Accordo Cina-UE: cosa ne pensano i social?

galofaro ue1di Francesco Galofaro e Marco Pondrelli

L’anno 2020 si è concluso con un accordo epocale tra Unione europea e Cina sulla liberalizzazione del commercio, ispirato a modelli di sviluppo sostenibile e a principi di reciprocità. E’ stato siglato il 30 dicembre dopo negoziati durati ben sette anni. Previa ratifica del Parlamento europeo, dovrebbe entrare in vigore l’anno prossimo, e riguarda settori strategici quali pubblicità, il settore immobiliare, i servizi ambientali, la sanità privata e l’industria automobilistica.


Come accade in questi casi, la firma dell’accordo è stata accompagnata dai commenti dei Leader su Twitter. Ad esempio, Ursula von der Leyen ha scritto: “Oggi, Unione europea e Cina hanno concluso in linea di principio i negoziati per un accordo sugli investimenti … per opportunità economiche e commerciali più equilibrate”. Ai tweet dei politici fanno seguito i commenti dei giornali e degli utenti. In questo modo si genera una discussione polifonica piuttosto difficile da seguire e ricostruire, contando centinaia e addirittura migliaia di commenti.

Per questo, da oggi Marx21 inaugura una piccola rubrica dedicata alla sentiment analysis di Twitter. Senza pretese eccessive di “scientificità”, metteremo al lavoro i nostri potentissimi algoritmi e le nostre ancor più avanzate reti neurali per “misurare la temperatura” della discussione.

In particolare, ci siamo soffermati su due parametri: polarità e grado di soggettività.

Come funziona la sentiment analysis

Il primo parametro, “polarità”, è un indice che misura l’emotività del messaggio su una scala che va da -1 a +1. I valori positivi sono genericamente favorevoli, quelli contrari sono genericamente contrari. I valori estremi della scala indicano genericamente l’espressione di una maggiore emotività, mentre i valori centrali, prossimi allo 0, indicano un’espressione dei sentimenti più controllata e un effetto di maggiore razionalità. 

Il secondo parametro, “soggettività”, misura quanto l’emittente mette in gioco se stesso attraverso l’uso del pronome “Io”, esprimendo opinioni, accuse, desideri, credenze, sospetti e speculazioni.

Il nostro studio

Ci siamo basati su un corpus di circa 200 tweet italiani datati tra il 30 dicembre e il 7 gennaio e raccolti sulla base dell’influenza cha hanno avuto sulla comunità per numero di re-tweet e di commenti generati. Abbiamo impiegato una semplice rete neurale per classificarli sulla base della polarità e del grado di soggettività. Abbiamo preparato due grafici: rispettivamente, un diagramma a torta sulla polarità dei giudizi (fig. 1), e un grafo che tiene conto anche del grado di soggettività espresso (fig. 2).

Come mostra la figura 1, l’opinione della comunità è molto polarizzata, con una lieve prevalenza dei giudizi positivi su quelli negativi. La discussione si mantiene su un piano di razionalità. Solo una minoranza di utenti esprime posizioni emotive.

La figura 2 conferma la prima osservazione: i giudizi più emotivi tendono ad esprimere maggiormente la soggettività dell’emittente; tuttavia, nel complesso, la maggior parte dei messaggi si concentra nella regione a basso tasso di soggettività e di emotività, evitando illazioni e fanfare.

Conclusioni

Certamente il nostro studio non può dirsi concluso. Sarebbe importante sondare l’atteggiamento dell’opinione pubblica italiana sulla Cina su diversi temi e in differenti periodi, cosa che – se questa rubrica risconterà interesse – ci accingiamo a fare volentieri. Tuttavia, possiamo senz’altro ipotizzare che l’atteggiamento maturo della comunità di Twitter nei confronti del tema riveli un mutato atteggiamento nei confronti della Cina, con un minore peso dei giudizi ideologici e dell’atteggiamento sinofobico e una volontà di affrontare il tema del rapporto con quel mondo su basi di ragionevolezza. D’altro canto, il 2020 segna, politicamente, uno spostamento del baricentro politico verso l’Asia, dettato dalla straordinaria capacità cinese di risposta alla pandemia e alle conseguenti speranze di ripresa per l’economia mondiale. La posta in gioco è alta: un possibile indebolimento dell’egemonia americana e della sua capacità di “presa” sull’opinione pubblica del nostro Paese.

Note:

1. Sulla sentiment analysis del social media twitter a fini politici, si veda https://towardsdatascience.com/understanding-political-twitter-ce3476a38377

Fig. 1

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Fig. 2

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