Seminario nazionale dei quadri de l’ernesto

Si è tenuto a Rimini, dal 26 al 28 febbraio scorso, il seminario nazionale dell’area politico-culturale de l’ernesto : un momento di approfondimento per le compagne e i compagni del Coordinamento nazionale di area, aperto a diversi quadri provenienti dai territori, in grande maggioranza giovani. I lavori – aperti da una breve introduzione di Fosco Giannini, coordinatore nazionale dell’area – si sono imperniati su quattro relazioni.

La prima, svolta dal compagno Fausto Sorini, ha ripercorso la lunga storia del PCI, dal 1945 alla Bolognina, e la storia di Rifondazione Comunista (prima partito unitario dei comunisti, poi separatosi in PRC e PdCI) soffermandosi in modo particolarmente approfondito su alcuni “snodi” centrali di tali storie, che ne hanno segnato i momenti di maggiore discontinuità.

Andrea Catone, ha svolto una relazione sulle fondamentali categorie interpretative del marxismo e del leninismo, sull’unità dialettica -politica e teorica – delle due categorie, sull’ attualità e sull’esigenza di applicare e sviluppare, in termini non dogmatici, il marxismo e il leninismo nella fase storica data. Catone ha affrontato, tra l’altro, le questioni dell’imperialismo, della concezione del Partito comunista, del legame tra Lenin e Gramsci (legame dialettico ma che non li sovrappone), del rapporto tra Lenin e Stalin, del ruolo del materialismo dialettico in relazione alla scienza e alla cultura e alle culture dominanti, con una griglia di lettura storica degli avvenimenti ed una “riapertura” di nodi teorici e filosofici che necessitano approfondimenti e attualizzazioni, non liquidazioni. E sempre in relazione alla fase storica attuale, alle problematiche e alle contraddizioni di questa fase internazionale e nazionale dello sviluppo capitalistico.

La relazione di Alessandro Hobel ha avuto il compito di affrontare il tema della politiche delle alleanze da parte dei comunisti. Hobel ha ripercorso – relativamente a ciò – una lunga storia, dalla politica leninista del Fronte unico ai giorni nostri, sino alla Federazione della Sinistra.

La relazione di Stefano Barbieri si è sviluppata sul tema della ricostruzione di un sindacato di classe e di massa, dell’individuazione delle contraddizioni e delle attuali difficoltà della CGIL, del ruolo del movimento sindacale di base, delle forze motrici, oggi sul campo, del progetto strategico di costruzione del sindacato di classe. E sulle caratteristiche attuali del mondo del lavoro.

Dopo le relazioni introduttive si sono costituiti quattro gruppi di lavoro – in parallelo ai quattro temi delle relazioni – nei quali si è suddivisa la partecipazione della sessantina di quadri presenti al seminario.
Qui si è aperto, in modo profondo ed anche temporalmente lungo e articolato (ogni gruppo di lavoro ha lavorato per circa sei, sette ore) il dibattito politico e culturale che, partendo dalle relazioni, ha legato le questioni storiche e teoriche alle più brucianti questioni e contraddizioni dell’ oggi: crisi del movimento comunista italiano, la Federazione di Sinistra, l’unità dei comunisti, il percorso per tale unità e per la costruzione di un più forte Partito comunista nel nostro Paese, la questione sindacale, la questione delle alleanze, a partire da queste elezioni regionali, il rapporto tra comunisti e istituzioni.
Ogni gruppo di lavoro ha poi indicato un relatore che ha svolto il proprio rapporto (come sintesi del dibattito avvenuto nel proprio gruppo) nell’assemblea plenaria del seminario, nella quale tutti si sono misurati con l’insieme delle questioni poste dalle quattro relazioni iniziali.

Il seminario si è concluso con le repliche dei relatori e l’intervento di Fosco Giannini, che ha innanzitutto ringraziato le giovani compagne/i de l’ernesto (per tutte/i e tutti: Francesco Dragonetti, Sara Milazzo, Giuseppe Agrello, coordinati da Stefano Franchi ) per l’importante e positivo lavoro senza il quale un seminario nazionale di questa portata e con difficoltà economiche (superate con un significativo lavoro di autofinanziamento), logistiche ed organizzative rilevanti non avrebbe potuto esserci.

Giannini ha poi ripercorso i temi politici, storici e teorici posti dal seminario e ha rilanciato il lavoro per l’unità dei comunisti e per il progetto strategico della ricostruzione del partito comunista in Italia, “un partito di quadri e di militanti, con influenza di massa, di tipo leninista e gramsciano, che sappia far tesoro – separando il grano dal loglio – della nostra gloriosa storia ottocentesca e novecentesca; che sappia superare ogni pigrizia dogmatica per rilanciare invece, nel nostro Paese, una forza comunista e rivoluzionaria che sappia aderire ad ogni nuova piega sociale, porsi come punto di riferimento della “classe”, agire come soggetto costruttore di un nuovo blocco sociale per la transizione al socialismo e come punto di riferimento, politico e morale, per le nuove generazioni. Che sappia costruire una politica delle alleanze in grado, innanzitutto, di unire le forze comuniste e antimperialiste sul terreno della lotta contro la guerra, contro la NATO, e tutte le forze anticapitalistiche e progressive su quello del conflitto sociale e della lotta di classe, identificando questo terreno come quello privilegiato dell’organizzazione del consenso sociale, politico ed elettorale.

Il Seminario ha ottenuto diversi e positivi risultati, contribuendo all’ innalzamento della coscienza dei quadri, specie dei molti giovani presenti, e ha consolidato un forte collante solidale tra compagne e compagni, che sono tornati nei territori più motivati nella battaglia politica e ideale. La situazione resta peraltro assai complessa in relazione alla condizioni dei comunisti e delle forze di sinistra in Italia; siamo consapevoli della necessità di impegnarsi a fondo nell’ odierna campagna elettorale per le regionali, appuntamento difficile ed importante sia per le sorti della Federazione della Sinistra che per l’autonomia e le prospettive dei comunisti.