LA MISSIONE IMPOSSIBILE DEL PRC: PRONTI A ROMPERE, SENZA ROMPERE
Rapporto con il governo, pensioni e futuro del partito all’interno del soggetto unitario della sinistra. Sono questi i temi su cui Franco Giordano ha chiamato a rapporto la maggioranza di Rifondazione in un conclave di due giorni vicino a Roma, ieri e oggi.
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Che si ripercuote direttamente sull’altro punto all’ordine del giorno: l’unità a sinistra. Mussi e sinistra democratica tengono fede alla posizione raggiunta in un incontro con Guglielmo Epifani, e accettano qualsiasi soluzione condivisa dalla Cgil, e Pecoraro Scanio ha definito la proposta Damiano «un punto avanzato su cui lavorare».
Restare arroccati su posizioni «oltranziste» vorrebbe dire bloccare sul nascere il processo dì aggregazione. Che è l’altra nota dolente di Rifondazione: minoranze a parte, che sono comunque importanti negli equilibri interni al partito, è la stessa maggioranza a dividersi. Da tempo la discussione verte, senza neppure provare a nascondere le divergenze, sull’opportunità o meno dello scioglimento di Rifondazione. Da un lato c’è il partito degli «oltristi», che punta a una fusione del Prc in un nuovo soggetto, una sorta di «rifondazione della sinistra» senza aggettivi. Dall’altra, ed è maggioranza nella segreteria, c’è chi non vuole disperdere l’esperienza del Prc e punta a un patto federativo con Pdci, Verdi e mussiani. Posizione ribadita con forza ieri anche da Giordano, che vede nell’esperienza della Sinistra europea il punto di partenza, che «deve rappresentare il perno del processo unitario». Anche perché allo scioglimento «come non ci pensa Rifondazione, non ci pensano neppure i Verdi o Fabio Mussi».
(Da Il Manifesto, 6 luglio 2007)
AL CONCLAVE DELLA MAGGIORANZA BERTINOTTIANA
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Ma non si è parlato solo di pensioni, al conclave della maggioranza bertinottiana (le minoranze non c’erano) ma anche di congresso, partito e futuro della sinistra. Il segretario Giordano ha tenuto una bella relazione. Migliore, indicato da molti come un suo possibile concorrente, al prossimo congresso, ha detto chiaro e tondo che la relazione introduttiva al Cpn e poi, soprattutto, al congresso, la deve tenere il segretario. Nella liturgia dei partiti comunisti vuol dire: sto con te. Solo il sottosegretario alle Attività produttive Alfonso Gianni ha criticato Giordano, sia perché non ha indicato i tempi della nascita della Cosa rossa sia perché non vuole «sciogliere» Rifondazione. A farla, una cosa del genere, non ci pensano nemmeno Russo-Spena e il ministro Ferrerò, che hanno riproposto il modello Fml, ma pure loro appoggeranno Giordano.
(Da Il Riformista, 6 luglio 2007)
UNA COSTITUENTE PER IL PARTITO UNICO DELLA SINITRA.
GUAI AD UNA CONFEDERAZIONE TRA I COMUNISTI !
di Armando Cossutta
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Vogliamo costruire una formazione – un partito politico – coinvolgente, con tutti coloro che sono di sinistra o che, come dice Bertinotti, pensano di essere di sinistra. Prima di tutto la grande corrente deve scorrere, deve esistere.
La sua esistenza comporta che si evitino quei pericoli che possono compromettere tutto. Parlo della riduzione dell’unità a semplice patto di consultazione, a azione unitaria su singoli obbiettivi o, peggio ancora, a confederazione tra i “comunisti”.
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Urge decidere. E è possibile, credo, fissando per tutti e per ognuno scadenze precise e impegnative, giungere nella prossima primavera a presentare liste elettorali unitarie, con un simbolo e un nome comuni.
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Solo con una grande sinistra italiana è possibile pensare a alleanze capaci di governare la crisi con proposte efficacemente innovative e di svolta. Si può. Subito. C’è un’unità reale sulle opzioni di fondo: il no alla spirale guerra-terrorismo, l’alternativa alle politiche neoliberiste, i diritti e la libertà delle persone, la ricostruzione della democrazia attraverso la partecipazione.
E’ davvero troppo chiedere una Costituente per questa sinistra?
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Una Costituente per il partito unitario della sinistra, a settembre-ottobre, dato che non lo si è fatto a luglio.
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(dal Il Manifesto, 6 luglio 2007)