Considerato che
più di 1500 adesioni da tutte le regioni d’Italia, di compagne e compagni che avevano votato tutte le mozioni congressuali di Venezia, fra cui numerosi segretari di Circoli e di Federazione, consiglieri comunali, provinciali, regionali, militanti e dirigenti sindacali, si sono espressi contro l’omologazione governista e la liquidazione del Partito, per rilanciare i movimenti e l’autonomia del Prc;
considerato che
il movimento “Un Congresso per rilanciare i movimenti e l’autonomia del Prc” esprime il più fermo dissenso nei confronti dell’ipotesi di rinviare di vari mesi il congresso nazionale del Partito, ritenendola una grave violazione della democrazia interna e della sovranità degli iscritti/e e chiede pertanto al Cpn del 16 dicembre di respingere tale ipotesi e di confermare il congresso del partito come previsto nella primavera del 2008;
considerato che
l’attuale gruppo dirigente scaturito dal congresso di Venezia non ha più il mandato politico di compiere scelte su temi centrali e dirimenti come la questione del governo, la “Cosa rossa”, la riforma della legge elettorale e le prossime elezioni amministrative.
La vicenda del protocollo sul welfare, lo stesso decreto sulla sicurezza, l’aggravarsi della questione sociale, testimoniata dalla tragedia di Torino e dalle forti e legittime espressioni di rabbia dei lavoratori, indicano l’esaurimento dell’esperienza del Prc nel governo Prodi. Il prevalere del logoramento sociale rispetto alle attese e alle esigenze di cambiamento rappresenta già di fatto una verifica negativa dell’operato del governo;
considerato che
rispetto alla Cosa rossa non è in discussione la necessità di aggregare le forze della sinistra di alternativa e anticapitalistica, i movimenti e i conflitti sociali, ma è chiaro che questa necessità deve fare i conti con la situazione sopracitata, con i problemi che abbiamo di fronte e non può significare il venir meno del Prc e della sua piena autonomia. Diversamente si produrranno ulteriori lacerazioni con la nostra base sociale col rischio di ulteriori pesanti ricadute anche dal punto di vista elettorale. La modalità e i contenuti moderati che hanno caratterizzato l’assemblea degli Stati generali de “La Sinistra L’Arcobaleno” rappresentano una risposta inadeguata e in contrasto con le necessità di questa fase politica, eludono le contraddizioni presenti tra i quattro partiti e rappresentano una forzatura anche dal punto di vista della democrazia interna al Partito;
fatto salvo
che un eventuale slittamento del congresso, lungi dal demoralizzare e spingere al disimpegno, debba vedere impegnati/e tutte le compagne/i e i compagni critici a rilanciare l’iniziativa per incalzare le inevitabili contraddizioni che si produrranno, sulla base di un documento politico per rilanciare il conflitto sociale, i movimenti, il ruolo e l’autonomia del Partito della Rifondazione Comunista, in continuità con lo spirito con cui un milione di persone hanno manifestato a Roma il 20 ottobre,
il CPN si impegna ad assumere i suddetti contenuti politici
Claudio Bettarello
Leonardo Masella
Adriana Miniati
Marco Veruggio