Articolo apparso sul quotidiano del Partito comunista ceco-moravo Halo Noviny
Il 1. agosto 2008
UNA SVOLTA IMPORTANTE
Il VII congresso del Partito della Rifondazione Comunista
Il VII congresso del Prc, svoltosi dal 25 al 27 luglio, si è concluso con la sconfitta di Fausto Bertinotti (fino o poco tempo fa presidente del Partito della sinistra europea). La stampa di destra è nello sconcerto. Nuovo segretario è Paolo Ferrero.
Il congresso si è concluso domenica sera dopo un forcing lavorativo a Chianciano Terme, nelle vicinanze di Roma. Il partito ha una nuova direzione e alla segreteria è stato eletto Paolo Ferrero. I delegati, divisi in 5 aree programmatiche, hanno tentato di trovare una soluzione unitaria alla crisi del partito dopo l’epocale sconfitta, come l’hanno definita molti delegati indipendentemente dalle aree di appartenenza, nelle elezioni di aprile.
Il VII congresso ha deciso di rivedere le conclusioni del congresso precedente dominato da Bertinotti, pur non disponendo di una maggioranza così ampia (58% contro il 42%). La linea della partecipazione diretta al Governo Prodi è stata sconfitta non solo alle elezioni dell’aprile di quest’anno, quando per la prima volta dalla nascita della Repubblica la sinistra e i comunisti sono rimasti senza una rappresentanza in parlamento, ma anche nei dibattiti precongressuali, nei quali la maggioranza del partito h deciso per una sua revisione. Nonostante questa realtà, i seguaci di Bertinotti hanno nuovamente tentato di ripresentarla al congresso come orientamento strategico del partito. Solo un ignorante potrebbe affermare che la maggioranza dei delegati non abbia cercato di trovare una soluzione di compromesso. L’indisponibilità a questa soluzione e tutte le forme di manipolazione, che l’odierna lotta politica porta con sé, alla fine non hanno avuto successo.
L’ultimo tentativo di conquistare la testa e il cuore dei delegati, e soprattutto delle delegate, rappresentato dall’intervento di carattere emotivo e mediatico tipico di Bertinotti, ha avuto successo solo per un paio d’ore. Venezia non si è ripetuta. Tutto è divento chiaro quando , in modo intervento calmo, sintetico e costruttivo, è intervenuto Paolo Ferrero. Ferrero ha sostenuto che la linea del VI congresso è stata sconfitta nelle elezioni e nel partito e che non vedeva il motivo per cui questa linea dovesse essere nuovamente confermata da questo congresso. L’emozione ha così raggiunto l’apice e, tra il canto di Bandiera rossa e lo slogan Comunismo Comunismo, falliva l’effetto del ben architettato discorso di Bertinotti.
In seguito i seguaci di Bertinotti hanno tentato di rientrare in gioco con la demagogia e le minacce, approfittando del fatto che tra di loro vi erano la maggioranza dei politici di professione di primo calibro.
Il congresso si è concentrato prevalentemente sulle questioni interne, ma non ha potuto non affrontare anche le questioni internazionali.
Si avvicinano le elezioni al Parlamento europeo e proprio in queste Rifondazione vede l’occasione per un rientro sulla scena politica in Italia e in Europa. Molti delegati e ospiti, indipendentemente dal loro orientamento, hanno sostenuto che la situazione nella società peggiora rapidamente e che non si può ancora attendere nell’organizzare la lotta per gli interessi dei lavoratori, in quanto l’offensiva del capitale, guidata in Italia soprattutto da Silvio Berlusconi, potrebbe essere rovinosa per tutti i lavoratori e dovere di ogni comunista è di impedirlo.
Vladimir Klofac