Pensioni, ipotesi d’accordo. «Il mio no»: intervista a Gianni Rinaldini

Ora che il governo si prepara a dare una definitiva svolta sulle riforma delle pensioni, dopo una prima fase di concertazione con le parti sociali, si fanno più aspre le posizioni critiche. Infatti, per quanto il governo, se pur con un cauto ottimismo, si mostri soddisfatto, c’è già chi annuncia battaglia in Parlamento. Ma anche dal sindacato arrivano pareri negativi sull’accordo, come quello di Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom.
Qual è il tuo giudizio sull’accordo partorito dal governo sulle pensioni?
«Il mio giudizio sull’ipotesi d’accordo è nettamente negativo. Esso è dato dal fatto che le confederazioni sindacali si sono presentate alla trattativa senza le necessarie mobilitazioni e le consultazioni dei lavoratori. Nel merito, poi, vi è il rischio di un allungamento della legge Maroni, con in più il pericolo per i lavoratori che hanno già quaranta anni di lavoro. Particolarmente grave per gli operai delle fabbriche» .
Cosa aspettarci, dunque, dalla Fiom e dalla Cgil?
«Chiederemo un referendum tra i lavoratori, per meglio capire se è questo che si aspettavano, così come avvenne nel ’95 sulla proposta Dini».