I partiti comunisti delle regioni del Nord Europa per l’intensificazione della lotta per la pace e contro le politiche aggressive e di devastazione sociale e ambientale dell’imperialismo

a cura di Mauro Gemma

newsdalmondo bannerRappresentanti dei partiti comunisti della regione artica (i partiti comunisti di Norvegia, Svezia, il comitato regionale lappone del Partito Comunista di Finlandia e il comitato regionale di Murmansk del Partito Comunista della Federazione Russa) si sono riuniti nei giorni scorsi a Tornio, nella Lapponia finlandese.

All’ordine del giorno dell’incontro i temi della sicurezza, della pace e dello sviluppo delle regioni che si trovano oltre il Circolo Polare Artico. Il dibattito ha trovato la sua sintesi in una dichiarazione conclusiva. La prima parte del documento è dedicata alle questioni dello sviluppo, che in questa parte del globo è entrato spesso in conflitto con le esigenze di equilibrio ambientale di una regione di cui – si legge nella dichiarazione – vanno tenuti in considerazione “la particolare sensibilità e vulnerabilità della natura” e “i tradizionali modelli di vita delle popolazioni locali”. Di qui un appello a prestare attenzione alla prevenzione dell’inquinamento di fiumi e laghi e al controllo severo delle emissioni di polveri nocive e delle lavorazioni e raffinazioni soprattutto in vicinanza di giacimenti minerari.

In particolare, sostengono i comunisti della regione, “l’estrazione di petrolio e gas nell’Artico rappresenta una seria minaccia per l’ambiente. Il clima rigido, il ghiaccio e le tempeste ostacolano il controllo delle perdite…e dal momento che è estremamente difficoltoso garantire una produzione senza perdite, la sicurezza delle produzioni nelle regioni artiche assume una rilevanza particolare”. La salvaguardia della salute delle popolazioni e dell’ambiente deve rappresentare una priorità nell’intervento pubblico, mentre altre attività, come la pesca, devono essere sviluppate “in modo sostenibile”.

Il documento dei partiti comunisti si sofferma anche sulle questioni della pace e della sicurezza nella zona, messe a repentaglio dall’accresciuta iniziativa della NATO, che sta frapponendo seri ostacoli allo sviluppo di un’iniziativa di cooperazione tra i diversi popoli del Nord Europa (in particolare tra quelli scandinavi e la Russia).

Per questa ragione, “i partiti comunisti della regione del Nord si oppongono fermamente all’allargamento della NATO a nuovi paesi membri, all’incremento dell’iniziativa dell’alleanza nella regione artica e alla partecipazione di paesi come la Finlandia e la Svezia alle esercitazioni e alle operazioni della NATO”.

I comunisti della regione respingono anche il “nuovo concetto” della NATO, che prevede una strategia fuori dalle aree di tradizionale competenza, che inaugura una nuova fase più aggressiva dell’iniziativa militare di questa organizzazione e che costituisce una pesante minaccia alla democrazia e alla sicurezza e stabilità di ogni paese.

“Noi pensiamo”, è scritto nella dichiarazione, “che, qualora la NATO dovesse considerarlo necessario, questa minaccia verrebbe ad insidiare le nostre risorse e l’autonomia e il benessere dei nostri paesi”. Di qui il richiamo alla necessità urgente dell’intensificazione della lotta a favore della pace e contro l’imperialismo.

I partiti comunisti riuniti in Finlandia affermano anche la loro determinazione a rappresentare parte attiva nella lotta dei lavoratori dei loro paesi “per i diritti democratici e sociali, per il lavoro, i servizi pubblici e la sicurezza sociale”, allo scopo di bloccare le politiche di austerità che stanno colpendo duramente anche paesi caratterizzati dall’alta qualità dello stato sociale, come sono quelli dell’Europa del nord.

“Le politiche neoliberali di governi e organizzazioni come l’UE e il FMI, l’appropriazione capitalista, le privatizzazioni, l’avidità e il potere del capitalismo finanziario hanno portato alla crescita della disoccupazione, della povertà, dell’insicurezza, della disuguaglianza, e alla distruzione delle forze umane e produttive. Questa crisi sistemica rimanda direttamente alla questione di un’alternativa a questo sistema capitalista e alla necessità di un nuovo tipo di sviluppo e di una prospettiva socialista. Solo il socialismo può creare le condizioni per l’eliminazione delle guerre, della disoccupazione, della fame, dell’incertezza per centinaia di milioni di persone, per interrompere la distruzione dell’ambiente”, conclude la dichiarazione comune.

Fonte Solidnet.org