In Lituania continuano le brutali persecuzioni contro antifascisti e pacifisti

“Pravda”, organo del Partito Comunista della Federazione Russa | da kprf.ru

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

Nella repubblica ex sovietica, membro dell’UE e di fatto “servitù militare” della NATO in funzione anti-russa, vengono perseguitati e processati gli attivisti dell’opposizione antifascista e pacifista. Mentre continua, agghiacciante, il silenzio del “democratico” Occidente.

Nella città costiera di Klaipėda, è iniziato, il 25 aprile, un processo contro un gruppo di antifascisti. Le autorità li hanno incriminati per alto tradimento come “gruppo anticostituzionale”. Queste persone tempo fa avevano invitato a battersi contro l’eliminazione della moneta nazionale e l’introduzione dell’euro, si erano pronunciati contro il dispiegamento nel paese dei militari della NATO, avevano pubblicato e distribuito materiali di carattere politico.

Uno degli imputati, il giornalista antifascista G. Grabauskas, dal 2014 vice presidente del Fronte Popolare Socialista della Lituania, ha condotto nel quadro della Costituzione della Repubblica Lituana un’intensa attività contro il fascismo e la guerra, è stato l’iniziatore delle azioni davanti al palazzo del Ministero degli Esteri della Lituania e alle ambasciate di Ucraina e USA, ha partecipato a incontri in diverse città del paese.

I suoi articoli contro la corruzione nelle alte sfere del potere e per il ripristino della giustizia sociale hanno provocato l’odio dei circoli dominanti. Tra gli imputati ci sono anche Oleg Titorenko e Zh. Rasminas. Gli imputati ribattono che nessuna delle loro organizzazioni è anticostituzionale.

Il procedimento giudiziario era già stato avviato all’inizio del 2015. Nella primavera di quell’anno erano state attuate massicce perquisizioni nelle abitazioni di undici antifascisti, e contro cittadini non graditi alle autorità era iniziata una campagna di calunnie e umiliazioni. Sono stati definiti nemici della Lituania, agenti del Cremlino, sono stati accusati di incitamento all’odio nazionale e di avere operato contro la sovranità del paese e per i loro appelli a lottare per la rivoluzione nazionale e socialista.

In realtà, il processo è parte della campagna di persecuzione del Fronte Popolare Socialista della Lituania. Abbiamo conferma di ciò nei rapporti annuali dei servizi di sicurezza, nei quali il Fronte viene continuamente definito organizzazione filo-russa. Contro i militanti del partito – A. Paleckis, D. Raugalene, S Rakauskene – sono già stati istruiti alcuni processi penali. In ospedale, è morto, dopo essere stato brutalmente picchiato, l’attivista del Fronte I. Krinitsky, mentre in circostanze misteriose è morto anche una personalità pubblica, Zh. Shumkis.

L’ “élite” politica della Lituania, procuratori corrotti e agenti della sicurezza non tengono in alcuna considerazione la libertà di parola e di informazione, fabbricano casi giudiziari su commissione del potere e si accaniscono contro i dissidenti che considerano scomodi. O. Titorenko, Zh. Rasminas e G. Grabauskas sono noti per l’impegno civile, si pronunciano a favore della pace, per il ripristino del diritto in Lituania, per il mantenimento della moneta nazionale, contro l’introduzione dell’euro, contro la partecipazione del paese al blocco aggressivo della NATO. La persecuzione giudiziaria degli antifascisti è un atto criminale, un processo politico, è una provocazione contro il popolo lituano.

A. Paleckis, noto politologo lituano, giornalista e antifascista, ha dichiarato: “il processo che si svolge a Klaipėda è molto simile alla repressione politica. Una repressione che ha lo scopo di intimidire, mettere a tacere tutti coloro che non appoggiano il punto di vista ufficiale sulle questioni di politica estera e interna”.

Gli antifascisti lituani nel giorno dell’inizio del processo hanno effettuato una manifestazione di protesta, in difesa della libertà di parola e di informazione, di fronte al tribunale di Klaipėda. I manifestanti hanno scandito: “Fermare la repressione politica!”.

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