Ripartiamo dagli iscritti, quelli veri!

Si è concluso il VII congresso del PRC a Napoli. Si è concluso nel peggiore dei modi. Ancora una volta la politica, quella vera, non è entrata a Città della Scienza. Atmosfera grigia sin dall’inizio, partecipazione passiva ,tranne che per gli addetti ai lavori, quelli cioè che dovevano difendere e riprendersi il “barile vuoto.” Si, è questa ormai Rifondazione Comunista, un barile vuoto, un contenitore che serve a mantenere quel poco di potere che non si vuole lasciare. La relazione del segretario uscente non lascia dubbi. Il progetto di superamento del partito, non detto a chiare lettere, la fine della forma partito, della delega al gruppo dirigente, attraverso strumenti democratici, quali il Congresso, prosegue. Si legittimano le primarie. Anche se questo Congresso ha decretato la sconfitta di questo progetto, anche se non c’è una maggioranza netta, la distanza, almeno tra le due mozioni principali, è di pochi puntii percentuale, la 2° mozione rivendica la vittoria, vogliono a tutti i costi mantenere il potere. L’articolo di Gennaro Migliore su Liberazione del 13/7/2008 entra a gamba tesa sul Congresso napoletano. Si va avanti a carro armato. Poco importa se la 2° mozione a Napoli si spacca, poco importa che il segretario viene eletto con una platea del Comitato politico esigua, poco importa che diversi Compagni che hanno votato la 2° mozione abbandonano per disgusto, bisogna andare avanti, bisogna difendere il barile vuoto. Gli interventi che si sono susseguiti, nei tre giorni, hanno confermato la poca e scorretta informazione e quindi confusione che tanti Compagni hanno. Sono tanti gli interventi che confermano l’appartenenza alla 2° mozione, che chiedono unità, che non vogliono lo scioglimento del PRC. Non si è voluta fare l’operazione verità ,si è deciso di continuare sulla strada dell’equivoco, della ambiguità. Si è deciso di usare la strategia dei “Baroni locali” del nostro partito, i papabili, coloro che in questi anni attraverso gestioni anche personalistiche, hanno trasformato questo partito in un comitato d’affari. Si è deciso di dare uno spettacolo vergognoso all’opinione pubblica trasformando i circoli in seggi elettorali, con tesseramenti abnormi, tesseramenti di persone che nulla hanno a che fare con la storica dignità dei Comunisti. Un congresso questo che ha definitivamente sancito la fine di ogni speranza di ricominciare, ricominciare partendo da una forte autocritica. Ora per noi inizia un duro lavoro. L’incompatibilità con la 2° mozione è evidente. La nostra posizione è completamente alternativa. Loro vogliono il superamento di RC ,noi vogliamo la salvaguardia del PRC, del suo patrimonio storico, culturale e politico. Cosa fare adesso? Come portare avanti con coerenza la nostra battaglia? Il nostro lavoro deve procedere nella chiarezza delle posizioni innanzitutto. Abbiamo sottoscritto il documento della prima mozione, condividendone innanzitutto lo spirito di difesa del PRC. Ci convincono le parti sul lavoro ,la lotta alla precarietà, la difesa del contratto nazionale, la lotta per il ripristino della scala mobile. Abbiamo, però, anche sottolineato, la necessità di essere più espliciti e quindi più chiari sulla questione della nostra presenza nelle istituzioni, soprattutto nella Regione Campania. Noi siamo per la nostra partecipazione nelle amministrazioni locali solo in presenza di Partito, un Partito che sappia dettare la linea con coerenza e lealtà, non dimenticando il pieno coinvolgimento dei compagni militanti e iscritti. In Campania la nostra presenza è stata a dir poco deficitaria. Non siamo stati capaci di incidere ed è per questo che abbiamo chiesto interventi urgenti. Abbiamo proposto (la 1° mozione ha assunto), alcuni punti dirimenti e decisivi per la nostra continuità nella giunta su cui avviare urgentemente una verifica con il centro sinistra:

-No alla privatizzazione dell’acqua

-Ciclo dei rifiuti e partenza immediata della raccolta differenziata

-Lotta alla precarizzazione del lavoro

Chideremo agli inizi di settembre il rispetto degli accordi.

Il bilancio del lavoro che abbiamo messo in campo in questi due anni dalla separazione con la componente Essere Comunisti è secondo noi soddisfacente. Aspettiamo ora il congresso Nazionale, aspettiamo di vedere finalmente l’esito di questo Congresso. Il nostro obiettivo deve rimanere, innanzitutto, la difesa ed il rilancio di Rifondazione Comunista, il suo reinserimento nella società, nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche, ponendoci come obiettivo principale la ricostruzione della classe degli sfruttati, la costruzione di un blocco politico e sociale, che deve vedere, innanzitutto, l’opposizione alle politiche fasciste di questo Governo e di questa classe padronale, di tutte quelle componenti Comuniste presenti sul territorio, unitamente a quei soggetti veramente interessati ad un progetto anticapitalista. Riprendere insomma la strada dell’unità della Sinistra alternativa. Opposizione al governo Berlusconi e alternativi al partito democratico. Questo paese umiliato dalle leggi razziste e da provvedimenti contro i lavoratori ha bisogno di una forza Comunista, forte, organizzata, che sappia ritornare ad essere egemonica nella società, che sappia ricostruire la cultura della solidarietà sociale.