Risponde FABIO AMATO

1).Il 6-7 giugno si vota sia per le elezioni europee che per elezioni comunali e provinciali. Qual è a tuo avviso la principale posta in gioco dal punto di vista delle dinamiche nazionali?

Queste elezioni sono importanti in Italia perché si riaffermi una opposizione di classe, sociale e di sinistra a questo governo, e quindi abbia successo la lista comunista ed anticapitalista. L’opposizione parlamentare è balbettante su tutte le questioni: dalla crisi economica al futuro democratico del paese. Basti pensare al voto sul federalismo fiscale del Pd e dell’Idv e a come non dicano una sola parola sul fallimento ed il collasso del sistema neoliberista che, anche loro, hanno sostenuto in tutti questi anni.

In Italia esiste una grande questione sociale che è costituita dai bassi salari e dal dilagare della precarietà. Da questa crisi si può uscire in due modi: da una parte vi è ormai un evidente disegno eversivo e piduista portato avanti da Berlusconi e dalle destre, dall’altra c’è la possibilità di una ripresa del conflitto sociale e delle lotte per l’uguaglianza. Per questo è fondamentale che continui ad esistere l’unica voce veramente fuori dal coro: i comunisti. Gli unici in grado di proporre una unità (sul tema del lavoro, dell’ambiente, delle questioni sociali, della pace e per i diritti e la democrazia) tra le varie vertenze che si apriranno nel paese ed in Europa.

I temi della campagna elettorale sono quelli di cui abbiamo parlato finora e che potremmo sintetizzare in due parole: “pace e lavoro”. Questa campagna elettorale è davvero strana: nessuno parla di Europa e politiche europee. Eppure tante delle normative italiane non sono altro che recepimenti delle direttive decise a Bruxelles. Ma tutto questo non è un caso: non ne parlano perché poi sui temi più importanti (come le pensioni, l’orario di lavoro,…) votano tutti assieme. Da Berlusconi a Di Pietro, passando per il Pd ed i socialisti. Gli unici ad opporsi e lavorare per uno scenario alternativo ed antagonista a questo modello di Europa, sono state le forze comuniste, ambientaliste e di sinistra che in questi anni hanno lavorato insieme nelle grandi battaglie sociali e politiche. Per questo diventa indispensabile mettere in campo proposte in grado di cambiare questo quadro. Va costruita un’Europa libera dalla precarietà, lottare per un salario europeo e rifondare democraticamente e socialmente i pilastri su cui finora ha lavorato l’Ue. Vorrei aggiungere come in questo momento storico le ragioni della critica al capitalismo siano più attuali che mai. Si tratta non solo di costruire una piattaforma continentale, come stiamo facendo con i partiti con cui cooperiamo a livello europeo, ma anche mettere a tema la questione del socialismo del 21mo secolo. La domanda di cosa, come, e perché produrre non è uno slogan del passato ma è più che mai contemporanea e rivolta al futuro.

2).Le elezioni per il Parlamento europeo hanno evidenti risvolti sul piano della politica continentale e internazionale. Quali sono a tuo avviso, le questioni più importanti in gioco in questo ambito?

Questa Ue è di fronte ad un passaggio decisivo come l’approvazione o meno del Trattato di Lisbona. E dare forza ai comunisti, alla sinistra di classe ed al Gue/Ngl è una modalità concreta per far emergere le voci degli invisibili del nostro tempo, come i lavoratori, i precari, i migranti, le donne e quanti perdono oggi il proprio posto di lavoro in questa crisi. A me sembrano questi i nodi politici delle prossime elezioni che hanno quindi sia una valenza europea che una immediata ricaduta sulle vicende di casa nostra. L’Ue è stata motore della demolizione dello stato sociale e della deregolamentazione del mercato del lavoro: questa Ue ha avuto un segno di classe inconfondibile.

L’Europa, finora, è stata subalterna alla Nato. Per essere autonoma deve emanciparsi da questa condizione, solo così può contribuire alla definizione di un nuovo ordine multipolare, al disarmo ed alla soluzione di questioni importanti, come quella palestinese. Dopo Gaza non si può rimanere più indifferenti. Ci si può emancipare dall’abbraccio statunitense. Lo dimostra quello che accade in America latina e la sua straordinaria “primavera”. Se l’Europa vuole costruire una relazione prioritaria con il subcontinente inizi con il rimuovere le odiose sanzioni imposte a Cuba e chieda ad Obama, come già hanno fatto 33 stati latinoamericani, di fare un passo concreto in questa direzione.

3).Su quali punti è maggiormente caratterizzata la tua campagna elettorale nella tua circoscrizione ?

I temi della campagna elettorale sono quelli di cui abbiamo parlato finora e che potremmo sintetizzare in due parole: “pace e lavoro”. Questa campagna elettorale è davvero strana: nessuno parla di Europa e politiche europee. Eppure tante delle normative italiane non sono altro che recepimenti delle direttive decise a Bruxelles. Ma tutto questo non è un caso: non ne parlano perché poi sui temi più importanti (come le pensioni, l’orario di lavoro,…) votano tutti assieme. Da Berlusconi a Di Pietro, passando per il Pd ed i socialisti. Gli unici ad opporsi e lavorare per uno scenario alternativo ed antagonista a questo modello di Europa, sono state le forze comuniste, ambientaliste e di sinistra che in questi anni hanno lavorato insieme nelle grandi battaglie sociali e politiche. Per questo diventa indispensabile mettere in campo proposte in grado di cambiare questo quadro. Va costruita un’Europa libera dalla precarietà, lottare per un salario europeo e rifondare democraticamente e socialmente i pilastri su cui finora ha lavorato l’Ue. Vorrei aggiungere come in questo momento storico le ragioni della critica al capitalismo siano più attuali che mai. Si tratta non solo di costruire una piattaforma continentale, come stiamo facendo con i partiti con cui cooperiamo a livello europeo, ma anche mettere a tema la questione del socialismo del 21mo secolo. La domanda di cosa, come, e perché produrre non è uno slogan del passato ma è più che mai contemporanea e rivolta al futuro.