Rilanciamo la mobilitazione contro i nuovi gravissimi attacchi alle libertà in Ucraina

ukraine prisoners exchange 4di Marx21.it

Apprendiamo che il Partito Comunista di Ucraina ha lanciato un altro appello alla mobilitazione e alla solidarietà internazionale contro il gravissimo attacco sferrato dalle autorità di Kiev contro la libertà di espressione, questa volta nei confronti di uno strumento di informazione dell’opposizione al regime.

Sono state infatti avviate le procedure per la chiusura del canale televisivo “Gamma” dopo che l’emittente aveva mandato in onda l’intervento del leader del Partito Comunista di Ucraina, Petro Simonenko, in occasione della celebrazione del Giorno della Vittoria sul nazi-fascismo, in cui erano stati espressi giudizi in merito alla politica nazionale ed estera dell’attuale regime nazional-fascista di Kiev.

Nel suo intervento, Simonenko aveva denunciato vigorosamente le inadempienze, da parte del governo ucraino, degli accordi di Minsk per il regolamento del conflitto nel Donbass e l’operazione in corso di riscrittura della storia, attraverso anche il cambiamento del nome di innumerevoli vie e  piazze, prima dedicate agli eroi della lotta antifascista e ora addirittura intitolate ai criminali collaborazionisti che avevano partecipato, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, alla sanguinosa repressione di partigiani e combattenti dell’Armata Rossa, e di inermi cittadini ucraini, russi, ebrei, polacchi e di altre nazionalità presenti allora sul territorio della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.

Stupisce ancora una volta la sostanziale indifferenza che gli organi preposti al rispetto dei diritti umani presenti nelle istituzioni europee hanno mostrato di fronte a questo ennesimo gravissimo episodio repressivo in uno Stato che è legato all’Unione Europea da un trattato di Associazione. E stupisce pure il silenzio che continua a caratterizzare la gran parte delle forze presenti nel Parlamento italiano, comprese quelle di sinistra (in particolare Sel, che non ha mai fatto seguire una sola riflessione autocritica all’iniziale esaltazione del movimento golpista del Majdan di Kiev) che, sulla grave situazione delle libertà democratiche e la dura repressione in atto in Ucraina, spesso attuata da squadracce neo-naziste, non hanno ancora pronunciato una sola parola di condanna.

Il silenzio delle istituzioni di governo europee e delle sedi parlamentari italiane è tanto più grave se si pensa che proprio in questi giorni il giornale britannico Times ha ospitato la testimonianza del vice segretario generale dell’ONU per i diritti umani, il croato Ivan Šimonović, che denuncia la pesante repressione in atto in Ucraina, in particolare da parte del SBU, il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina, e i numerosi casi di torture e percosse a cui sono sistematicamente sottoposti i numerosissimi prigionieri politici (http://kpu.ua/ru/84252/oon_obvynjaet_sbu_v_systematycheskyh_pytkah_zaderzhannyh).

Per quanto riguarda in particolare l’Italia, spetta ancora una volta ai comunisti, insieme a tutti coloro che hanno a cuore le sorti delle libertà e della democrazia, dare nuovamente slancio a quel movimento di opinione che aveva caratterizzato il periodo immediatamente seguente la realizzazione del colpo di Stato a Kiev, quando si fu in grado di organizzare significativi momenti di mobilitazione in numerose località del nostro paese, attraverso appelli, una capillare campagna di informazione e la mobilitazione di migliaia di cittadini.

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