Il BRICS vuole una linea diretta con l’Africa

di John Fraser | da IPS

newsdalmondo bannerTraduzione di Marx21.it

Il Sudafrica cercherà di rafforzare i legami tra l’Africa e i suoi partners del BRICS (il gruppo formato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) nel corso di un vertice che si svolgerà nel mese di marzo.

“Il tema del vertice sarà il BRICS e l’Africa, la collaborazione per lo sviluppo, l’integrazione e l’industrializzazione”, spiega Xavier Carim, vicedirettore del Dipartimento per il Commercio e l’Industria sudafricano, facendo riferimento all’incontro che si svolgerà nella città sudafricana di Durban.

“Vogliamo allineare i nostri interessi per sostenere l’agenda di integrazione in Africa, e non ci concentreremo solo sull’accesso alle risorse”.


Alcuni mettono in discussione il fatto che, essendo la nazione più piccola all’interno del BRICS sia in popolazione che in prodotto interno lordo (PIL), il Sudafrica meriti un posto in questo club di nazioni emergenti.

Altri rispondono che la presenza questo paese offre al BRICS un migliore accesso al continente africano, ricco di minerali.

I capi di Stato e di governo del BRICS saranno invitati anche ad un incontro con il Comitato Direttivo della Nuova Associazione per lo Sviluppo dell’Africa (Nepad).

“La delegazione a livello presidenziale contribuirà a legare il BRICS all’Africa”, rileva Carim.

Il consigliere per gli affari internazionali di Pretoria, John Maré, elogia il piano sudafricano di rafforzamento dei legami tra l’Africa e il BRICS, al prossimo vertice di Durban.

“E’ importante. In particolare, perché significa che il Sudafrica è intenzionate a facilitare il dialogo tra l’Africa e la Cina”. “E’ importante che gli accordi garantiscano che non ci sia uno sfruttamento dell’Africa da parte della Cina”, dichiara a IPS, sottolineando anche che il gigante asiatico è l’elemento chiave del BRICS nella sfera di interessi africani.

“Il gruppo BRIC ha invitato il Sudafrica, trasformandosi in BRICS, poiché siamo visti come la via d’accesso più indicata per l’Africa”, spiega Maré. “Se al vertice di Durban l’attenzione sarà concentrata sull’Africa, vorrà dire che il Sudafrica sta giocando il ruolo che tutti si aspettavano quando il paese è stato invitato nel BRICS”.

Maré dichiara che il BRICS assicurerà un nuovo tavolo di dialogo con l’Africa parallelamente a quello che il continente intrattiene con l’Unione Europea (UE).

“L’UE perfeziona il dialogo con l’Africa, attraverso la Segreteria dell’Unione Africana”. “Il vincolo tra la Nepad e il BRICS potrebbe riflettere esattamente tale modalità di dialogo, e garantirebbe al BRICS una relazione con l’Africa che non hanno né gli Stati Uniti né il Giappone”.

“Sono sicuro che la riunione di Durban sarà la prima di un dialogo regolare”, sottolinea Maré.

Da parte sua, anche l’analista indipendente Ian Cruickshanks, di Johannesburg, appoggia l’idea che il Sudafrica possa facilitare il dialogo tra l’Africa e il BRICS. “Mi rallegro per qualsiasi ampliamento dell’influenza sudafricana nell’economia globale e nei blocchi politici”, ha dichiarato a IPS. “Il BRICS è visto come un gruppo nuovo e dinamico, con una crescente influenza politica ed economica, con accesso ai capitali, capace di influenzare nuovi investimenti in Africa, l’ultima riserva di energia sfruttabile e di prodotti di base industriali”. E ricorda che l’Africa attualmente contribuisce solo per il tre per cento al PIL mondiale, e il Sudafrica per l’un percento. Ma il continente “presenta il potenziale per avanzare più rapidamente del mondo industrializzato, sempre e quando abbia maggior accesso al capitale e che questa evenienza possa essere messa a profitto dai centri industriali del BRICS”.

L’esperto sottolinea che le risorse sudafricane vengono già sfruttate in maniera significativa, ma sostiene che le riserve di petrolio da scisto bituminoso potrebbero essere meglio valorizzate attraverso la cooperazione con gli altri paesi del BRICS ed esportate al resto dell’Africa.

“L’avanzato settore finanziario sudafricano potrebbe servire da base per l’ingresso del BRICS in Africa, imprimendo un grande impulso economico e contribuendo a finanziare i piani di sviluppo infrastrutturali promessi dal presidente Jacob Zuma”, afferma Cruickshanks.

Allo stesso tempo, Carim invita a sgomberare il campo da qualsiasi frizione commerciale all’interno del BRICS. Cita come esempio le richieste del Sudafrica di applicare i diritti anti-dumping (contro le pratiche di commercio sleale) per le importazioni di polli dal Brasile e di carta dalla Cina. “Queste cose esistono, ed è inevitabile quando cresce il commercio”, spiega. “Quanto più commercio c’è, tanto maggiori sono le frizioni. E’ parte normale delle relazioni. Ma, è importante superare questo tipo di tensioni”.

Carim sostiene che si dovrebbe ricercare un maggiore equilibrio commerciale all’interno del gruppo. “Quando le importazioni del Sudafrica aumentano, ciò ha un impatto sulle nostre industrie”

“Deve esserci qualche modo per alleviare la pressione, trovare sbocchi per le nostre esportazioni e misure per sostenerle, come nel caso del vino venduto al Brasile”.

Tuttavia, Carim sostiene che non esistono ancora le condizioni per la creazione di un’area di libero commercio tra le nazioni del BRICS. “Nessuno parla di un’area di libero commercio, perché quando se ne crea una devi aprire i tuoi mercati e perdere alcuni settori”. “L’India è vulnerabile nella sua agricoltura, mentre i cinesi sono molto competitivi nei manufatti. E il Brasile è molto competitivo nell’agricoltura. Con il libero commercio si corrono rischi”.

Inoltre, Carim afferma che le nazioni del BRICS hanno molto da apprendere l’una dall’altra. “Il successo del Brasile nella creazione di istituzioni efficaci per finanziare lo sviluppo può essere replicato in Sudafrica. Mentre la Cina e l’India sono capaci di promuovere zone di sviluppo industriale”.

“Dobbiamo cercare di condividere le esperienze e non la competizione distruttiva”.