IL MEZZOGIORNO, I COMUNISTI, L’EUROPA
Reggio Calabria, 24 marzo 2009
Introduce: Omar Minniti, capogruppo alla Provincia del PRC. Intervengono: Enzo Infantino, segretario provinciale del PdCI; Antonio Larosa, segretario provinciale del PRC; Nino de Gaetano, segretario regionale del PRC; Michelangelo Tripodi, segretario regionale del PdCI. Partecipano: i rappresentanti di PRC e PdCI al Comune e alla Provincia, e dei Comitati contro il Ponte sullo Stretto e il trasferimento dei Bronzi di Riace al G8. Conclude: Alexander Höbel, storico del movimento operaio, della redazione nazionale de l’Ernesto
L’iniziativa di Reggio Calabria, promossa de l’Ernesto, ha messo insieme PRC e PdCI, basi e gruppi dirigenti al completo. Le bandiere dei due partiti, poste l’una accanto all’altra al tavolo della presidenza, simboleggiavano gli enormi progressi fatti sul piano dell’unità. Il fatto che il dibattito si svolgesse nella sala Giuditta Levato della Regione, ossia in un luogo dedicato a una protagonista e martire delle lotte per la terra, e la presenza di dirigenti “storici” del PCI calabrese come “Mommo” Tripodi, seduto in prima fila, hanno dato sul piano simbolico e su quello politico l’immagine di una riaffermata continuità con la grande tradizione dei comunisti nel nostro paese. La sala era piena, un centinaio i compagni presenti, circa 150 quelli che si sono alternati durante le tre ore dell’iniziativa.
Ha aperto i lavori una relazione del compagno Omar Minniti, capogruppo del PRC in Consiglio provinciale, il quale – partendo dal nome della sala in cui si svolgeva l’assemblea – ha ricordato i comunisti e le comuniste calabresi morti nel corso delle lotte per la terra e per la legalità; uomini e donne che rappresentano motivi di orgoglio per i comunisti che ne vogliono raccogliere il testimone. Quindi Minniti ha enfitizzato i progressi nell’unità d’azione tra i due partiti, i “rapporti ottimi e le relazioni stabili” che ormai esistono, e che si concretizzano in patti di consultazione, azione unitaria a livello politico e istituzionale, coordinamento tra le organizzazioni giovanili che hanno promosso assieme i Gruppi di Acquisto Popolare. I due partiti, inoltre, sono presenti nelle mobilitazioni contro l’invio dei Bronzi di Riace al G8, accanto a settori di movimento in quella realtà molto vicini ai comunisti. Riguardo alle elezioni europee, Minniti ha sottolineato come la lista unitaria rappresenti solo una tappa di un percorso politico più complessivo, che è auspicabile sfoci nella riunificazione dei due partiti; affermazione, questa, che ha fatto scoppiare l’applauso della platea. Ha ricordato infine la necessità di essere alternativi a un PD, i cui gravi errori sono tra le cause della difficilissima situazione politica.
Sulla prospettiva di unità dei due partiti si è soffermato anche il compagno Bonfantino, segretario provinciale del PdCI, che poi ha parlato della presenza dei comunisti nelle lotte contro il Ponte sullo Stretto, contro il federalismo, contro il “regime strisciante” che avanza. Rispetto a tutto ciò, ha detto, occorre un risveglio della coscienza popolare, che può raggiungersi non attraverso una sinistra senza identità ma con un nuovo protagonismo dei comunisti. Il nostro progetto politico, ha concluso, è la costituzione di un grande Partito comunista. L’ernesto, con questa iniziativa, “apre” la campagna elettorale, e in qualche modo “anticipa” il processo in atto. Analogo riconoscimento è venuto anche dal compagno Larosa, segretario provinciale del PRC, secondo cui occorre una presenza organizzata dei comunisti nel quadro di una più ampia unità delle sinistre. I nemici sono a destra, ha affermato, e bisogna attrezzarsi a una campagna elettorale di massa in cui rilanciare il “modello sociale europeo”, contro il Trattato di Lisbona e l’Europa del capitale.
L’iniziativa ha visto anche gli interventi di realtà di movimento, dal Comitato “No ai Bronzi al G8”, per il quale ha parlato G. Caserta, alla Rete No-Ponte sullo Stretto, per cui è intervenuta Santina Fuschi. Dalla platea hanno preso la parola anche vari compagni: un iscritto del PdCI ha citato il PD come “primo nemico” e ha contestato la mancata attuazione della decisione del PRC di uscire dalla Giunta regionale; il capogruppo al Comune del PdCI, M. Canale, ha ribadito la necessità di recuperare un rapporto di massa e l’importanza vitale della prossima scadenza elettorale; il compagno Orazio ha insistito anch’egli su unità e rapporto di massa.
Per gli interventi finali, ha preso la parola per primo il segretario regionale del PRC, Nino De Gaetano. Già ora l’unità dei comunisti è in atto – ha affermato, il PD non fa opposizione e così pure Di Pietro. Occorre opporsi all’uso dei fondi europei (FAS e FSE), destinati allo sviluppo e al Mezzogiorno, per salvare industrie e banche del Nord; bisogna opporsi alla direttiva Bolkestein, che privatizza i servizi, e riproporre salario sociale e sussidi di disoccupazione. Anche De Gaetano, infine, ha sottolineato l’importanza di una campagna elettorale “all’antica”, che recuperi il rapporto di massa. Il secondo intervento è stato quello di Michelangelo Tripodi, segretario regionale del PdCI. Questi ha espresso solidarietà al compagno Larosa, minacciato di querela dal sindaco Scopelliti per le sue denunce. Lo stesso PD peraltro “fiancheggia” Scopelliti e non fa alcuna opposizione. Il nostro non è un progetto elettorale, ma politico – ha proseguito –, l’unità è un elemento di svolta e un bene prezioso. Certo gli errori sono stati tanti; ora occorre reagire e ripartire; oggi con la lista, domani col Partito.
Ha concluso il compagno Höbel, storico del movimento operaio e membro della redazione nazionale de l’Ernesto. Hobel si è soffermato innanzitutto sulla crisi economica, che è crisi strutturale e sistemica. Le cifre parlano ormai di recessione, con costi sociali pesantissimi a livello europeo e mondiale. Come ha mostrato il comp. Giacché in un suo recente contributo, l’origine della crisi non sta tanto nel livello finanziario quanto nell’economia reale, e cioè nel radicale spostamento di ricchezze dai salari ai profitti che dura da 25 anni; ne sono derivati impoverimento crescente dei lavoratori, spirale degli acquisti a credito, e quindi diffusione dei mutui subprime ed esplosione della bolla speculativa. La crisi, dunque, mette in discussione non solo le politiche neoliberiste di questi anni, ma la logica stessa del sistema. Ciò dà ai comunisti la possibilità di rilanciare con forza i propri obiettivi e le proprie parole d’ordine, a partire dal superamento dell’anarchia del mercato. Ciò implica anche una profonda revisione del modo in cui è stata sin qui costruita l’Unione Europea, peraltro con danni pesanti per le zone più deboli, Mezzogiorno in primis. Höbel si è poi soffermato sulla specificità della situazione italiana, dove l’attacco ai lavoratori e alle loro conquiste si salda con una pericolosa involuzione sul terreno democratico, di cui il PD è stati finora corresponsabile. Rabbia e scontento, però, crescono, e per questo è più che mai necessario il ruolo soggettivo dei comunisti e la presenza di una loro organizzazione di massa e di quadri, radicata e attiva sul territorio e nei luoghi di lavoro. In questo senso, la scadenza elettorale costituisce una prima, importantissima tappa, per cui è indispensabile agire in modo adeguato, sapendo che solo la forza dei comunisti può essere il fulcro di una sinistra forte e combattiva.