Pacchetto sicurezza: Appello per i diritti e la Costituzione.

Sotto la spinta di una grave crisi di identità, il governo Prodi si compatta varando un decreto legge attuativo in tema di sicurezza con cui si introducono, senza alcun approfondimento o controllo parlamentare, e contro il parere di magistrati e penalisti, importanti modifiche riguardanti le attività di ordine pubblico, il codice penale e la sua applicazione, l’ordinamento penitenziario. Parliamo di misure quali la custodia cautelare in carcere obbligatoria, retaggio del periodo fascista.

Evidentemente, il governo Prodi pensa di superare la crisi in cui è attanagliato decidendo di scavalcare a destra nella restrizioni delle libertà individuali, prendendo spunto ed esempio dalle leggi promosse da Bush, dopo l’11 Settembre 2001 e generalizzando l’emergenza.

Con il decreto legge sul tema della sicurezza, si prendono decisioni opposte agli impegni riformatori che questo governo si era assunto in tema di giustizia e democrazia, ma soprattutto si scavalcano le regole democratiche intervenendo, su una materia così delicata, sull’onda emotiva di tragici fatti di cronaca, rispondendo alle pressioni irresponsabili di una parte della classe politica e di amministratori locali.

Un ennesimo fatto grave se l’attuale governo, nato col sostegno del popolo di sinistra, si mostra eversivo dei principi e delle regole della democrazia, e tutto questo nello stesso giorno in cui la Commissione Affari Costituzionali della Camera affossa la Commissione di inchiesta sulle tragiche giornate di Genova del Luglio 2001.

Ricordiamo che i provvedimenti di legge approvati aumentano i poteri dei prefetti e danno poteri di polizia ai sindaci, minando alla radice uno dei principi base di uno stato di diritto, e cioè la divisione dei poteri. Si interviene anche sui temi processuali introducendo il cosiddetto “processo immediato” con grave indebolimento delle possibilità di difesa e delle garanzie del giusto processo.
Il merito dei provvedimenti inizialmente parte delle proposte di legge del governo coi ddL contenuti nel “pacchetto sicurezza”, successivamente con l’aggiunta del decreto legge attuativo, dovranno trovare la più larga e puntuale vigilanza democratica, la ferma contestazione di ogni elemento illegittimo e contrario ai principi costituzionali, e l’opposizione di tutti coloro che non rinunciano a lottare per la giustizia, la verità, la democrazia e la libertà.

A soli 10 giorni da una imponente manifestazione di popolo che chiedeva all’attuale governo una svolta profonda nella politica del governo e della maggioranza, si porta a compimento un nuovo duro colpo non solo alla sinistra, ma alla stessa coscienza democratica del Paese. Qui è in ballo la democrazia, i suoi fondamenti, le garanzie e i diritti di tutte/i oggi attaccati per decreto.

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