I comunisti spagnoli all’Incontro di Atene

da www.solidnet.org | Traduzione di Mauro Gemma

 

pceCari compagni,

 

In primo luogo, a nome del Partito Comunista di Spagna, desideriamo felicitarci con il Partito Comunista di Grecia per l’organizzazione così efficiente di questo 13° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai.

 

Vogliamo anche esprimere la nostra solidarietà e sostegno alla lotta che il KKE conduce insieme al suo popolo e alla classe lavoratrice greca in questa fase di inasprimento dell’offensiva capitalista contro la classe operaia in generale: la posizione del KKE nella situazione della Grecia ha dimostrato ancora una volta che questo Partito sa essere all’altezza delle circostanze in ogni momento storico.

 

E’ trascorso un anno dal 12° Incontro, svoltosi in Sudafrica, e tutti i problemi che avevamo affrontato, derivanti dalla crisi capitalista, i pericoli che minacciano l’umanità, non hanno fatto che accentuarsi.

 

Il nostro paese, la Spagna, è nell’occhio del ciclone dell’offensiva neoliberale contro la classe lavoratrice e contro la stessa democrazia. Dal maggio 2010, si sono susseguiti i seguenti fatti in Spagna:

 

– Riduzione del salario degli impiegati pubblici.
– Congelamento delle pensioni.
– Aumento dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA).
– Riduzione delle liquidazioni.
– Aumento dell’età pensionabile.
– Aumento del prezzo dei prodotti e servizi di base.
– Privatizzazione delle imprese e dei settori pubblici.
– Riforma costituzionale, concordata dalla socialdemocrazia e dalla destra politica, allo scopo di limitare il volume della spesa pubblica e porre in primo piano il pagamento del debito pubblico alla grande finanza internazionale.

 

Tali aggressioni hanno avuto luogo in un clima sociale caratterizzato da un totale di cinque milioni di disoccupati. I comunisti sono coscienti che dietro questi numeri ci sono autentici drammi umani: in questi giorni, 1.200.000 famiglie hanno tutti i loro membri senza lavoro, e più di un milione di disoccupati è privo di qualsiasi prestazione o aiuto.

 

Tutte queste misure e dati disastrosi sono la conseguenza delle politiche neoliberali attuate dal Partito Socialista (PSOE), politiche che continueranno ad essere praticate, dopo le elezioni generali del 20 novembre, dalla vittoriosa destra del Partito Popolare, dal momento che il PP e il PSOE condividono lo stesso modello economico e lo stesso progetto europeo neoliberale, sancito dagli accordi di Maastricht e in seguito concretizzato nei corrispondenti Trattati europei.

 

Nelle elezioni del 20 novembre, il progetto politico del PCE (Izquierda Unida), ha accresciuto di quasi sei volte il numero dei deputati nel Parlamento, e ha aumentato i voti in modo rilevantissimo (avviandosi sulla strada del raggiungimento dei due milioni di voti).

 

Tale risultato è la conseguenza della presa di posizione dei comunisti spagnoli per un progetto di sinistra plurale, un programma anticapitalista e un discorso alternativo, frutto, tra l’altro, della messa in opera della Alternativa Sociale Anticapitalista, promossa dal Partito Comunista di Spagna. E’ anche conseguenza degli anni di resistenza, perseveranza e coerenza, di impegno nella mobilitazione sociale e di denuncia di un modello di crescita basato sulla speculazione e non sulla produzione di beni e servizi.

 

Dopo le elezioni del 20 novembre, il PCE ha rinnovato l’impegno a raddoppiare gli sforzi nella lotta economica, sociale, culturale e di solidarietà:

 

Il PCE, impegnato per la pace, intensifica la sua mobilitazione contro la NATO, le basi militari nordamericane, il nuovo scudo antimissilistico, e le ingerenze e aggressioni imperialiste a cui abbiamo assistito quest’anno, e che sono in preparazione contro altri popoli.

 

Il PCE considera l’appoggio alla Rivoluzione Cubana elemento centrale della sua politica di solidarietà.

 

Il PCE continuerà ad appoggiare la lotta del popolo Saharawi e del suo legittimo rappresentante, il Fronte POLISARIO, per il riconoscimento completo e universale della Repubblica Araba Saharawi Democratica. Il PCE continuerà a lottare per il diritto del popolo palestinese al proprio Stato.

 

Salutiamo il processo che si sta vivendo in America Latina di costruzione di alternative al neoliberismo, di affermazione popolare e di rivendicazione della sovranità.

 

Su un altro piano, Il PCE ritiene che la lotta contro il capitalismo deve andare di pari passo con la lotta contro il patriarcato; la piena uguaglianza non si ottiene se non si affronta anche la lotta per nuovi valori, per l’uguaglianza reale in ambito privato. Il socialismo e la rivoluzione dovranno avere anche il volto della donna.

 

Compagni,

 

Il PCE continuerà ad impegnarsi nella partecipazione in fori unitari (regionali o mondiali, delle forze progressiste, antimperialiste o anti-liberali). Il PCE ritiene che ciò non sia in contraddizione con l’esistenza di un foro per la riflessione, il coordinamento e la costruzione dell’alternativa comunista; per questa ragione, crediamo che sia necessario continuare a rafforzare il ruolo dell’Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai.

 

Crediamo nel comunismo, e nel ruolo vitale dei partiti comunisti quale strumento al servizio della classe operaia. Abbiamo vinto in questi anni importanti confronti interni con tentativi liquidazionisti. Il prossimo 18 dicembre celebreremo a Madrid il 90° Anniversario della costituzione del Partito Comunista di Spagna.

 

Siete tutti invitati.