Che differnza c’è tra i piccoli partiti della sinistra e dei comunisti?

computer in filadi Francesco Galofaro e Marco Pondrelli

Che differenza c’è tra Dante e un enologo? Dante fa versi divini; l’enologo fa vini diversi. Nella perfetta tradizione di simili freddure, sono in molti ad essersi chiesti che differenza passi tra i tanti piccoli partiti comunisti e della sinistra radicale, formatisi dopo il big bang che ha dissolto la Rifondazione comunista del tempo che fu. Alcuni pensano che il programma in fondo sia uguale. Se il senso consiste nelle conseguenze pratiche delle nostre azioni, allora PCI, PC, SI, PaP e PRC sono tutte sullo stesso piano, poiché le rispettive divisioni non portano a conseguenze apprezzabili quanto a risultati. D’altro canto, le storie e le culture politiche rispettive differiscono molto, dunque i valori di cui ciascuna sigla si fa portatrice dovrebbero essere diversi. In assenza di grandi vittorie, per apprezzare i valori occorre che essi si manifestino nelle parole e nel linguaggio. Per questo abbiamo impiegato i nostri potenti algoritmi per analizzare gli ultimi 75 tweet pubblicati da 5 esponenti della sinistra radicale: Marco Rizzo (PC), Mauro Alboresi (PCI), Marta Collot (Potere al Popolo), Maurizio Acerbo (PRC), Nicola Fratoianni (SI). Per un colpo d’occhio sui risultati, il lettore può guardare le figure (1 – 5). Chiariamo subito che lo scopo di queste considerazioni non è valutare l’efficacia della comunicazione dei leader considerati: per far questo, la letteratura scientifica sull’argomento consiglia di valutare anche polarità e grado di soggettività, frequenza e lunghezza dei tweet su un periodo di almeno un anno.

Cominciando da Marco Rizzo (figura 1), nel suo discorso prevalgono di gran lunga i bersagli polemici costituiti da Governo e UE, per motivi che si legano alle lotte nel mondo del lavoro (Amazon, Lotte, Lavoratori), senza eccessive personalizzazioni. L’impostazione comunista tradizionale è ben rappresentata dalle parole Italia e Partito. Poiché Rizzo ha una presenza mediatica notevole, anche la parola Ospite è presente tra le principali.

Figura 1

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Per venire ad Alboresi (figura 2), anche nel suo discorso prevale il Governo come bersaglio polemico, a fianco di Draghi. A differenza del discorso di Rizzo, qui sono molto impiegate parole come Crisi, Scontro, Aggressiva, evidentemente legate alla descrizione del contesto e a una prospettiva che induce il lettore al pessimismo. Nel discorso di Alboresi sono presenti temi più legati alla politica estera: Russia, Cina, NATO, Pace. Una parola interessante che lo caratterizza è ‘Élite’. 

Figura 2

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Quanto a Marta Collot (figura 3), qui il bersaglio polemico è personalizzato (Draghi) e su ogni altra preoccupazione prevale l’organizzazione politica di cui è esponente (Potere al popolo). I mezzi di comunicazione televisiva sovrastano di molto i contenuti politici dei tweet: Collot usa twitter per rilanciare un discorso ospitato soprattutto dai media tradizionali (La7, diMartedì, Stasera, Ieri Sera, Parliamo …). Quanto ai temi più gettonati, accanto a Lavoratori e Presidio compaiono gli Studenti, la Salute, i brevetti (spesso associati al tema dei vaccini). Nonostante il riferimento costante alla propria esposizione massmediatica, Marta Collot è anche saldamente radicata al territorio – Bologna.

Figura 3

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Trattiamo ora di Maurizio Acerbo (figura 4): l’avversario principale in questo caso si incarna nel Pd ed è personificato da Letta. Seguono il Governo e Draghi. Le altre parole prevalenti, accanto a Italia, sono Rifondazione comunista e Direzione Prc. Emerge chiaramente un taglio molto politicista; scarseggiano le parole che si riferiscono a problemi concreti: troviamo comunque Covid, Zona rossa, Vaccini, ma anche Supermercati, Pasqua e Pasquetta. Il discorso di Acerbo è tutto focalizzato sulla pandemia in corso. 

Figura 4

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Su quest’ultima quistione però Acerbo è senz’altro sovrastato da Fratoianni (figura 5): la parola più usata, accanto a Paese, è Vaccini. Abbiamo poi nomi e cognomi di politici e giornalisti: Massimo Franchi, Renzi, Salvini, Matteo, Fontana, ilManifesto e lo stesso Fratoianni (questo perché molti messaggi sono retweet di altri utenti che parlano di lui). Come tutti i riformatori, Fratoianni comunica un’immagine molto ottimista – in questo senso è un po’ l’anti-Alboresi: Legge, Disegno, Diritti, Stato, Possibile, Piano. Meno peso, anche qui, le parole che parlano di problemi concreti: Covid19, Pandemia, Lavoratori, Rider.

Figura 5

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Discussione

Formulato da  Gottfried Wilhelm Leibniz, il principio di identità degli indiscernibili dice che se non c’è modo di distinguere due cose, allora esse sono in realtà una cosa sola. La nostra analisi tuttavia rivela che questo principio non si applica alle forze della sinistra radicale – non indiscriminatamente. C’è un’indubbia sovrapposizione tra i campi dei significati toccati dal discorso politico di Rizzo e quello di Alboresi, pur essendo il primo più concentrato sul conflitto di classe e sul rapporto Italia/EU, mentre il secondo guarda più all’imperialismo e alle relazioni internazionali. Il lessico di Alboresi è inoltre più ricco di quello impiegato da Rizzo, a pena tuttavia di una certa dispersività e una maggiore astrattezza (tramite tecnicismi del linguaggio politico come ‘sostanza’, ‘natura’, ‘confermano’, ‘soggettività’). E’ molto chiaro che Rizzo e Alboresi si rivolgono al medesimo elettorato e agli stessi militanti: i comunisti tradizionali. Specularmente, anche i discorsi di Fratoianni e di Acerbo si somigliano al punto da rivelare una medesima cultura politica: sono ugualmente concentrati sull’agenda pandemica ma ne esplorano poco le implicazioni sociali ed economiche, e comunque in misura assai minore dei comunisti tradizionali. Tendono al politicismo, perché nel proprio discorso al conflitto sociale sostituiscono quello ‘simbolico’ tra forze politiche: la forma delle relazioni prevale sulla sostanza del contenuto. I loro elettori potrebbero essere etichettati come radicali filoneisti. Per quanto riguarda Marta Collot, i temi trattati sconfinano nelle aree rispettive dei comunisti tradizionali e dei radicali filoneisti, con punte di originalità – vedi gli studenti, delle cui sorti altrove si tace. Come quasi tutti gli altri, il suo discorso non è caratterizzato sulle questioni che riguardano i rapporti di forza tra Stati e le grandi questioni internazionali. Ci sono delle potenzialità interessanti nel suo discorso; il rischio è che queste vadano sprecate perché non sfrutta le caratteristiche social del canale impiegato, permettendo, a differenza di Fratoianni o di Marco Rizzo, che l’autopromozione mediatica prevalga sul messaggio che vuole inviare.