di Daniele Cardetta | da tribunodelpopolo.com
Due pesi e due misure. Questo è il modo di funzionare della macchina del mainstream, una macchina che lavora a pieno regime per divulgare le verità comode e occultare quelle scomode. Così Yoani Sanchèz diventa una blogger senza paura che lotta per la libertà, e i Los Cinco vengono invece avvolti in una cappa di silenzio. E per chi sfida l’establishment c’è sempre il manganello…
La verità signori e signori, in questo XXI secolo globalizzato, moderno, e interconnesso, è al servizio del più forte. Non che in passato le cose siano andate diversamente, chi detiene il potere detiene anche i mezzi per divulgare la sua di verità, sovrapponendola alla realtà. Nei decenni scorsi però l’uomo della strada, il cittadino tout court, aveva a disposizione meno strumenti per confrontarsi con la realtà, e finiva per accettare passivamente tutto quello che gli veniva fornito come “verità ufficiale”.
Oggi invece con la diffusione di internet e della tecnologia ci troviamo in un’era in cui il cittadino può, volendo, trovare anche verità alternative a quelle ufficiali, e questo spaventa a morte l‘establishment. I governi hanno fornito la loro versione della crisi economica che ha messo in ginocchio l’Occidente, questo per evitare che la discussione vada oltre una certa soglia, mettendo in discussione lo stesso capitalismo. Meglio imbrigliare, indirizzare, soffocare i dibattiti scomodi, così non è la natura stessa del capitalismo a essere messa in discussione, bensì alcuni eccessi, magari addossati ad errori personali di mele marce, oppure a paesi “fannulloni” come Grecia, Italia, Spagna, rei di aver vissuto “al di sopra delle loro possibilità”.
Ma questo non avviene solo con la crisi, con la quale sono riusciti nell’intento diabolico di scaricare sulle vittime la colpa della crisi, sollevando i carnefici, ovvero i campioni del neoliberismo, da una resa dei conti con se stessi e con la realtà. Il neoliberismo a ben guardare è responsabile almeno sulla carta di aver letteralmente rovinato la vita a milioni di persone, ma non essendoci nessuna controparte, nessun sistema alternativo sullo sfondo, le colpe e le criticità del neoliberismo semplicemente rimangono sullo sfondo, in nulla messe in discussione dal mainstream. In trasmissioni artefatte, ampollose e confezionate su misura, azzimati professoroni ci spiegano che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e che ora dobbiamo fare, anche noi, delle rinunce, per tenere la barca a galla. Questi signori mentono, e fanno bene perchè solo con la menzogna ormai possono essere in grado di occultare la verità, ovvero che questa crisi è stata prodotta da un sistema intrinsecamente ingiusto, che vuole continuare a imporsi al contrario come “giusto”, contro tutto e tutti. Così le “armi di distrazione di massa” sono state affinate e utilizzate per atomizzare, imbrigliare e anestetizzare milioni di persone, in qualsiasi ambito della vita. Sono menzogne ad esempio quelle sulla blogger Yoani Sanchez, assurta a emblema della star mediatica oppressa dai regimi, una dissidente che passa il tempo a decantare la mancanza di libertà a Cuba utilizzando Twitter, senza che nessuna delle sue parole, nessuna, sia mai stata messa in discussione. Alcuni personaggi semplicemente quando parlano devono essere presi sul serio, altrimenti il gioco si rompe. Così tutti conoscono la povera Yoani, quella che dice che Twitter a Cuba non si può usare proprio cinguettando su Twitter, e nessuno conosce i Los Cinco, cinque cubani che sono stati ingiustamente arrestati negli Stati Uniti per aver trovato prove del coinvolgimento del governo nell’organizzare attentati contro Cuba. I Los Cinco sono in carcere da anni, senza prove, eppure “La Repubblica” ha il coraggio di mettere in prima pagina ogni parola pronunciata dalla Sanchez, due pesi e due misure, al servizio di una visione del mondo.
Stessa cosa sulla Siria, Assad siede dalla parte sbagliata degli interessi geopolitici occidentali, indi Assad è un nemico, un nemico come lo era Muammar Gheddafi. E qui la macchina delle menzogne raggiunge il suo apice più alto, con il dittatore di turno che diventa come per antonomasia un massacratore del suo stesso popolo, mentre i ribelli di turno che combattono contro di lui diventano eroi romantici,un pò partigiani un pò briganti, tutti ovviamente eroi. Così i libici diventano un popolo oppresso per i media piegati al mainstream, e il fatto che ricevessero sussidi, casa, istruzione e sanità nella Libia di Gheddafi diventa un mero orpello da gettare nell’olbio della storia. L’unica cosa che conta è la “Libertà”, un valore però imposto da fuori, per motivi tutt’altro che filantropici, da persone senza scrupoli che perseguono, scientemente, un progetto spietato di egemonia mondiale. Così in Siria ci possono raccontare che un governo che risponde con la violenza al terrorismo di massa diventa un governo “assassino”, mentre gli Stati Uniti hanno sempre represso con una violenza inusitata una qualsivoglia pulsione ribellistica interna di qualsiasi natura. Due pesi e due misure dunque,perchè secondo loro è giusto così, è una lotta senza quartiere tra potenze, tra visioni del mondo, e chi perde è perduto…Per questo viene utilizzata tanta violenza contro gli studenti, che rappresentano il futuro. Gli studenti devono essere rassegnati, anestetizzati, attirati dalle insegne illuminate preparate per gli allocchi, eccitati dalle donne nude che compaiono in tv a qualsiasi ora del giorno e della notte, questi sono i sudditi preferiti del capitalismo. Gli altri? ribelli, drogati…. ma finchè ci sono, c’è una speranza…