Comitato Centrale del Partito Comunista Portoghese
da http://avante.pt
Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it
Nel suo ultimo Comitato Centrale (27 e 28 giugno), il Partito Comunista Portoghese ha ampiamente analizzato gli sviluppi della situazione internazionale, con particolare riferimento ai pericoli derivanti per la sovranità dei singoli paesi del continente dalle ultime proposte politiche ed economiche dell’Unione Europea.
La situazione internazionale
1. L’evoluzione della situazione internazionale conferma le analisi del PCP sull’accentuazione delle contraddizioni che segnano lo sviluppo del capitalismo nel contesto dell’approfondimento della sua crisi strutturale.
Il Comitato Centrale del PCP richiama l’attenzione sulla possibilità di eventi improvvisi e vaste operazioni dell’imperialismo che, con il pretesto della situazione attuale segnata dall’epidemia di COVID-19, mirano a risolvere le contraddizioni e a superare impasse e difficoltà, in particolare nel contesto del relativo declino delle principali potenze imperialiste.
È opportuno menzionare in particolare le operazioni in fase di sviluppo volte ad aumentare lo sfruttamento dei lavoratori con l’introduzione di ulteriori strumenti di sfruttamento e precarietà nelle relazioni industriali; la limitazione dei diritti e delle libertà con il pretesto di combattere il virus e garantire una presunta “sicurezza”; l’istituzione di forme e strumenti rinnovati di dominio imperialista, in particolare attraverso il meccanismo di indebitamento e centralizzazione dei “piani di ripresa”; lo sviluppo di nuove linee di accumulazione capitalistica, in particolare attraverso la strumentalizzazione di reali problemi sociali e ambientali e l’appropriazione dei risultati nella scienza e nella tecnologia; lo sviluppo di varie operazioni ‘ideologiche per il riciclaggio e il recupero del capitalismo, intorno all’ “umanizzazione del capitalismo”, alla “reindustrializzazione” o alle tesi di “un nuovo ordine” dominato dall’ “unione delle democrazie” e da “un governo mondiale” per affrontare “nuove minacce”.
Il Comitato Centrale del PCP denuncia nel loro insieme le campagne di disinformazione e manipolazione, nonché le azioni di scontro sui piani economico, politico e militare, promosse dall’imperialismo statunitense, che mirano, in particolare, a nascondere i gravi problemi interni negli Stati Uniti e a contrastare il declino del suo dominio egemonico e che pongono grandi pericoli per la pace e la sicurezza internazionali.
2. Il Comitato Centrale del PCP condanna la continuazione e l’intensificazione delle linee militariste e aggressive contro diversi paesi sovrani, in particolare in Estremo Oriente, Medio Oriente e America Latina. Condanna in particolare l’insieme di provocazioni e l’intensificazione della strategia di scontro, minaccia e ricatto contro la Cina e la Federazione Russa; le continue azioni di interferenza e aggressione contro Venezuela e Cuba; le azioni di aggressione contro la Siria e lo Yemen e le provocazioni nei confronti dell’Iran.
Ribadendo la solidarietà del PCP con il popolo palestinese, la sua causa nazionale e il suo diritto inalienabile a uno Stato indipendente e sovrano, in conformità con le risoluzioni delle Nazioni Unite, il Comitato Centrale del PCP condanna fermamente l’intenzione del governo israeliano di annettere circa un terzo del territorio palestinese della Cisgiordania, occupato illegalmente da Israele dal 1967.
3. Sottolineando la gravità delle esercitazioni militari della NATO “Defender Europe 2020”, dal carattere apertamente aggressivo, ed esprimendo l’opposizione frontale del PCP alla partecipazione del personale militare portoghese a queste manovre, il Comitato Centrale del PCP ribadisce le sue critiche alla politica estera del governo portoghese in base a cui , attraverso la collaborazione attiva o il silenzio complice, si concretizza una linea di sottomissione all’imperialismo, in contrasto con l’interesse nazionale e la difesa dei principi contenuti nella Costituzione della Repubblica Portoghese.
In un contesto di grande instabilità e incertezza, in cui prosegue l’offensiva con l’obiettivo di sconvolgere l’ordine internazionale derivante dall’esito della Seconda Guerra Mondiale, il Comitato Centrale del PCP sottolinea l’importanza di difendere il diritto internazionale e i principi della Carta delle Nazioni Unite – vale a dire la difesa della sovranità degli Stati, il principio di non aggressione, non interferenza e la risoluzione pacifica dei conflitti internazionali – e ribadisce la necessità di intensificare la lotta per la pace, contro il militarismo, le aggressioni e i ricatti dell’imperialismo.
4. Salutando i lavoratori e i popoli che in tutto il mondo fanno sentire la propria voce in importanti giornate di lotta per i diritti sociali e del lavoro, per l’uguaglianza, contro il razzismo e la violenza, il Comitato Centrale del PCP esprime in particolare la sua solidarietà con il popolo degli Stati Uniti , vittima di politiche di sfruttamento, oppressione e discriminazione e di profonde disuguaglianze e ingiustizie ora accentuate.
Il Comitato Centrale del PCP ribadisce l’impegno di lunga data del Partito nella lotta contro ogni forma di oppressione e discriminazione, contro il colonialismo, il razzismo e la xenofobia – di cui è testimonianza l’esperienza storica dei comunisti portoghesi – e sottolinea la necessità di continuare questa lotta . Il Comitato Centrale del PCP mette in guardia sui continui tentativi di strumentalizzare la questione razziale per mascherare contraddizioni di classe profonde, per istigare divisioni e conflitti tra coloro che sono sfruttati e oppressi e per promuovere forze che si nutrono di razzismo e xenofobia. Sottolinea che la lotta contro il razzismo, la xenofobia, l’estrema destra e il fascismo è inseparabile dalla lotta contro lo sfruttamento e l’oppressione di classe, contro il sistema di dominio imperialista e per il superamento del capitalismo.
5. In un quadro particolarmente impegnativo e complesso, con eventi importanti che potrebbero determinare il corso dell’umanità nei prossimi decenni, il Comitato Centrale del PCP sottolinea il ruolo del movimento comunista e rivoluzionario internazionale, l’importanza della convergenza delle forze progressiste in un ampio fronte antimperialista e, attraverso percorsi e tappe diversi, della lotta per la costruzione dell’alternativa al capitalismo – il socialismo e il comunismo.
La situazione nell’Unione Europea
1. La situazione nell’Unione Europea, caratterizzata da una profonda crisi economica e sociale, accentuata dalle conseguenze dell’epidemia di COVID-19, è inseparabile da squilibri, ingiustizie e problemi derivanti dalle sue politiche e natura.
L’insieme delle decisioni delle istituzioni dell’Unione Europea – determinate essenzialmente dagli interessi delle sue principali potenze e delle grandi imprese – conferma la natura imperialista del processo di integrazione.
Nonostante i blocchi e le contraddizioni che permangono nel processo di integrazione, il Comitato Centrale del PCP avverte sui tentativi in corso di nuovi passi nei processi di concentrazione del capitale e centralizzazione del potere politico, nell’aumento dello sfruttamento del lavoro, nel condizionamento di libertà e diritti democratici e nell’affermazione dell’UE come blocco imperialista, alleato, nonostante le contraddizioni, con l’imperialismo USA.
2. L’entità della crisi economica e la diffusa contesa hanno costretto le grandi potenze – specialmente la Germania – ad andare oltre le misure inizialmente annunciate. Tuttavia, misure come il cosiddetto “fondo di recupero” non significano alcun cambiamento di rotta. Caratterizzate da ipocrisia e manipolazioni finanziarie e politiche, e cercando di trarre vantaggio dalle esigenze di finanziamento degli Stati, tali misure non annullano le linee del debito e mirano essenzialmente ad aumentare la fuga di risorse pubbliche verso i monopoli, in particolare delle principali potenze economiche, e a prendere provvedimenti per approfondire il trasferimento di porzioni di sovranità nazionale nella sfera sovranazionale, che, se attuato, significherebbe uno degli sviluppi più gravi nel processo di integrazione capitalista dalla creazione dell’Unione Economica e Monetaria.
Confermando le relazioni di disuguaglianza che caratterizzano l’UE, la proposta di bilancio rivista per il periodo 2021-2027 è ridotta del 3% rispetto alla proposta annunciata due anni fa, che, di per sé, implicava un taglio rispetto all’attuale quadro di bilancio.
3. Il rafforzamento e l’espansione del programma della Banca Centrale Europea di acquisto di debiti nel mercato secondario, rivelando l’entità dei problemi e le enormi vulnerabilità associate ai livelli di debito di diversi Stati, è contemporaneamente una chiara espressione della scelta di sostenere il grande capitale finanziario, in contrasto con il persistente rifiuto del finanziamento diretto agli Stati, senza intermediazione del sistema finanziario.
Per quanto riguarda il “fondo di recupero”, il Comitato centrale del PCP sottolinea che l’importo che viene presentato come “fondo perduto” è solo un prestito contratto con la Commissione europea, che è garantito dal bilancio dell’Unione Europea e che dovrà essere rimborsato, con gli interessi, dagli Stati, mediante futuri e ulteriori tagli ai fondi a cui ciascuno Stato avrà accesso e /o mediante il ricatto già in corso per la creazione di “tasse europee” nel quadro del progetto di “Unione Fiscale”.
Prima o poi, la necessità del rimborso sarà un pretesto per innescare nuove imposizioni a diversi Stati, in nome di “percorsi di aggiustamento” draconiani agli obiettivi di bilancio e ai valori di riferimento del debito imposti dall’UE. Un’anticipazione di ciò è già possibile vedere nelle più recenti raccomandazioni per i paesi emesse dalla Commissione europea.
4. Allo stesso tempo, l’insieme delle misure in discussione è associato ai criteri del “semestre europeo”, con “un ambizioso piano di riforme”, con un ulteriore approfondimento del mercato unico, con la privatizzazione e la concentrazione dei servizi pubblici, compreso il servizio sanitario, la riorganizzazione delle catene di produzione e il finanziamento di grandi progetti legati alla cosiddetta “digitalizzazione” e alla strumentalizzazione delle questioni ambientali, in linea con gli interessi del grande capitale, con nuovi livelli di accumulazione capitalistica e con le priorità delle grandi potenze.
Tali misure, se attuate, significherebbero ulteriori attacchi alla sovranità economica e una grave rinuncia alle entrate fiscali; un aumento del debito del paese; una dipendenza esterna ancora maggiore; ulteriori vincoli e imposizioni e un approfondimento delle asimmetrie e delle divergenze che caratterizzano il processo di integrazione capitalista.
Questo quadro e le misure in discussione – compresa l’operazione politica e ideologica della “Conferenza per il futuro dell’Europa” (approvata da tutte le forze politiche portoghesi – compreso il Bloco de Esquerda -, tranne il Partito Comunista Portoghese, NdTr) – rendono ancora più urgente la necessità di una convergenza nella lotta contro le imposizioni e i vincoli dell’Unione europea e per la liberazione dei paesi dalla sottomissione all’euro, legata alla rinegoziazione del debito pubblico.