del governo di trovare, non importa a quale prezzo, una ragione per interdire o sospendere l’attività del solo partito parlamentare che non ha partecipato al saccheggio sistematico della popolazione.

 

A provare ciò ci sono anche le reazioni ad alcune azioni sindacali e certe discutibili decisioni dei tribunali [più che “discutibili”, sarebbe meglio dire “contestabili” o “controverse”]. Le pressioni economiche sui nostri cittadini e sulla paura di perdere il loro impiego non bastano più.

 

E’ vero che il governo recentemente è sembrato battere in ritirata, dal momento che intende rimandare alcune riforme. Non l’ha certo fatto per compassione nei confronti del popolo. Semplicemente non ne ha ancora gli strumenti. Ritarda il colpo, aspettando che sprofondiamo nella recessione, quando l’impatto sarà ancora più forte.

 

Il KSCM lancia dunque un appello al popolo: non permettiamo più questo saccheggio! Non facciamoci intimidire! Non lasciamoci ingannare dalla proposta governativa di ritiro delle riforme. Il nostro potere è immenso e non dobbiamo avere paura a dimostrarlo. Le forze della destra dichiarano: “La piazza non imporrà la sua volontà!”. Ma se noi scenderemo TUTTI in piazza, potremo ottenere la caduta di questo governo e l’organizzazione di elezioni anticipate.