Cosa sta succedendo in Ungheria

ungheria proteste leggeschiavituDichiarazione del Partito dei Lavoratori Ungherese (Munkaspart)

da solidnet.org

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

In merito alle proteste contro la modifica del codice del lavoro, i comunisti ungheresi del Partito dei Lavoratori hanno rilasciato la seguente dichiarazione:

Diverse proteste si sono svolte in Ungheria dall’8 dicembre, con la mobilitazione di alcune migliaia di persone. In parlamento, i partiti di opposizione hanno attaccato i partiti di governo e hanno cercato di paralizzare il lavoro del parlamento con l’ostruzionismo. Ma cosa sta succedendo in Ungheria?

1. Il 2 novembre 2018, tre legislatori del partito al governo Fidesz hanno presentato un progetto di legge per modificare il codice del lavoro. L’emendamento consente, oltre alle normali 40 ore di lavoro settimanali, 400 ore extra all’anno, invece delle attuali 250 ore. Ma la quantità di lavoro extra dovrebbe essere conteggiata non in 12 mesi come prima, ma in 36 mesi.

In tal modo, il governo Fidesz ha semplificato la situazione degli imprenditori capitalisti. Il codice del lavoro non è stato messo al servizio degli interessi dei lavoratori, poiché fin dal momento dell’avvento del sistema capitalista nel 1990 tutti i governi, senza eccezione, hanno servito gli interessi dei capitalisti e hanno varato le leggi conseguenti.

2. Il 28 novembre, tre confederazioni sindacali (Sindacati Liga, Alleanza sindacale ungherese, Alleanza Nazionale dei Consigli dei Lavoratori) hanno condotto negoziati con i rappresentanti del partito al governo. Il governo non ha ritirato la legge.

3. L’Alleanza sindacale ungherese, che conta 104.000 membri, ha organizzato una manifestazione per l’8 dicembre 2018. I sindacati della Liga – con 100.000 membri – si sono uniti, ma i Consigli dei Lavoratori – che contano 52.000 membri – e altri sindacati più piccoli non hanno aderito.

Notiamo che in Ungheria ci sono circa 1000 sindacati, che operano in 6 confederazioni. Complessivamente hanno 400-450.000 iscritti, che rappresentano solo il 9-10 percento degli occupati.

Secondo i dati dei sindacati, circa 10.000 persone hanno partecipato alla protesta l’8 dicembre.

4. Il Partito dei Lavoratori Ungherese ha sostenuto la protesta dei sindacati l’8 dicembre. Allo stesso tempo, abbiamo sottolineato che questa è la battaglia dei sindacati. I partiti non dovrebbero invadere il campo.

Sfortunatamente, i partiti liberali hanno strumentalizzato la protesta fin dal primo momento. Per costoro il codice del lavoro è solo un pretesto. Stanno facendo la campagna per le elezioni europee. È anche deplorevole che i dirigenti sindacali lo permettano.

5. Ci sono state altre proteste anche dopo l’8 dicembre – ma con una partecipazione di molto inferiore -, formalmente contro la modifica del codice del lavoro. Queste non sono state organizzate dai sindacati, ma dalle forze politiche liberali, dal Partito Socialista ungherese, dalla Coalizione Democratica, da Momentum e da altri.

Altre questioni, come la difesa dell’università dell’Europa centrale fondata da Soros, la libertà di educazione, di genere sono state aggiunte ai temi delle dimostrazioni, sebbene non abbiano nulla a che fare con il codice del lavoro.

Le proteste si sono trasformate in azioni aperte contro il governo. L’obiettivo visibile degli organizzatori era di provocare la polizia per farle usare in modo massiccio la violenza. Anche i dirigenti dei partiti liberali hanno partecipato attivamente alle proteste.

6. L’11-12 dicembre, durante la sessione del Parlamento, i partiti dell’opposizione hanno cercato di paralizzare la votazione della modifica del codice del lavoro presentando più di 2000 emendamenti. Più tardi hanno cercato di occupare la presidenza.

I partiti dell’opposizione vogliono riconquistare le posizioni perdute attraverso una “radicalizzazione”, ma non sono in condizione di farlo. Non sono diventati radicali, copiano solo i metodi occidentali.

7. Secondo la valutazione del Partito dei Lavoratori Ungherese dietro gli eventi non c’è la massiccia insoddisfazione delle classi lavoratrici. La gente nota che i prezzi salgono, che il divario tra poveri e ricchi si è allargato, e molti protestano contro i vari passi compiuti dal governo, ma non possiamo parlare di una massiccia protesta delle classi lavoratrici.

Le forze politiche liberali sono dietro gli eventi, le stesse che vogliono riconquistare il potere. Cercano di ottenere il sostegno dell’opinione pubblica prima delle elezioni europee del maggio 2019.

8. Il Partito dei Lavoratori Ungherese non ha preso parte alle azioni di strada. Non supporta le azioni delle forze politiche liberali. Vuole evitare uno scenario in cui i partiti di governo – con il pretesto delle proteste – inizino ad attaccare le vere forze anticapitaliste, come il Partito dei Lavoratori.

La dirigenza del Partito dei Lavoratori ha chiesto ai suoi membri che lavorano nelle fabbriche, nelle ferrovie o nelle scuole di parlare con la gente. Dovremmo sapere cosa vogliono veramente i lavoratori. Diciamo ai lavoratori che è il sistema capitalista ciò che devono combattere. Il Partito dei Lavoratori è di sostegno a questa lotta. Ma il partito non è in grado ora di guidare la lotta dei lavoratori e dei sindacati. Quando verrà il momento, allora andremo in strada.

Il Partito dei Lavoratori Ungherese