Cunhal: una vita dedicata alla lotta per la libertà e il socialismo

di Rita Coitinho* | da www.vermelho.org.br

centenario51613Traduzione di Erman Dovis per Marx21.it

Il 10 novembre i comunisti di tutto il mondo hanno commemorato il centenario della nascita di Alvaro Cunhal. Intellettuale organico alla classe operaia e dirigente del Partito comunista portoghese, la sua vita si confonde con la storia del suo partito, del suo paese e del movimento comunista internazionale.

Autore di un vasto numero di opere che abbracciano diverse tematiche, politica, narrativa, critica d’arte, disegno e pittura, Cunhal ha lasciato alle nuove generazioni una eredità che va ben al di là dei semplici confini portoghesi. Un lavoro unico, con caratteristiche universali. Fu un rivoluzionario completo, un instancabile lottatore e l’esempio di un essere umano dei tempi nuovi.


Brevi cenni biografici (1)

Alvaro Cunhal entrò nelle file del Partito comunista portoghese all’età di 17 anni.

Fu arrestato una prima volta nel 1937 e poi di nuovo nel 1940. Il Portogallo viveva sotto il tallone del fascismo salazarista e i comunisti erano costretti alla clandestinità. In prigione Cunhal fu sottoposto a tortura ma non fornì mai informazioni alle forze della repressione.

Cunhal segnò profondamente il processo di costruzione del Pcp come partito marxista- leninista.

Fu uno dei principali artefici della riorganizzazione del partito nella decade del 1940, processo che, iniziato come riorganizzazione negli anni 1940/41 e proseguito con la realizzazione del terzo e quarto congresso (1943 e 1946) creò le condizioni di difesa e sorveglianza contro la repressione fascista; costruì la concezione fondamentale della direzione collettiva; formò un corpo di rivoluzionari di professione; definì e costruì l’identità del partito, il lavoro collettivo come principio e i principi organici del centralismo democratico che orientano l’organizzazione partitica, procedendo verso una costruzione innovatrice di “Partito leninista con esperienze proprie”.

A partire da una analisi conseguente della situazione politica nazionale, i comunisti portoghesi realizzarono una politica di unità nazionale antifascista, teorizzarono la sollevazione nazionale contro la dittatura come parte di un cammino per la sconfitta definitiva del salazarismo e per la difesa degli interessi nazionali. Un processo questo, che trasformò il Pcp in un grande partito nazionale, una avanguardia rivoluzionaria della classe operaia e di massa, e un grande partito della Resistenza e dell’unità antifascista.

Cunhal fu catturato nuovamente nel 1949, e restò prigioniero stavolta per un lungo periodo. Subì diverse volte torture fisiche e psicologiche, venne tenuto in isolamento per ben sette anni, e durante i primi 14 mesi non gli fu permesso nessun tipo di minima comunicazione, in una prigione ( a Lisbona) in cui le luci non venivano mai spente, né di giorno né di notte.

Durante gli anni del carcere, egli scrisse numerosi testi, e riuscì a comunicare clandestinamente con i membri della Direzione del partito. Mentre era recluso in isolamento nel complesso carcerario di Lisbona, Cunhal scrisse i seguenti testi: As Lutas de Classes em Portugal nos Fins da Idade Média; Contribuição para o Estudo da Questão Agrária; sull’arte e l’estetica: Cinco notas sobre forma e conteúdo e una prefazione al romanzo di Aquilino Ribeiro, Quando os Lobos Uivam; due opere di finzione letteraria: Até Amanhã, Camaradas e Cinco Dias, Cinco Noites. Oltre a questi scritti, tradusse un’opera di Shakespeare e fece molti disegni, conosciuti come “i disegni della prigione”.

Nel luglio del 1956 Cunhal fu trasferito nel carcere di Forte de Peniche da dove fuggì insieme ad altri compagni, il 3 gennaio del 1960. Il giornale Avante! uscì, nella seconda quindicina del mese di gennaio di quell’anno, il titolo “Il nostro popolo si rallegra della liberazione di Alvaro Cunhal e dei suoi compagni, difendiamoli dagli attacchi del nemico!”

Con la fuga dalla prigione, la lotta antifascista recuperava bravi combattenti, e ciò ebbe un impatto e conseguenze positive nella vita, nelle linee guida e nelle attività dei comunisti.

Nel marzo del 1961 Alvaro Cunhal fu eletto segretario generale del partito. In quella occasione il Comitato Centrale procedette a una profonda analisi critica del lavoro e della linea politica degli ultimi anni, iniziando un processo di correzione dei metodi di lavoro della direzione ed elaborando una nuova linea politica. Il partito era giunto a credere che la disintegrazione del regime fascista era cosa irreversibile e teorizzava la “via pacifica” come cammino adeguato per rovesciare la dittatura. Fu riformata la linea di massa, indicando nella rivolta nazionale contro la dittatura un cammino per abbattere il regime di Salazar e la difesa degli interessi nazionali.

Sono di questa epoca altri importanti scritti di Cunhal che influenzeranno i passi del partito in quel periodo: O Desvio de Direita no Partido Comunista Português nos Anos de 1956/1959 e A Tendência Anarco-Liberal na Organização do Trabalho de Direção; O Radicalismo Pequeno Burguês de Fachada Socialista e Ação Revolucionária, Capitulação e Aventura.

Nel 1964, il Comitato Centrale del Pcp approvò il documento Rumo a Vitoria ( il cammino verso la vittoria) relazione presentata da Alvaro Cunhal che, discusso in tutto il partito, andrà ad influenzare decisamente l’elaborazione del Programma del PCP per la Rivoluzione democratica e Nazionale, approvato al 6’ Congresso, nel settembre del 1965. L’opera teorizza la via per la sconfitta del fascismo, sviluppando il carattere di classe del partito e definendo la politica delle alleanze sociali necessaria e il ruolo centrale del partito nella formazione di una unità antifascista.

Il 25 aprile del 1974, e nei giorni e mesi che seguiranno, o Rumo a Vitoria viveva nelle strade, nelle fabbriche, negli uffici, nei campi, nelle scuole; stava nella politica del governo provvisorio, nel Programma del Movimento delle Forze Armate( MFA) e nell’azione dei militari progressisti e rivoluzionari; stava nelle importanti conquiste ottenute dal movimento operaio e popolare. Stava, infine, nel cuore del processo rivoluzionario che trasforma radicalmente la società portoghese”.

Per Cunhal era chiaro che la rivoluzione di Aprile avrebbe vinto solo con l’azione unitaria del blocco formato dalla classe operaia, dalle ampie masse popolari e dai militari, uniti nel processo di democratizzazione del Portogallo. Nel documento “La rivoluzione portoghese, passato e futuro, relazione approvata dal Comitato Centrale del PCP per l’8’ Congresso”(1976) il dirigente affrontò “l’arco storico tra il sesto congresso e il 1976: gli ultimi anni della dittatura fascista, le manifestazioni di crisi del regime, la crescita del movimento popolare, la lotta contro la guerra coloniale e nelle forze armate, le grandi lotte operaie e popolari che hanno scosso la dittatura preparando la Rivoluzione”.

Il documento mostrava una profonda conoscenza della società portoghese, della sua struttura di classe, lo stadio di sviluppo delle forze produttive, con una chiarezza oggettiva dei compiti che si ponevano per il successo rivoluzionario: “Liquidazione del capitalismo monopolistico di Stato, nazionalizzazioni, riforma agraria, controllo operaio, indipendenza dei popoli coloniali, potere locale democratico- conquiste che, consacrate con la Costituzione della Repubblica portoghese, approvata il 2 aprile 1976, furono, come le libertà politiche, elementi strutturali della più avanzata forma di democrazia mai avvenuta in Portogallo.”

Ma Alvaro Cunhal avvertì e mise in guardia dai primi passi e dall’evoluzione della controrivoluzione, che si concretizzò nei decenni successivi.

La sua ultima opera, del 1999, Verità e Menzogna nella Rivoluzione di Aprile (la Controrivoluzione si confessa) può essere considerata il prosieguo del testo del 1976. Cunhal denuncia i metodi e i processi utilizzati nella creazione e nello sviluppo del processo controrivoluzionario, che ha condotto il Portogallo a una “ristrutturazione e restaurazione monopolista” attraverso la liquidazione delle grandi conquiste della Rivoluzione, con il recupero, la ristrutturazione e la restaurazione dei gruppi europei monopolisti e della grande proprietà fondiaria dei latifondi, un obbiettivo per il quale ha giocato un ruolo determinante l’entrata del Portogallo nella Comunità Economica Europea, la subordinazione e i sacrifici, proseguiti fino ad oggi, degli interessi nazionali agli interessi e imposizioni di paesi capitalisti più ricchi e poderosi.

Un partito per i nuovi tempi

Gli scritti di Cunhal sulla realtà portoghese non riguardano poi solo i problemi di una epoca e di un territorio specifici. Mantengono invece attualità e universalità nella misura in cui costituiscono notevoli applicazioni del marxismo-leninismo alla realtà nazionale. Come egli sottolineava, il marxismo-leninismo è un sistema di teorie che spiegano il mondo e indicano come trasformarlo. Strumenti indispensabili sono l’analisi scientifica della realtà e la definizione di soluzioni concrete per problemi concreti che la situazione oggettiva e la lotta pongono alle forze rivoluzionarie: il marxismo-leninismo, i suoi principi e il suo metodo costituiscono un patrimonio teorico che si arricchisce con l’assimilazione critica delle esperienze storiche. Assimilazione che Cunhal riuscì a rendere bene attraverso le sue opere sulla realtà portoghese e sul carattere e i compiti del Partito comunista.

All’interno di queste innumerevoli e preziosi contributi, si distacca per la sua attualità e per la ricchezza di dettagli, il testo destinato a rivelare al pubblico il funzionamento del Partito comunista portoghese, O Partido com Paredes de Vidro (2), il Partito con Pareti di Vetro, uscito per la prima volta agli inizi del 1980. Con analisi storiche e esempi di vita pratica, il libro affronta nella sua quasi totalità i variati aspetti della vita del Partito, dal funzionamento dei nuclei di base alla direzione, dall’atteggiamento dei militanti nella vita personale alla condotta nel partito, dall’unità d’azione alle questioni di critica e autocritica, dalla politica nazionale all’internazionalismo proletario. Scritto in un linguaggio semplice e accessibile, ricco di esempi e innovazioni nell’applicazione del marxismo-leninismo, Il Partito con pareti di vetro è un testo che oltrepassa i confini delle frontiere nazionali portoghesi per divenire una lettura indispensabile per tutti i comunisti in qualsiasi paese del mondo. Un classico del pensiero socialista del XX secolo, in particolare per quanto riguarda la lotta politica condotta nei paesi capitalisti periferici.

Partido com Paredes de Vidro è allo stesso tempo anche una difesa dei principi e dei metodi del Partito comunista. Si ripercorre la storia della PCP e si valutano i problemi e i progressi raggiunti in sette decenni di esistenza, dalla clandestinità al trionfo della Rivoluzione dei Garofani, quando la sconfitta del fascismo ha reso possibile l’esistenza legale del Partito comunista in Portogallo. Il libro esalta l’esperienza accumulata, le soluzioni adottate per ogni situazione storica, gli errori e le ragioni che hanno portato al PCP come lo conosciamo oggi, perfettamente integrato nella società portoghese. Come conferma Cunhal, alcune questioni sono centrali per l’esistenza del partito comunista. Senza determinati principi si perde l’essenza, e si capitola di fronte alle pressioni della borghesia.

Alcune lezioni del testo devono essere evidenziate. La prima è il legame tra il partito e la classe operaia. Il vincolo con la classe è l’essenza e la sostanza dell’esistenza e dell’azione del partito stesso. La natura di classe del partito si afferma e si rivela in cinque principi: nell’ideologia, negli obiettivi, nella composizione sociale, nella struttura organica, nel lavoro di massa e, in forma generale, in tutti gli aspetti della sua attività. Cunhal è chiarissimo: quando si indebolisce la natura di classe di un partito comunista, rapidamente tende a: negare i principi teorici, sostituendoli con “innovazioni” che rifiutano la validità dei principi leninisti; revisionare la strategia, adottando obbiettivi riformisti e un criticismo ricorrente riguardo le esperienze storiche di costruzione del socialismo; ridurre la percentuale di operai nella composizione del partito, sottovalutando la loro importanza nella vita del partito, e sostituendoli nelle funzioni dirigenti e nei gruppi plenari da gruppi “eterogenei”; infine si tende a sottovalutare il lavoro di massa, quando la natura di classe si indebolisce, dando importanza centrale alle agende delle istituzioni borghesi.

Cunhal afferma che la classe operaia ha il compito decisivo nel processo di costruzione del socialismo, perché è la classe che vive e porta su di sé la contraddizione fondamentale tra capitale e lavoro. Sottovalutare il suo compito nella costruzione del partito è, in ultima analisi, sottovalutare la lotta di classe. Osservando le caratteristiche di ciascun paese o regione, laddove la classe operaia può essere più o meno numerosa, è necessario che il partito la integri nei suoi quadri, promuovendo gli operai nella Direzione, a tutti i livelli.

Questa è la regola d’oro che il grande dirigente cercò di sistematizzare e applicare al PCP.

Un’altra lezione che merita di essere evidenziata è la questione del funzionamento del partito.

Cunhal si è espresso su vari aspetti dell’organizzazione di partito, dalle cellule fino al Comitato Centrale. Riassumendo, egli interpretava il partito come opera collettiva, di modo che la democrazia è garantita attraverso un funzionamento regolare. Nessun autoritarismo è possibile se ognuno ha il dovere e l’opportunità di discutere gli orientamenti e le decisioni del Partito. Il Centralismo democratico è il risultato di un’opera collettiva, e nessun membro del partito, militante o dirigente, può sottrarsi alla responsabilità collettiva o agire come se fosse al di sopra delle parti. Pertanto è necessario coltivare i valori morali e le pratiche politiche compatibili con lo spirito collettivo. La costante opposizione all’ideologia borghese e ai suoi valori come l’individualismo, il carrierismo e l’autoritarismo passa tanto per la valorizzazione delle espressioni culturali e dei modi di vita del popolo lavoratore quanto per l’esercizio di controllo della realizzazione dei compiti (da un’istanza all’altra), per il rispetto delle decisioni del Partito, per lo stimolo a manifestare una fraterna pratica di critica e autocritica da parte di ogni militante.

La costruzione del partito, come opera collettiva, è compito dei quadri. Cunhal riserva ampio spazio nel suo libro a questo argomento, la questione della formazione e della promozione dei quadri. Secondo lui, questo compito è parte indissociabile dalla costruzione del partito comunista.

La coesione organizzativa, la chiarezza strategica, la preoccupazione per consentire le condizioni affinché i militanti possano studiare, operare e crescere come quadri di partito, è importante quanto la lotta politica stessa. Il partito deve essere in grado di agire su vari fronti e condizioni politiche (legalità o illegalità, maggiore o minore democrazia, maggiore o minore livello di coscienza e mobilitazione di massa) e sono la fermezza ideologica e la preparazione dei quadri che garantiscono al partito la necessaria flessibilità tattica. Conferma Cunhal, che “i successi ottenuti nell’attività di partito sono in decisiva parte dovuti alla capacità mostrata di formare rapidamente quadri per le nuove condizioni di lotta….Quadri preparati, adatti a svolgere con successo i compiti affidati, costituiscono un valore prezioso per il Partito. Costituiscono un fattore decisivo per l’esito della sua attività”.

Altra preoccupazione importante presente in questa opera riguarda l’unità d’azione. E’ incompatibile con la costruzione collettiva del partito la formazione di “correnti di opinione” interne, così come l’isolamento sistematico di questo o quel dirigente o militante, il rischio è quello di creare una atmosfera di sfiducia e delusione e rottura dell’unità. L’unità del Partito comunista è il suo più grande patrimonio. E si basa sulla fiducia del lavoro collettivo.

“Il partito è un immenso collettivo di uomini e donne il cui avanzamento è determinato da tutti e da ciascuno. (…) L’unità del partito è il cemento della tua forza .

Per Cunhal il processo di rinnovamento deve essere costante. Per avvertire sempre il senso di dover continuare nella lotta, e per non cedere mai alle pressioni ideologiche della borghesia.

Egli sottolinea che il partito marxistaleninista è emerso in contrapposizione al modello vecchio e logoro del partito social-democratico. Il partito di “tipo nuovo”, espressione coniata da Lenin, è il partito che si afferma come l’avanguardia della classe operaia alla direzione della rivoluzione socialista. L’esperienza del partito bolscevico russo ispirò in molti paesi la rottura con la socialdemocrazia da parte dei settori più di avanguardia e conseguenti della classe operaia, con la conseguente creazione di partiti di nuovo tipo, che oggi chiamiamo leninista.

La difesa delle caratteristiche del partito comunista è la affermazione della sua lotta e della sua strategia negli interessi della classe operaia contro l’oppressione capitalista. Il Partito con Pareti di Vetro, scritto da Alvaro Cunhal e approvato dalla Commissione politica del Comitato Centrale del PCP nel 1980, è molto più che un documento storico e diagnostico delle strutture del Partito. E’ un manifesto in difesa dei principi del marxismo-leninismo, una guida per la riflessione e l’organizzazione autonoma della classe operaia. E’ l’affermazione di una agenda necessaria per il rafforzamento della lotta per il socialismo che oggi, con la crisi generale nel centro del capitalismo e con l’escalation delle guerre imperialiste, dimostra di essere l’orizzonte possibile e necessario per tutti i popoli del mondo. La forza del partito comunista è la sua natura di classe, il vincolo profondo con i movimenti di massa, l’internazionalismo, la difesa della sovranità nazionale. Suo obbiettivo, la costruzione del Socialismo.

Tutto ciò che è umano

Alvaro Cunhal dedicò 74 anni della sua vita alla militanza rivoluzionaria. Figura singolare, affrontò svariate tematiche, interessandosi di ogni aspetto riguardante l’essere umano. I suoi scritti politici e partitici rivelano una ricerca intensa delle potenzialità della lotta politica e della rottura con l’ordine, così come l’abnegazione nel forgiare gli strumenti per la conquista del potere politico del proletariato, condizione per la piena liberazione umana. Nei suoi testi dedicati all’arte traspare una forte preoccupazione riflettendo sulla libertà creativa, di creazione.

Nel libro Arte, Artista e Società, del 1996, Cunhal riflette appunto sulle questioni relative alla produzione artistica, argomentando che l’arte deve essere compresa e sentita dentro il contesto sociale in cui essa è prodotta, anche se l’artista si accredita affermando che la sua produzione non ha nessun rapporto col contesto storico in cui egli la realizza. Il dirigente comunista fu entusiasta nel descrivere cos’era per lui l’arte: “L’arte è libertà. E’ immaginario, è fantasia, scoperta, sogno. E’ creazione e ricreazione della bellezza dell’essere umano, e non soltanto l’imitazione della bellezza che l’essere umano desidera scoprire nella realtà che lo circonda” (3)

Fu anche un critico del dogmatismo, polemizzando contro l’ingerenza del potere statale sovietico nella produzione artistica, anche se fu sempre un sostenitore delle conquiste ottenute dall’Urss. Su tale questione, scrisse che “la visione dogmatica e intollerante ha portato a atteggiamenti di condanna verso opere d’arte e iniziative di grande valore degli artisti sovietici (….) L’opzione artistica, le nuove scoperte, stili e scuole, le interpretazioni filosofiche, le idee e le appassionate difese fanno parte del patrimonio artistico e appartengono a tutti. Nessuno potrà contestare il diritto di difendere un parere. L’assolutismo e il dogmatismo sono nemici dell’analisi, della comprensione, della giusta valutazione e della verità. Non si può condannare il diritto di avere un’idea. Occorre negare che le idee, le attitudini, e le decisioni dogmatiche e intolleranti possano servire l’arte, l’essere umano e la società. E l’artista stesso.”

La critica del dogmatismo era anche presente nelle sue opere sul partito, soprattutto nel già citato O Partito com Paredes de Vidro. Cunhal fu un rivoluzionario completo, uomo d’azione e intellettuale organico di partito, avverso a ogni lettura acritica e dogmatica, perché nemica della verità scientifica e della costruzione del nuovo. Difensore del marxismo-leninismo e avverso alle deviazioni riformiste, identificava nel dogmatismo una pericolosa devianza teorica.

Con i suoi sforzi egli si dirigeva verso una nuova epoca, ed è per questo che le sue idee e il suo esempio sono estremamente attuali. La società comunista, condizione per la vera e piena libertà umana, è ancora un compito da realizzare e la nostra sfida è creare e ricreare, come diceva Alvaro Cunhal.

Che l’eredità di questo grande compagno possa continuare ad ispirare nuove generazioni di comunisti!

NOTE

1 Le notizie biografiche si basano sul Dossier Alvaro Cunhal pubblicato dal Partito comunista portoghese qui: http://www.pcp.pt/alvaro-cunhal tutte le citazioni di questo articolo si riferiscono al dossier.

2 Tutte le citazioni del libro sono riferite alla seguente edizione: CUNHAL, Álvaro. O Partido com Paredes de Vidro. Lisboa: Edições Avante!, 1985.

3 Le citazioni del libro si riferiscono alla seguente edizione: CUNHAL, Álvaro. A Arte, o Artista e a Sociedade. Lisboa: Caminho, 2003.

*Rita Matos Coitinho è insegnante di sociologia, scienze sociali e militante del Partito Comunista del Brasile (PCdoB)

 

Sulla vita e l’opera di Alvaro Cunhal in Marz21.it

http://www.marx21.it/comunisti-oggi/nel-mondo/22693-alvaro-cunhal-centenario.html

http://www.marx21.it/comunisti-oggi/in-europa/23006-convegno-nel-100d-anniversario-della-nascita-di-alvaro-cunhal.html

http://www.marx21.it/storia-teoria-e-scienza/marxismo/23082-le-sei-caratteristiche-fondamentali-di-un-partito-comunista.html