Una riunione ed una esperienza, in Lombardia

Si è tenuto a Milano, a fine settembre, il primo incontro degli aderenti lombardi all’appello per l’unità dei comunisti.
Benché siano passati ormai alcuni mesi dall’uscita dell’appello (aprile 2008), l’interesse e la disponibilità dei presenti era ancora forte, ed anche molti che non hanno potuto partecipare per impegni vari, hanno manifestato comunque la loro disponibilità per prossimi appuntamenti. Hanno partecipato all’incontro circa 140 compagne/i, tra cui iscritti al PRC, al PdCI ed anche diversi non iscritti.

La discussione ha rilevato che i contenuti dell’appello non sono superati. E che la sconfitta dell’Arcobaleno alle ultime elezioni non ha determinato la definitiva archiviazione del tentativo di sostituire , nel nostro paese, la presenza autonoma di un partito comunista con una formazione di sinistra “radicale” che possa essere accettata dal PD come alleata e trovare , quindi, uno spazio nel sistema bipolare di alternanza che si sta tentando di costituire in Italia.
E’ chiaro che per poter essere accettata tale sinistra deve rinunciare ad ogni richiamo all’identità comunista, in modo da assumere implicitamente il quadro del sistema capitalista come contesto della propria azione politica, rinunciando così alla propria natura anti-capitalistica ed antimperialista.
Per questo si è convenuto che è necessario tenere sempre viva l’iniziativa e l’attenzione per un processo di ricostruzione di un solido e radicato partito comunista, che sappia sostenere la durezza della fase politica e sociale che ci aspetta e che sia il risultato di un processo di aggregazione dei tanti comunisti che ancora oggi sono presenti nella società italiana e che si riconoscono in un quadro comune di coordinate politiche e ideali che l’appello ha tentato sia pure succintamente di richiamare (quindi non una unità indistinta, a prescindere dai contenuti…).

Nel corso della discussione si è pure ricordato che sarebbe sicuramente importante un processo che portasse ad una riunificazione dei due principali partiti oggi in campo ( PRC e PdCI ), cui l’appello si rivolge direttamente sollecitandoli in questo senso. Ma si è pure rilevato che tale sollecitazione per ora è stata accolta esplicitamente dal solo PdCI, anche se i due partiti sono oggi assai più vicini di alcuni mesi orsono (e oggi più vicini che a fine settembre…). E che sarebbe comunque ingenuo dare fatalisticamente per scontato tale processo. E che non bisogna guardare solo alla realtà, pur essenziale, dei comunisti organizzati dai due partiti, ma occorre dare vita ad un processo più ampio che sappia coinvolgere almeno una parte di quelle centinaia di migliaia di iscritti che in questi anni sono transitati dal PRC e dal PdCI; e che non sono spariti, ma in parte continuano una attività politica e sindacale, spesso significativa, nella società.

Non solo i partiti

Il dibattito è stato molto ricco ed ampio e tra gli altri sono intervenuti : il segretario provinciale del PdCI di Milano, Francesco Francescaglia, che ha sviluppato una riflessione sui fondamenti della capacità egemonica della destra in questa fase politica e sul contributo che nel processo di ricostruzione di un partito comunista possono dare i due princiapali partiti oggi in campo – PRC e PdCI ; Sergio Ricaldone, che ha sviluppato un’ampia analisi dell’attuale contesto internazionale, sottolineando l’importanza che tale aspetto ha nella ricostruzione di un partito comunista e dei necessari rapporti internazionali che vanno sviluppati; Vittorio Gioiello, che ha approfondito le tematiche relative alle “riforme istituzionali e costituzionali” e alle leggi elettorali, con le implicazioni che tutto ciò riveste in relazione alla difesa della democrazia e al contrasto dei processi autoritari in atto.
Su tutti questi aspetti si è deciso di continuare l’approfondimento sia sul terreno della discussione che su quello della costruzione di iniziative appropriate.

In particolare le compagne/i che non militano attualmente in un partito politico, ma anche altri, hanno richiamato l’esigenza che nel processo di ricostruzione di un partito comunista si sviluppi una attenta riflessione critica e autocritica sia sulle esperienze “storiche” del PCI e della cosiddetta “sinistra rivoluzionaria”, sia su quelle più recenti (Rifondazione, PdCI e altre) per capire che cosa in queste esperienze e nelle loro modalità di funzionamento e di “vita” non ha funzionato, portandoci alla situazione attuale di grande difficoltà e di mancanza di un soggetto politico unitario e adeguato allo scontro politico e sociale che sta di fronte a noi.

In sostanza si è posta la questione di quali forme nuove e di quali pratiche democratiche occorre introdurre per poter raccogliere la parte migliore delle esperienze politiche che si sono fino a qui sviluppate e dismettere invece le distorsioni ed i difetti anche gravi che hanno spesso condotto alla dispersione delle forze ed all’affermarsi di tendenze alla costituzione di una sorta di ceto politico separato, rivelatosi che esiziale per la ricostruzione di un partito comunista.

Nella riunione si è concordemente deciso di partecipare alla manifestazione nazionale dell’11 ottobre a Roma, con una visibilità che richiamasse il sostegno all’appello per l’unità dei comunisti.
Si è deciso anche di promuovere a Milano una iniziativa pubblica di confronto sulla questione della “ condizione di lavoro nell’attuale quadro sociale ” con i delegati RSU di importanti aziende, lavoratori e lavoratrici, immigrati, esponenti politici ed economisti, coinvolgendo in primo luogo i promotori dell’appello. Per costruire questi appuntamenti politici è stato formato un gruppo di lavoro, che avrà anche il compito di promuovere riunioni ed incontri sul territorio.