A quanto pare, il simbolo della «cosa rossa» non sarà affatto rosso, porterà la scritta «Sinistra e arcobaleno» e, archiviate la falce e il martello, si fregerà di una banda iridata. Per un’area fortemente ideologizzata, almeno nella sua fascia militante, la scelta dell’apparato simbolico ha un certo peso, che può persino provocare o favorire conseguenze politiche e organizzative. Tenere insieme le forze non sarà affatto semplice. D’altra parte la fusione tra Ds e Margherita nel Partito democratico non è riuscita nel medesimo intento.
C’è chi pensa che la constatazione del fallimento del centrosinistra, effettuata con toni particolarmente sarcastici da Fausto Bertinotti, l’indicazione della collocazione all’opposizione come alternativa realistica e il referto stilato per un Romano Prodi «morente» abbiano lo scopo di evitare che si raggruppino in una formazione politica ultrarossa i vari spezzoni di movimenti di base che esprimono ormai un’aperta contestazione alla permanenza dell’estrema sinistra nel governo e nella maggioranza.
Però la tattica di Bertinotti, palesemente disposto a sacrificare il governo dell’Unione, che giudica fallimentare, pur di ottenere una riforma elettorale che consenta a un’opposizione di sinistra di ottenere una rappresentanza parlamentare proporzionale ai suoi consensi (che i sondaggi vedono decrescere), è tutt’altro che facile da realizzale. Rifondazione e soci, nell’ambito di questa manovra, avrebbero interesse a veder nascere un governo istituzionale che faccia la riforma elettorale, ma correrebbero un rischio fortissimo con la base elettorals se dovessero appoggiarlo. D’altra parte Romano Prodi insiste nel sostenere che dopo il suo governo c’è solo il voto, e lo fa con maggior convinzione di Silvio Berlusconi, che pure fin dall’inizio ha sostenuto la stessa tesi. Inoltre sulla riforma elettorale alla tedesca, che non piace affatto ai comunisti italiani di Oliviero Diliberto, si potrebbe creare la rottura nell’estrema sinistra, e in quel caso la falce e il martello. potrebbe diventare il simbolo di um nuovo raggruppamento, capace di steappare numerosi consensi sull’onda dellle manifestazioni contro la riforma diel welfare, che alla fine Rifondazionie ha dovuto ingurgitare senza ottenere nulla di sostanziale.
In una situazione così incerta, nella quale ogni piartito si occupa solo delle sue future fibrtunè elettorali, la sorte del governo, che si dipanerà attraverso una serie di «verifiche», sembra sempre più problematica, come accade quando una maggioranza politica scompare e viene sostituita da una maggioranza numerica, peraltro assai esigua.