Il governo ha rotto un patto. Ne è convinta la sinistra della coalizione che però si divide sulla strategia da adottare per l’ultimo tentativo di ricucire lo strappo con Palazzo Chigi. Se Franco Giordano insiste nel chiedere al governo una verifica a gennaio a nome di tutta la sinistra, il Pdci di Oliviero Diliberto respinge l’idea come «mutile». E da corpo alla competizione che segna un’altra volta i rapporti a sinistra.
Il segretario dei Comunisti Italiani non risparmia attacchi al governo reo di «essere sotto il ricatto di Lamberto Dini», ma afferma che la strada per far cambiare rotta a Romano Prodi non è certo quella della verifica: «E’ una cosa inutile, un termine stantio», taglia corto. Guai però a pensare che il Pdci voglia fare sconti al governo, anzi da oggi in poi valuterà il suo atteggiamento voto per voto: «Daremo battaglia su ogni provvedimento – avverte Diliberto -ogni volta decideremo come comportarci».
Il clima diventa è più rovente nelle file di Rifondazione. In mattinata Giordano riunisce la segreteria mentre per lunedì è prevista la direzione del partito. Lo stato maggiore del Prc è deciso ad andare fino in fondo per la resa dei conti a gennaio. Dopo lo schiaffo sul welfare, nel partito sono tutti d’accordo che bisogna dire basta. Rifondazione chiede che dalla verifica esca una nuova agenda di priorità che veda ai primi posti il tema del precariato e la riforma elettorale.
Ma è possibile che il malumore del Prc si faccia sentire anche prima di gennaio. A cominciare dall’esame del decreto sicurezza al Senato. Del resto, Giordano lo ha ribadito anche a Prodi: Rifondazione vota la fiducia solo «per un vincolo sociale con l’elettorato», quello di evitare l’entrata in vigore dello scalone Maroni, «non per un vincolo politico». E, malgrado la posizione di Diliberto, nella richiesta della verifica, il Prc può contare anche sui Verdi e Sinistra Democratica.
La fiducia «non è proprio una bellissima storia – dice Fabio Mussi – Il welfare è il cuore delle politiche economiche e sociali in un Paese». Anche per Sd, la verifica è necessaria perchè «il governo non può andare avanti così, secondo come soffia il vento». E anche Alfonso Pecoraro Scanio invita ad attuare il programma dell’Unione. «Altrimenti – dice – tanto valeva votare per il centrodestra».
Ora, dopo la tensione sul welfare, i quattro partiti della sinistra sono alle prese con l’assemblea generale per il progetto della Cosa Rossa, convocata per l’8 e 9 dicembre. L’ultima occasione per superare i distinguo e tornare ad incalzare il governo. Stavolta in modo unitario. Di fronte ad alleati sempre più riottosi Prodi incassa la fiducia sul welfare (alla Camera) e il via libera al decreto fiscale (al Senato). «E’ la politica di centrosinistra», scandiscono gli uomini del premier che però sanno che la situazione resta delicata.
Ma il Professore non molla, sfida gli alleati, prepara il rilancio di gennaio. Sempre con il suo stile: affrontare uno a uno i problemi, mediare. pazienza». Un percorso aiutato dai sondaggi, che negli ultimi giorni e dopo mesi sorridono al governo.
Palazzo Chigi manda poi un messaggio chiaro: questa «è la politica del centrosinistra, una politica che intendiamo proseguire con nuovo vigore nel 2008».