di Fausto Sorini, segreteria nazionale, responsabile esteri
Abbiamo preso visione del comunicato dei compagni Paolo Ferrero e Fabio Amato (segretario e responsabile esteri del PRC) sulla proposta del Consiglio dei Presidenti (CdP) del Partito della Sinistra Europea (SE) di candidare Alexis Tsipras, leader di Syriza, alla presidenza della Commissione europea alle prossime elezioni europee del maggio 2014, in veste di portavoce dei comunisti, della sinistra e delle forze che si oppongono alla politica della Ue.
In verità, il CdP della SE (formazione di cui il PdCI fa parte in veste di osservatore), nel suo comunicato ufficiale sottolinea questioni rilevanti, che vengono ignorate nel comunicato dei compagni del PRC, e cioè che:
-trattandosi non di una decisione, ma di una proposta, e prima di assumere qualunque decisione formale – oltre che essere sottoposta alla discussione del congresso della SE che si terrà a Madrid il 13-15 dicembre 2013 – “la Presidenza della SE consulterà tutti i partiti membri e osservatori della SE, le forze che compongono il gruppo del Gue-Ngl al Parlamento europeo, e tutte le forze che rifiutano l’austerità e vogliono uno sbocco progressista alla crisi e un altro progetto per l’Europa”.
Si consideri in proposito che, su 35 europarlamentari che compongono il Gue-Ngl, solo 16 (meno della metà) fanno parte a pieno titolo della SE (di cui 8 della Linke tedesca), 8 sono gli osservatori, 11 gli esterni;
-la SE non condivide la scelta dell’Unione europea di ipotizzare candidature sovranazionali di segno presidenzialista per le elezioni europee; e “il Partito della SE non ritiene che questa nuova disposizione sia volta a democratizzare l’Unione europea, ed essa non cela, come vorrebbero i dirigenti europei e la troika, il loro autoritarismo”;
-al tempo stesso e «con questo spirito, il Consiglio dei presidenti valuta che non vi è alcune ragione di lasciare il monopolio della parola alle forze responsabili della crisi », e che « i popoli, i lavoratori e tutti quelli che lottano contro l’austerità e per una rifondazione dell’Europa devono avere un loro portavoce ».
Il PdCI consulterà le forze che fanno parte del GUE, interne ed esterne alla SE, ed altre componenti comuniste e di sinistra, italiane ed europee; in particolare quelle con cui abbiamo stabilito rapporti intensi di cooperazione, solidarietà e affinità. Quindi valuterà, senza alcun pregiudizio, con obbiettività e spirito unitario, questa ed eventuali altre proposte, ed esprimerà il suo punto di vista.
Osserviamo che sarebbe stato meglio che la consultazione di tutte le forze interessate (a partire dal Gue) fosse fatta prima di rendere pubblica una proposta, per non dare l’impressione che si voglia in qualche modo determinare un fatto compiuto e schieramenti pro e contro, che potrebbero dividere i comunisti e la sinistra in Europa. Mentre, così, sarà meno facile costruire il massimo di convergenze unitarie, a livello Ue e a livello nazionale, per la costruzione – come auspica il CdP della SE – di una proposta e di un impegno unitario «dei popoli, dei lavoratori, di tutti quanti lottano contro l’austerità e per una rifondazione dell’Europa».